«La precarietà politica fa male alle imprese»
Unimpresa Bat fa mette tutti in guardia. Urgono risposte sulle tanto attese riforme
mercoledì 27 febbraio 2013
15.10
«Formuliamo i nostri auguri e il compiacimento per l'elevato numero di parlamentari, onorevoli e senatori, che questo territorio ha avuto la capacità di esprimere dimostrando di saper manifestare, al momento giusto, il proprio desiderio e la propria voglia di partecipazione alla vita pubblica del Paese, nonostante i tanti segnali di disaffezione e le libere scelte che hanno anche portato ad una certa configurazione del nuovo panorama politico e amministrativo». Savino Montaruli, presidente di Unimpresa Bat, commenta i risultati elettorali ma avvisa i naviganti romani. «La nostra Confederazione da tempo aveva lanciato sui media nazionali il concreto e reale allarme sull'esito delle elezioni e il timore che dalle urne potesse non uscisse una maggioranza parlamentare ampia in grado di assicurare al Paese un governo stabile, essenziale per garantire la ripresa dell'economia. Questi timori sono stati confermati appieno quindi ora più di allora siamo preoccupati sulla reale possibilità che il nuovo esecutivo possa varare quelle attese riforme, fiscali, amministrative, burocratiche, procedurali e di reale sostegno alle imprese».
In verità di impresa durante la campagna elettorale se ne è parlato pochissimo e comunque senza mai prospettare un programma realizzabile e soprattutto condiviso in grado di evitare che continui il dramma quotidiano che ne vede a migliaia morire, affossate da una pressione fiscale elevata, ingiustificata ed insostenibile, dalla difficoltà di accesso al credito, della morsa della criminalità organizzata e soprattutto dall'impossibilità di intravedere vie d'uscita di fronte ad un crescente indebitamento che impedisce addirittura la chiusura stessa delle aziende in crisi oltre che aumentare a dismisura il rischio di fare ricorso a prestiti ad usura e cadere nelle mani della criminalità organizzata che, al contrario di ieri, neanche pare essere più interessata a perseguire lo scopo di appropriarsi delle aziende quindi diventa ancor più violenta e agguerrita. «In queste condizioni di precarietà politica – dice Montaruli - è naturale la negativa conseguenza sugli investimenti locali che ne risentono non poco ed è soprattutto il Meridione d'Italia a pagare il prezzo più alto in quanto agli elevati indici di crisi aziendale si aggiunge un livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, impressionante ed in continuo aumento».
«Se questi sono solo alcuni aspetti dello scenario che è di fronte a noi – conclude il presidente di Unimpresa Bat - non possiamo non tenere conto di un altro allarmante pericolo che è rappresentato da una crescente conflittualità sociale che a volte sfocia nella protesta civile che si manifesta anche nella cabina elettorale ma altre volte diventa incontrollabile e pretende, a giusta ragione, risposte e soprattutto la speranza di una prospettiva e di un futuro diverso. Le risposte, quindi, non possono inoltre non tenere conto anche di ulteriori elementi di riflessione che sono propri del risultato emerso dalle urne ma di questo, sicuramente, in altra occasione, in altri termini e con nuovi elementi di valutazione avremo modo di parlarne, approfonditamente».
In verità di impresa durante la campagna elettorale se ne è parlato pochissimo e comunque senza mai prospettare un programma realizzabile e soprattutto condiviso in grado di evitare che continui il dramma quotidiano che ne vede a migliaia morire, affossate da una pressione fiscale elevata, ingiustificata ed insostenibile, dalla difficoltà di accesso al credito, della morsa della criminalità organizzata e soprattutto dall'impossibilità di intravedere vie d'uscita di fronte ad un crescente indebitamento che impedisce addirittura la chiusura stessa delle aziende in crisi oltre che aumentare a dismisura il rischio di fare ricorso a prestiti ad usura e cadere nelle mani della criminalità organizzata che, al contrario di ieri, neanche pare essere più interessata a perseguire lo scopo di appropriarsi delle aziende quindi diventa ancor più violenta e agguerrita. «In queste condizioni di precarietà politica – dice Montaruli - è naturale la negativa conseguenza sugli investimenti locali che ne risentono non poco ed è soprattutto il Meridione d'Italia a pagare il prezzo più alto in quanto agli elevati indici di crisi aziendale si aggiunge un livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, impressionante ed in continuo aumento».
«Se questi sono solo alcuni aspetti dello scenario che è di fronte a noi – conclude il presidente di Unimpresa Bat - non possiamo non tenere conto di un altro allarmante pericolo che è rappresentato da una crescente conflittualità sociale che a volte sfocia nella protesta civile che si manifesta anche nella cabina elettorale ma altre volte diventa incontrollabile e pretende, a giusta ragione, risposte e soprattutto la speranza di una prospettiva e di un futuro diverso. Le risposte, quindi, non possono inoltre non tenere conto anche di ulteriori elementi di riflessione che sono propri del risultato emerso dalle urne ma di questo, sicuramente, in altra occasione, in altri termini e con nuovi elementi di valutazione avremo modo di parlarne, approfonditamente».