“L’agricoltura veicolo di pace e di tutela ambientale”: il “Rotary Club” di Trani riporta al centro il settore primario nell’era dell’intelligenza artificiale e delle guerre diffuse

Ospiti della serata tre relatori di grande competenza come Donato Rossi, Salvatore Secondulfo e Franz De Corato

domenica 1 dicembre 2024 11.05
A cura di Adriana Fabrizio
L'agricoltura è stata per secoli la principale fonte di sostentamento per i popoli, di sviluppo e di benessere fino a due secoli fa. Con il passare del tempo si è trasformata, evoluta e ha usato le nuove tecnologie per rendere la coltivazione più efficiente.

Ma l'agricoltura può anche essere un veicolo di pace? È questo l'interrogativo che ci si è posti nella serata organizzata dal "Rotary Club" di Trani e che ha visto la partecipazione di tre relatori di eccezione: Franz De Corato, Donato Rossi e Salvatore Secondulfo.

L'agricoltura, secondo Donato Rossi è un mezzo che, da sempre, ha avuto davanti a sé diverse sfide, tra cui quelle fondamentali di garantire la sicurezza alimentare, la pace sociale e la tutela dell'ambiente. Con una popolazione in crescita ci sarà bisogno di raddoppiare la produzione agricola, ma allo stesso tempo è impellente il bisogno di tutelare l'ambiente, ed è qui che urge un ritorno a quell'antico legame uomo – terra, che da sempre ha contraddistinto la storia dei popoli; è solo questo raporto, infatti, che potrà garantire rispetto nei confronti del territorio da parte dell'uomo. In suo aiuto arrivano le nuove tecnologie, che permettono non solo di rendere più efficienti e fertili le campagne, ma anche di ridurre i gas serra prodotti durante la coltivazione; basti pensare che le emissioni, dal 1940 ad oggi sono diminuite di quasi il 20%. Un miglioramento di questo tipo porterebbe automaticamente ad un innalzamento del tenore di vita di tutte quelle popolazioni che trovano il loro sostentamento nell'agricoltura: si stima, per esempio, che il 60% della popolazione africana viva di agricoltura, e tutelare e migliorare questo settore significherebbe garantire delle condizioni di vita migliori per queste popolazioni. Di conseguenza ne gioverebbe anche la stabilità economica e geopolitica. Per questo motivo si è parlato anche di Piano Mattei, che dovrebbe garantire il raggiungimento di questi obiettivi, proprio attraverso degli investimenti che mirano a migliorare le condizioni sociali ed economiche delle popolazioni a sostentamento agricolo attraverso l'introduzione delle nuove e più avanzate tecnologie in ambito agricolo. Ma si è parlato anche PAC, la Politica Comunitaria in materia di agricoltura e di PNRR, strumenti che devono aiutare a raggiungere tutti gli obiettivi di sostenibilità ambientale, in modo tale che i costi per la transizione ecologica non si ripercuotano sugli agricoltori con dei rincari che metterebbero in pericolo il buon andamento delle tante imprese presenti su tutto il territorio italiano. In definitiva, secondo Donato Rossi, per raggiungere gli obiettivi di agricoltura sostenibile i paesi da soli non possono farcela: c'è bisogno di una cooperazione al livello internazionale e, di conseguenza, una maggiore stabilità geopolitica.

