La Pietra: «Ennesima sconfitta degli ambientalisti o della città?»

Sabato i Verdi protestano sul sito per non dimenticare

martedì 3 febbraio 2009
«Abbiamo lottato a lungo per salvaguardare l'area La Pietra e non siamo riusciti a impedire che la ciminiera cadesse giù. Abbiamo perso, ma con noi ha perso tutta la città. Noi però non intendiamo dimenticare. Per questo sabato saremo sul sito per manifestare il nostro ricordo».

Michele di Gregorio, capogruppo comunale dei Verdi e presidente provinciale del movimento, guiderà la protesta silenziosa programmata per sabato alle ore 11 nell'area La Pietra per non dimenticare quello che, per molti, è stato un ennesimo colpo al cuore: l'abbattimento, avvenuto ieri mattina, della ciminiera dell'ex oleificio La Pietra, realizzata agli inizi del secolo scorso in mattoni rossi e alta 44 metri, che per la città era un simbolo.

«Nonostante anni di battaglie, di ricorsi giudiziari e non, di convegni, di manifestazioni di sensibilizzazione portate avanti da Legambiente e dai Verdi per salvaguardare dalla cementificazione l'area dell'ex oleificio La Pietra - continua di Gregorio - Golia ha vinto contro Davide definitivamente. Ora saranno in tanti, magari, a stracciarsi le vesti e a chiedersi: ma gli ambientalisti cosa hanno fatto? dov'erano? possibile che sanno solo parlare? E altre idiozie del genere. Tuttavia vorremmo ricordare - aggiunge - che la fine dell'area La Pietra era stata segnata sin dal giorno 25 maggio 2005, quando la prima amministrazione Tarantini approvò in Consiglio comunale (con sedici voti su trentuno, voti della maggioranza di centrodestra) la delibera numero 34 che consentiva l'edificazione dell'area con un indice di fabbricabilità fondiario di 6 metri cubi per metro quadro. Allora nel silenzio assordante di questa città nessuno, tranne i soliti ambientalisti e, per onore della verità, un ex consigliere comunale dell'amministrazione Tamborrino, gridò allo scandalo o mostrò interesse alla vicenda. Eppure, quel giorno, si formalizzava e si certificava la fine di una speranza: vedere sorgere all'interno dell'area un vero e proprio parco urbano con servizi, strutture e verde per tutti i cittadini».

Una piccola porzione dell'area si salverà grazie al vincolo di tutela apposto dal ministero per i Beni e le attività culturali con il decreto numero 1656 del 9 febbraio 1999, «ottenuto - ricorda di Gregorio - con molta fatica e insistenza dei soliti "sognatori" (gli attivisti del circolo tranese di Legambiente, ndr).

Ma noi chiediamo - dice ancora l'esponente dei Verdi - ai cittadini tranesi: chi amministra questa città da circa sei anni aveva solo questa possibilità o, ad esempio, considerando il valore dell'area, avrebbe potuto utilizzare tutti gli euro spesi per far cantare qualche artista in piazza, per acquistare invece una parte dell'area? E perché, in mancanza di denaro, non pensare ad un mutuo? Se ne fanno così tanti! Forse i cittadini sarebbero stati ben contenti di sapere che i loro soldi sarebbero stati spesi per realizzare un sogno: un grande parco aperto a tutti". Il timore è che qualcuno, nell'amministrazione, ora rivendichi con orgoglio questa scelta perché così si è posto fine al degrado, perché si costruiranno nuove case e perché nessuno prima aveva avuto il coraggio di decidere. "E allora - conclude amaramente il consigliere comunale - siate tutti contenti tranesi, andate a scegliervi l'appartamento giusto per voi. A noi resta l'amarezza di una battaglia persa. Ma in fondo pensiamo che la battaglia l'abbia persa, ancora una volta, la nostra città».