La "politica" tranese sta cambiando?
Le dimissioni di 9 consiglieri oltre al Sindaco e Vicesindaco non spostano gli equilibri
giovedì 1 gennaio 2015
7.28
La politica tranese sta veramente cambiando? C'è chi ha parlato di "non voler abbandonare la nave" in un momento di difficoltà, chi invece ha preferito voltare le spalle ad una politica fatta di "indagati, furboni e voltagabbana", chi ha aspettato il momento giusto o più conveniente per rassegnare le proprie dimissioni, poi c'è chi ha "paura di lasciare il governo cittadino nelle mani di una maggioranza incontrollabile" ma alla fine non c'è nessuno che ha ascoltato, o pensato di ascoltare, cosa vogliano i cittadini.
Al momento dati, sondaggi, raccolte di firme o altre azioni per poter valutare questa volontà, se non quello che può trapelare dalla rete, dai social network, dai forum e dalle proteste in consiglio comunale, non ce ne sono. Ma chi meglio di un politico può conoscere e rappresentare la volontà del proprio elettorato? Ecco allora che 8 consiglieri appartenenti all'opposizione (Avantario, De Laurentis, Operamolla, Altamura, Maiullari, Tortosa, Triminì e Santorsola) hanno immediatamente consegnato le dimissioni non appena appresa la conferma degli arresti domiciliari e dell'impianto accusatorio del Pm responsabile dell'inchiesta "Sistema Trani", Michele Ruggiero, a carico dei sei indagati.
Questi, tuttavia, sono stati bruciati sul tempo dal sindaco Gigi Riserbato che nella stessa mattina, quella di martedì 30 dicembre, ha fatto pervenire in Comune le sue di dimissioni (anche se ci sono dubbi legati alla validità dell'atto). 24 ore dopo sono arrivate anche quelle del vicesindaco Giuseppe De Simone, incaricato di fare le funzioni di Riserbato fino a nuovo ordine. Ma nonostante tutto l'Amministrazione resta in piedi, non cade. Poi il silenzio, nuovamente, da parte di una maggioranza che non si è presentata agli ultimi due consigli comunali senza una motivazione e non ha neanche proferito parola sull'intera vicenda.
L'unico a rompere questo silenzio è stato il consigliere comunale Raimondo Lima, il primo del centrodestra, una voce isolata in mezzo ancora al nulla. Perché neanche l'annuncio delle sue dimissioni, non ancora protocollate (visto che la decisione è arrivata nel pomeriggio del 31 dicembre con gli uffici comunali chiusi), ma immaginiamo irrevocabili, è riuscito a scuotere i colleghi. Eppure tutti i consiglieri di centrodestra volevano che si sapesse che erano pronti a consegnare le dimissioni, addirittura 4/5 avrebbero firmato con la "sinistra" per non far andare avanti questa amministrazione. Poi una riunione di "maggioranza", del quale tutti sanno ma nessuno dice niente, ha fatto cambiare idea.
La politica è fatta di equilibri e di equilibristi, si sa. Guai a romperli.
Al momento dati, sondaggi, raccolte di firme o altre azioni per poter valutare questa volontà, se non quello che può trapelare dalla rete, dai social network, dai forum e dalle proteste in consiglio comunale, non ce ne sono. Ma chi meglio di un politico può conoscere e rappresentare la volontà del proprio elettorato? Ecco allora che 8 consiglieri appartenenti all'opposizione (Avantario, De Laurentis, Operamolla, Altamura, Maiullari, Tortosa, Triminì e Santorsola) hanno immediatamente consegnato le dimissioni non appena appresa la conferma degli arresti domiciliari e dell'impianto accusatorio del Pm responsabile dell'inchiesta "Sistema Trani", Michele Ruggiero, a carico dei sei indagati.
Questi, tuttavia, sono stati bruciati sul tempo dal sindaco Gigi Riserbato che nella stessa mattina, quella di martedì 30 dicembre, ha fatto pervenire in Comune le sue di dimissioni (anche se ci sono dubbi legati alla validità dell'atto). 24 ore dopo sono arrivate anche quelle del vicesindaco Giuseppe De Simone, incaricato di fare le funzioni di Riserbato fino a nuovo ordine. Ma nonostante tutto l'Amministrazione resta in piedi, non cade. Poi il silenzio, nuovamente, da parte di una maggioranza che non si è presentata agli ultimi due consigli comunali senza una motivazione e non ha neanche proferito parola sull'intera vicenda.
L'unico a rompere questo silenzio è stato il consigliere comunale Raimondo Lima, il primo del centrodestra, una voce isolata in mezzo ancora al nulla. Perché neanche l'annuncio delle sue dimissioni, non ancora protocollate (visto che la decisione è arrivata nel pomeriggio del 31 dicembre con gli uffici comunali chiusi), ma immaginiamo irrevocabili, è riuscito a scuotere i colleghi. Eppure tutti i consiglieri di centrodestra volevano che si sapesse che erano pronti a consegnare le dimissioni, addirittura 4/5 avrebbero firmato con la "sinistra" per non far andare avanti questa amministrazione. Poi una riunione di "maggioranza", del quale tutti sanno ma nessuno dice niente, ha fatto cambiare idea.
La politica è fatta di equilibri e di equilibristi, si sa. Guai a romperli.