La sostenibilità ambientale passa anche da una buona educazione alimentare, come afferma Salvatore Secondulfo, imprenditore del settore agricolo. Secondulfo sottolinea la discrasia che c'è tra i territori dell'asia, dove vi è scarsità di cibo e malnutrizione e i paesi occidentali dove, invece, vi è una sovraproduzione ed una disponibilità di cibo superiore al fabbisogno del singolo creando, all'opposto, problemi come sovrappeso e obesità. Questa condizione è dovuta alla mancanza di consapevolezza rispetto alle proprietà nutrizionali dei cibi, al fabbisogno giornaliero e all'impatto ambientale che certe produzioni causano. Negli ultimi anni, in Italia, sicuramente vi è una maggiore consapevolezza nella popolazione rispetto al ciclo produttivo del cibo, e si è molto più attenti a capire quale sia la provenienza di ciò che si acquista, in particolare per quel che riguarda la produzione di vini e olii, spesso prodotti da aziende a conduzione familiare e di lunga e antica tradizione, che cercano sempre di garantire grandi standard qualitativi. Secondulfo, a tal proposito, fa un riferimento proprio al territorio tranese, che da sempre ha avuto una grande vocazione agricola e commerciale, destinando i suoi prodotti a tutto il territorio nazionale e, in misura più ridotta, all'estero. Questo territorio, infatti, nonostante il costante problema rappresentato dalla scarsità di acqua, ha sempre saputo offrire prodotti di eccellenza; proprio per cercare di porre rimedio alla carenza di risorse idriche si è pensato di intercettare e destinare ad uso agricolo le acque reflue del depuratore comunale, attualmente convogliate a mare.

Resta l'annoso problema delle produzioni intensive, dovute all'aumento costante della popolazione; le conseguenze di questo tipo di produzione sono nefaste: uso di fertilizzanti e pesticidi, che possono rappresentare un pericolo per la salute umana, inquinamento delle falde acquifere, sfruttamento lavorativo, piogge acide e deforestazione. Per contrastare questo tipo di fenomeno basterebbe cambiare approccio all'acquisto, attraverso una selezione degli ingredienti che si scelgono e preferire colture biologiche; favorendo in questo modo un'alimentazione sana, la biodiversità, ed innescando dei meccanismi economici che permettano di affrontare cambiamenti. In generale, il fenomeno della sostenibilità ambientale è complesso, investendo le componenti ambientale, economica e sociale. Un esempio di virtuosismo in questo settore proviene proprio dall'azienda di Secondulfo, che sta sperimentando in questi anni la tecnica dell'"agricoltura rigenerativa": un approccio innovativo con cui, tramite una serie di buone pratiche agricole, non solo si riesce a mantenere la produttività agricola ma anche a ripristinare le risorse naturali e produrre cibi più sani e nutrienti.

Ha concluso la relazione sull'argomento Franz De Corato, soffermandosi sull'agricoltura come veicolo di pace; l'agricoltura intensiva rappresenta un ostacolo a questo obiettivo, in quanto ha prodotto solo tanta sperequazione di risorse; si pensi ai paesi in via di sviluppo, che vengono impoveriti proprio dalle coltivazioni intensive. La comunità internazionale, secondo De Corato, ha un ruolo fondamentale nel regolamentare gli scambi economici e nel mantenere la pace perché è solo garantendo la pace che gli stati possono effettivamente collaborare per far crescere le imprese agricole. I grandi trattati di diritto commerciale e internazionale si sono fatti in tempi di pace e non di guerra. Franz De Corato ha posto una riflessione molto importante sulla situazione odierna, caratterizzata da una forte instabilità politica, che comporta un depauperamento delle popolazioni, a causa del dirottamento delle risorse economiche dall'agricoltura alla produzione bellica. Il risultato di questa instabilità è la crisi alimentare, che a sua volta può scatenare una guerra, e dunque incertezza anche economica. Infine, si è chiosato con una considerazione amara sull'abbandono delle terre da parte dei contadini, che non riescono più a sostenere i costi dell'agricoltura, così come la crisi idrica, portando all'incuria del territorio.

Gli spunti di riflessione sarebbero davvero infiniti sull'argomento, dai fondi da destinare all'agricoltura e spesso troppo difficili da intercettare, fino alle crisi geopolitiche in atto e di cui si è accennato durante l'evento. Ma anche rendere gli individui più consapevoli rispetto a ciò che si acquista e al costo umano, economico e sociale che si paga a fronte di un'agricoltura che non sia biologica o che sia intensiva.