L’area del porto riaperta alla circolazione
Soppressa l’isola pedonale. Giudizi poco positivi
mercoledì 27 agosto 2008
Da questo week end sarà possibile tornare a circolare con le auto nella zona del porto. Rimosse le sfere in piazza Quercia, abbassati i pilomat collocati un mese fa lungo il perimetro dell'area. Stop alla "ztl", una decisione motivata, sul "Corriere", dal comandante di polizia municipale, Antonio Modugno, in virtù anche «della mancanza di vigili urbani a sufficienza».
Ma è possibile che i vigili non bastino mai? È possibile che debbano essere tutti utilizzati negli uffici e non in strada? Le domande sorgono spontanee. Ma non sono gli unici interrogativi che accompagnano le riflessioni finali su una serie di sperimentazioni che non sono piaciute a nessuno.
Il metodo con cui si è affrontato il problema - lo abbiamo già scritto in passato - è stato quello di assoluta improvvisazione, per altro onerosa (il socialista De Laurentiis, sul "Corriere", parlava di due delibere da 90mila euro complessive). Novantamila euro per acquistare ed installare i pilomat, delle palle sferiche del tutto inutili (piccole, fragili e pericolose, verranno sostituite con altre più robuste), per disseminare lungo l'area del porto delle fioriere in cemento dipinte di bianco (ne sarebbero state commissionate in numero maggiore rispetto al fabbisogno ed una parte di queste non sarebbe stata nemmeno ritirata). Anche le fioriere saranno presto rimpiazzate con dei blocchi in pietra di Trani meno invasivi (alti appena 30 centimetri) donati all'amministrazione da un marmista "scandalizzato", come molti d'altronde, dal colpo d'occhio attuale del porto, più simile ad un viale cimiteriale. «L'unico risultato che si è avuto - commenta De Laurentiis sul Corriere - è che si è deturpato il porto e le basole laddove erano integre, vedi vicino la chiesa di Santa Teresa». La "mission" delle fioriere (quella di creare un corridoio pedonale) è stata del tutto vanificata dalla mancata apposizione di corde fra un blocco e l'altro che, di fatto, ha permesso agli automobilisti di parcheggiare le auto a ridosso dei locali (e persino davanti all'ufficio di Pm dislocato sul porto).
Il comandante ha difeso d'ufficio il provvedimento di chiusura del porto nella sua complessità («Si è trattato di una sperimentazione e come tale è andata bene») e noi potremmo anche essere d'accordo su questo concetto, ma solo in linea teorica. Sul metodo utilizzato assolutamente no. In vista delle prossime chiusure suggeriamo di cominciare a pensare da subito al "cosa fare" ed al "come farlo", per non commettere gli stessi errori. Così come siamo convinti che i vigili debbano tornare a svolgere attività di prevenzione e repressione sul territorio, per strada. E non al chiuso.
Il metodo con cui si è affrontato il problema - lo abbiamo già scritto in passato - è stato quello di assoluta improvvisazione, per altro onerosa (il socialista De Laurentiis, sul "Corriere", parlava di due delibere da 90mila euro complessive). Novantamila euro per acquistare ed installare i pilomat, delle palle sferiche del tutto inutili (piccole, fragili e pericolose, verranno sostituite con altre più robuste), per disseminare lungo l'area del porto delle fioriere in cemento dipinte di bianco (ne sarebbero state commissionate in numero maggiore rispetto al fabbisogno ed una parte di queste non sarebbe stata nemmeno ritirata). Anche le fioriere saranno presto rimpiazzate con dei blocchi in pietra di Trani meno invasivi (alti appena 30 centimetri) donati all'amministrazione da un marmista "scandalizzato", come molti d'altronde, dal colpo d'occhio attuale del porto, più simile ad un viale cimiteriale. «L'unico risultato che si è avuto - commenta De Laurentiis sul Corriere - è che si è deturpato il porto e le basole laddove erano integre, vedi vicino la chiesa di Santa Teresa». La "mission" delle fioriere (quella di creare un corridoio pedonale) è stata del tutto vanificata dalla mancata apposizione di corde fra un blocco e l'altro che, di fatto, ha permesso agli automobilisti di parcheggiare le auto a ridosso dei locali (e persino davanti all'ufficio di Pm dislocato sul porto).
Il comandante ha difeso d'ufficio il provvedimento di chiusura del porto nella sua complessità («Si è trattato di una sperimentazione e come tale è andata bene») e noi potremmo anche essere d'accordo su questo concetto, ma solo in linea teorica. Sul metodo utilizzato assolutamente no. In vista delle prossime chiusure suggeriamo di cominciare a pensare da subito al "cosa fare" ed al "come farlo", per non commettere gli stessi errori. Così come siamo convinti che i vigili debbano tornare a svolgere attività di prevenzione e repressione sul territorio, per strada. E non al chiuso.