"L'unità del sapere storico come percorso scientifico"
Un colloquio nei Dialoghi di Trani
martedì 23 settembre 2008
Tra gli incontri ed eventi culturali in programma nei "Dialoghi di Trani" dal 26 al 28 settembre, un appuntamento di grande rilievo è rappresentato dal "colloquio" con il Prof. Federico Maria d'Ippolito della Seconda Università di Napoli su temi cruciali della storiografia europea. La conversazione verterà sull'ultimo libro dello studioso, intitolato "Modelli storiografici fra Otto e Novecento". Si tratta di un insieme di saggi, ai quali l'autore ha aggiunto un lungo saggio inedito dell'illustre studioso e uomo politico Francesco De Martino, non da molto scomparso, incentrato sulla decadenza dell'impero romano. Con questo lavoro il prof. d'Ippolito inaugura la prestigiosa collana della "Fondazione Francesco De Martino" della quale è presidente.
Nella prima parte del libro, intitolata "chiaroscuri", l'autore ripercorre quella stagione di ricerche sul mondo antico, dovute a studiosi quali Eduard Meyer, Max Weber, Karl Polanyi, per fare solo alcuni nomi, che costituirono parte integrante della cultura europea. I modelli culturali elaborati da quei ricercatori, furono poi travolti dalla storiografia nazista, che corruppe lo spirito libero dei ricercatori, nazificando l'oggetto stesso dell'indagine storica. Il caso di uno studioso come Franz Altheim, e dei suoi rapporti con Oswald Spengler, l'autore del "Tramonto dell'Occidente", è un tragico esempio di quell'oscura epoca del nostro passato.
La seconda parte, intitolata "mutamenti" si sviluppa intorno alla figura di Francesco De Martino, col quale l'autore ha avuto una lunga frequentazione, ed è esaminata nel contesto della storiografia marxista. Per De Martino è stato un materialista storico ostile a ogni schematismo, concentrato sull'unità della ricerca storica e caratterizzato da grandi aperture nei confronti di correnti giudicate "eretiche" dall'ortodossia marxista, come dimostra particolarmente l'ultimo suo studio che l'autore pubblica in appendice al libro. Tutta la ricerca di d'Ippolito è guidato da due forti convinzioni metodiche. La prima consiste nella necessità di connettere lo studio delle fonti antiche con la storia della storiografia. La seconda sottolinea l'opportunità di riconsiderare la forza germinativa di quei modelli storiografici.