La Lampara all'asta, a rischio oltre 60 posti di lavoro
Una trattativa lunga due anni poi la decisione del Comune. Spiazzata la cooperativa dipendenti
venerdì 6 luglio 2018
7.01
I rischi sono due: la Lampara potrebbe trasformarsi in uno stabile abbandonato e oltre 60 persone potrebbero restare senza lavoro. Da qualche mese il famoso locale della Dolcevita tranese è stato al centro della cronaca locale per esser stato messo all'asta dall'amministrazione con un importo di base pari a 72.480 euro. La cooperativa che gestisce La Lampara dal 2013 ha portato avanti una trattativa lunga due anni poi, all'improvviso, il bando.
«Eravamo già pronti - ha dichiarato Giorgio Lattante, socio della cooperativa dipendenti Lampara - per una nuova avventura ed un nuovo contratto». Il Comune ha deciso, però, di procedere all'affidamento della concessione in locazione della struttura, storica regina della movida notturna, con un'aggiudicazione mediante il criterio del massimo rialzo. «Siamo spiazzati e non capiamo questa scelta non coerente con il percorso portato avanti insieme negli ultimi anni».
Sulla base dell'accordo con il Comune di Trani, la cooperativa stava pagando anche il debito del precedente gestore. «La proposta - ha spiegato l'avvocato Vincenzo Liso - prevedeva il pagamento di un canone più il pagamento del debito del precedente gestore. Il canone mensile corrispondeva a circa 7mila euro. Poi, a bando di gara, abbiamo scoperto che l'importo doveva essere di 6mila euro circa». È ironico che l'amministrazione abbia deciso di prendere una decisione così drastica proprio quando c'era qualcuno che stesse pagando.
Di seguito riportiamo le interviste integrali a Giorgio Lattante e Vincenzo Liso.
«Eravamo già pronti - ha dichiarato Giorgio Lattante, socio della cooperativa dipendenti Lampara - per una nuova avventura ed un nuovo contratto». Il Comune ha deciso, però, di procedere all'affidamento della concessione in locazione della struttura, storica regina della movida notturna, con un'aggiudicazione mediante il criterio del massimo rialzo. «Siamo spiazzati e non capiamo questa scelta non coerente con il percorso portato avanti insieme negli ultimi anni».
Sulla base dell'accordo con il Comune di Trani, la cooperativa stava pagando anche il debito del precedente gestore. «La proposta - ha spiegato l'avvocato Vincenzo Liso - prevedeva il pagamento di un canone più il pagamento del debito del precedente gestore. Il canone mensile corrispondeva a circa 7mila euro. Poi, a bando di gara, abbiamo scoperto che l'importo doveva essere di 6mila euro circa». È ironico che l'amministrazione abbia deciso di prendere una decisione così drastica proprio quando c'era qualcuno che stesse pagando.
Di seguito riportiamo le interviste integrali a Giorgio Lattante e Vincenzo Liso.