L'assessore Colangelo visita un impianto privato di Biogas: "Esempio positivo"
"Dietro una certa opposizione si nascondono posizione di interesse"
domenica 10 aprile 2022
16.55
"La scorsa settimana siamo stati nell'agro di Andria per visitare l'impianto di Biogas dell'azienda Agrolio della famiglia Agresti. Un impianto che tratta 16.000 metri cubi/anno di scarti organici della lavorazione delle olive (sansa e acqua di vegetazione) - spiega l'assessore all'ambiente del Comune di Trani, Pierluigi Colangelo - trasformandoli in biogas, che alimenta un cogeneratore da 500 kWel, e digestato utilizzabile come ammendante per l'agricoltura.
Premesso che ritengo che la scelta della famiglia Agresti sia da prendere come esempio di imprenditoria lungimirante e attenta non solo al profitto ma anche alla sostenibilità ambientale, riuscendo, in un sistema di economia circolare, a trasformare rifiuti in fonti energetiche rinnovabili e contribuendo ad una progressiva indipendenza dagli idrocarburi fossili.
Ma questo esempio positivo - sottolinea Colangelo in una nota sui sociale - ci impone una riflessione sull'enorme impatto collettivo che le scelte di un singolo privato possano avere su temi strategici per il nostro territorio come la corretta gestione dei rifiuti e la produzione di energia.
La politica e l'amministrazione pubblica non può essere un semplice spettatore in questa fase di grandi cambiamenti. La crisi energetica legata alla guerra in Ucraina darà un'ulteriore spinta alla realizzazione di impianti di questo genere e la politica dovrebbe essere pronta a far sì che una grande opportunità di sviluppo non si trasformi nell'ennesima condanna per la bellezza del paesaggio e della nostra salute.
Dico questo perchè, alla già massiccia incentivazione economica per la realizzazione di questi impianti, verranno aggiunte ulteriori nuove agevolazioni che, senza il controllo pubblico, potrebbero diventare un facile bottino per ecomafie e imprenditori senza scrupoli, specialmente in assenza di impiantistica pubblica.
La Politica e la pubblica amministrazione dovrebbero far sì che questi impianti vengano collocati in zone industriali già esistenti e non disseminati in aree agricole che porterebbero ad ulteriore consumo di suolo, ad un danno per il paesaggio rurale e ad una estrema difficoltà nei controlli. Non dimentichiamo che specialmente quando si trattano matrici organiche fermentescibili, queste potrebbero essere mescolate con fanghi e liquami di qualsiasi origine.
Questa visita rafforza ancora di più il convincimento che anche dietro una certa opposizione verso realizzazione di impianti pubblici di gestione dei rifiuti e produzione di energia rinnovabile si possano nascondere posizioni ideologiche e di interesse che vadano a favorire il business privato invece più che la risoluzione dei problemi nell'interesse della comunità.
Da ambientalista prima e da assessore poi, non posso non notare una certa incongruenza in chi, negli anni passati è stato capace di proporre e approvare cambiamenti di destinazione d'uso di ampie aree di territorio agricolo di proprietà privata per la realizzazione di impianti ad elevatissimo impatto ambientale come una cementeria, rivelatasi per di più solo una pura speculazione per il privato , ora ergersi a paladini di un sedicente ambientalismo contro la realizzazione di una impiantistica necessaria e pubblica".
Premesso che ritengo che la scelta della famiglia Agresti sia da prendere come esempio di imprenditoria lungimirante e attenta non solo al profitto ma anche alla sostenibilità ambientale, riuscendo, in un sistema di economia circolare, a trasformare rifiuti in fonti energetiche rinnovabili e contribuendo ad una progressiva indipendenza dagli idrocarburi fossili.
Ma questo esempio positivo - sottolinea Colangelo in una nota sui sociale - ci impone una riflessione sull'enorme impatto collettivo che le scelte di un singolo privato possano avere su temi strategici per il nostro territorio come la corretta gestione dei rifiuti e la produzione di energia.
La politica e l'amministrazione pubblica non può essere un semplice spettatore in questa fase di grandi cambiamenti. La crisi energetica legata alla guerra in Ucraina darà un'ulteriore spinta alla realizzazione di impianti di questo genere e la politica dovrebbe essere pronta a far sì che una grande opportunità di sviluppo non si trasformi nell'ennesima condanna per la bellezza del paesaggio e della nostra salute.
Dico questo perchè, alla già massiccia incentivazione economica per la realizzazione di questi impianti, verranno aggiunte ulteriori nuove agevolazioni che, senza il controllo pubblico, potrebbero diventare un facile bottino per ecomafie e imprenditori senza scrupoli, specialmente in assenza di impiantistica pubblica.
La Politica e la pubblica amministrazione dovrebbero far sì che questi impianti vengano collocati in zone industriali già esistenti e non disseminati in aree agricole che porterebbero ad ulteriore consumo di suolo, ad un danno per il paesaggio rurale e ad una estrema difficoltà nei controlli. Non dimentichiamo che specialmente quando si trattano matrici organiche fermentescibili, queste potrebbero essere mescolate con fanghi e liquami di qualsiasi origine.
Questa visita rafforza ancora di più il convincimento che anche dietro una certa opposizione verso realizzazione di impianti pubblici di gestione dei rifiuti e produzione di energia rinnovabile si possano nascondere posizioni ideologiche e di interesse che vadano a favorire il business privato invece più che la risoluzione dei problemi nell'interesse della comunità.
Da ambientalista prima e da assessore poi, non posso non notare una certa incongruenza in chi, negli anni passati è stato capace di proporre e approvare cambiamenti di destinazione d'uso di ampie aree di territorio agricolo di proprietà privata per la realizzazione di impianti ad elevatissimo impatto ambientale come una cementeria, rivelatasi per di più solo una pura speculazione per il privato , ora ergersi a paladini di un sedicente ambientalismo contro la realizzazione di una impiantistica necessaria e pubblica".