Tari, la Cassazione: «Non va pagata per i rifiuti speciali»
Cna Bat: «È una conferma a quello che diciamo da tempo»
domenica 22 maggio 2016
09.55
«La Corte di Cassazione, con una recentissima pronuncia del 20.4.2016, ha nuovamente confermato l'esclusione dei rifiuti speciali dal pagamento del tributo». A dirlo è il presidente della Cna Bat, Michele de Marinis, che si pone a fianco delle imprese nella contestazione delle "cartelle" TARI.
«Ci sono voluti ben dieci anni – spiega de Marinis - perché un'impresa di Lamporecchio (PT) potesse ottenere il riconoscimento del proprio diritto a non vedersi applicata la tassa rifiuti sulle aree produttive ma, alla fine, dopo un lungo percorso che ha visto la CNA di Pistoia e la CNA Nazionale in campo a fianco dell'impresa, la Corte di Cassazione ha confermato un principio fondamentale: non possono essere assoggettati alla tassa sui rifiuti (tia, ai tempi del ricorso, oggi tari) i locali destinati alla produzione, ovvero quelli in cui si determinano rifiuti speciali e non rifiuti urbani. Negli anni – precisa - la tariffa rifiuti si è trasformata un numero spropositato di volte: Tarsu, Tia, Tares e, oggi, TARI. Questo tributo, istituito come il corrispettivo che i Comuni richiedono a fronte di un servizio (che dovrebbe essere) efficiente/efficace ed economico di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, con il passare degli anni è diventato, in parecchi casi, una fonte "alternativa" di risorse per sanare i bilanci comunali e, quelli, delle aziende partecipate. Il tema della "non applicazione della tassa rifiuti urbani ai rifiuti speciali", per i quali le imprese già sostengono i costi di raccolta e di smaltimento che sono effettuati da aziende specializzate, è più che mai attuale.
Un anno fa – ricorda il presidente della Cna Bat - in effetti il Ministero dell'Economia ebbe a chiarire ufficialmente questo principio, ma non è ugualmente servito a risolvere in toto il problema, in quanto parecchi Comuni, anche della Provincia BAT, continuano ad emanare Regolamenti non in linea con questo principio, oppure lo osservano solo parzialmente. In alcuni casi, anche laddove i Regolamenti sembrano coerenti, emergono situazioni contraddittorie nella concreta applicazione del tributo. Una situazione veramente paradossale, insomma. Per questo motivo, oggi la CNA BAT è continuamente impegnata a fianco delle imprese nella contestazione delle "cartelle" TARI. La sentenza della Suprema Corte di Cassazione rappresenta una ulteriore conferma sulla correttezza di un principio che da sempre la CNA va sostenendo su tutti i tavoli di confronto istituzionale, ma che parecchi Comuni sembrano ancora non voler rispettare.
Una più corretta definizione di questo tributo – continua de Marinis - non solo alleggerirebbe le imprese da pesanti costi non dovuti, ma consentirebbe anche una tassazione più coerente con gli obiettivi di tutela ambientale, consentendo alle imprese di privilegiare i circuiti di raccolta privati che hanno dimostrato di garantire una gestione più efficiente e sostenibile da un punto di vista ambientale rispetto al servizio pubblico. E' un risultato importante, che auspichiamo possa rappresentare il tassello fondamentale per uscire da questa situazione. La sentenza del più alto organo di giudizio, può consentire, finalmente – conclude - di superare le criticità che negli anni hanno caratterizzato l'applicazione della tariffa rifiuti e dà ancora più vigore alle energie che la CNA in generale, e la CNA BAT in particolare, continueranno a profondere a sostegno di tutte le imprese associate, e non».
«Ci sono voluti ben dieci anni – spiega de Marinis - perché un'impresa di Lamporecchio (PT) potesse ottenere il riconoscimento del proprio diritto a non vedersi applicata la tassa rifiuti sulle aree produttive ma, alla fine, dopo un lungo percorso che ha visto la CNA di Pistoia e la CNA Nazionale in campo a fianco dell'impresa, la Corte di Cassazione ha confermato un principio fondamentale: non possono essere assoggettati alla tassa sui rifiuti (tia, ai tempi del ricorso, oggi tari) i locali destinati alla produzione, ovvero quelli in cui si determinano rifiuti speciali e non rifiuti urbani. Negli anni – precisa - la tariffa rifiuti si è trasformata un numero spropositato di volte: Tarsu, Tia, Tares e, oggi, TARI. Questo tributo, istituito come il corrispettivo che i Comuni richiedono a fronte di un servizio (che dovrebbe essere) efficiente/efficace ed economico di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, con il passare degli anni è diventato, in parecchi casi, una fonte "alternativa" di risorse per sanare i bilanci comunali e, quelli, delle aziende partecipate. Il tema della "non applicazione della tassa rifiuti urbani ai rifiuti speciali", per i quali le imprese già sostengono i costi di raccolta e di smaltimento che sono effettuati da aziende specializzate, è più che mai attuale.
Un anno fa – ricorda il presidente della Cna Bat - in effetti il Ministero dell'Economia ebbe a chiarire ufficialmente questo principio, ma non è ugualmente servito a risolvere in toto il problema, in quanto parecchi Comuni, anche della Provincia BAT, continuano ad emanare Regolamenti non in linea con questo principio, oppure lo osservano solo parzialmente. In alcuni casi, anche laddove i Regolamenti sembrano coerenti, emergono situazioni contraddittorie nella concreta applicazione del tributo. Una situazione veramente paradossale, insomma. Per questo motivo, oggi la CNA BAT è continuamente impegnata a fianco delle imprese nella contestazione delle "cartelle" TARI. La sentenza della Suprema Corte di Cassazione rappresenta una ulteriore conferma sulla correttezza di un principio che da sempre la CNA va sostenendo su tutti i tavoli di confronto istituzionale, ma che parecchi Comuni sembrano ancora non voler rispettare.
Una più corretta definizione di questo tributo – continua de Marinis - non solo alleggerirebbe le imprese da pesanti costi non dovuti, ma consentirebbe anche una tassazione più coerente con gli obiettivi di tutela ambientale, consentendo alle imprese di privilegiare i circuiti di raccolta privati che hanno dimostrato di garantire una gestione più efficiente e sostenibile da un punto di vista ambientale rispetto al servizio pubblico. E' un risultato importante, che auspichiamo possa rappresentare il tassello fondamentale per uscire da questa situazione. La sentenza del più alto organo di giudizio, può consentire, finalmente – conclude - di superare le criticità che negli anni hanno caratterizzato l'applicazione della tariffa rifiuti e dà ancora più vigore alle energie che la CNA in generale, e la CNA BAT in particolare, continueranno a profondere a sostegno di tutte le imprese associate, e non».