La Trani che eccelle: Tommaso Alpina, dalla Normale di Pisa a Beirut con una prestigiosa Global Postdoctoral Fellowship
Il progetto, dell’importo complessivo di € 282.000 euro, finanzierà due anni di attività del ricercatore in Libano
venerdì 14 aprile 2023
15.35
Avicenna: chi era costui? Si chiederanno alcuni, parafrasando il buon don Abbondio. Ebbene, è stato, per chi non sapesse o non ricordasse, un medico, filosofo, matematico, logico e fisico persiano, le cui opere più famose sono Il libro della guarigione e Il canone della medicina e che fu una delle figure più note nel mondo islamico; fu riconosciuto autore di importantissime opere nel campo della medicina rimaste incontrastate per più di sei secoli ed è considerato da molti come "il padre della medicina moderna"e secondo uno storico della scienza "il più famoso scienziato dell'Islam e uno dei più famosi di tutti i popoli, luoghi e tempi".
Posto nel limbo tra gli spiriti magni da Dante Alighieri, Avicenna affascina da secoli studiosi e accademici; e tra questi proprio Tommaso Alpina, giovane ricercatore di Trani, laureatosi alla Scuola Normale di Pisa dove ha svolto anche il perfezionamento (dottorato), e che dopo esperienze all'estero in Giordania, Inghilterra, Francia e poi ancora alla Scuola Normale, è partito per Monaco, nell'Università con la quale ha un contratto di ricerca fino al prossimo settembre.
Una serie di esperienze e di studi intorno a questo personaggio, sulla cui opera si poggia ancora oggi la ricerca scientifica, che hanno indotto Tommaso a provare a mettersi in gioco in uno di questi schemi di Finanziamento di Alta Qualificazione ("Marie Sklodowska-Curie Global Fellowship", si chiamano) davvero difficili e competitivi da ottenere, (su 7042 proposte progettuali ne sono state finanziate solo 142, tra cui quella di Tommaso) non solo perché sono altamente finanziati ma perché, dopo due anni in una nazione extra europea, consentono di potersi fermare con un contratto stabile nell'università prescelta per l'ultimo anno, nel suo caso l'Italia e l'Università di Pavia: come dire, un piede già proiettato su una cattedra e soprattutto la possibilità di continuare a dedicarsi ai propri studi e farsene maestro a sua volta.
Perché quello che dedicano questi giovani allo studio con sacrificio, rinuncia e dedizione è frutto vero di passione, amore per il sapere, per la ricerca e il progresso.
Il progetto selezionato, "AREB – The Arabic Roots of European Biology", di durata triennale, sarà ospitato dal Dipartimento di Studi Umanistici e avviato nell'autunno 2023 sotto la supervisione della Prof.ssa Gabriella Zuccolin (che insegna a Pavia Storia della filosofia medievale).
Tommaso si occuperà appunto di Avicenna ed è un fiume in piena quando parla di Avicenna e del suo ruolo nella cultura universale: "
"La filosofia araba è un ponte imprescindibile per comprendere il pensiero filosofico europeo. Nella maggior parte dei casi, ben prima di essere tradotte direttamente in latino, le opere greche sono state tradotte prima in arabo e dall'arabo al latino. La lingua e la cultura arabe sono quindi il filtro attraverso cui la filosofia e la scienza greche sono giunte nell'occidente latino, rielaborate in maniera originale!"
E Avicenna? come mai è lui al centro dei tuoi studi?
Mi interessa come nasce la biologia e Avicenna costituisce un punto di svolta importante: è un filosofo ma è anche un medico, e, secondo me, è stata proprio questa interazione tra filosofia e medicina nella riflessione sulla natura dell'essere vivente il motivo per cui credo il mio progetto sia stato finanziato. Avicenna in virtù dei suoi studi e delle sue conoscenze, ha creato un nuovo modello mettendo insieme filosofia, medicina e teologia per spiegare come funziona il corpo vivente e lo ha realizzato con i suoi scritti, oltre che di medicina e filosofia, appunto di botanica e di zoologia".
Il racconto di Tommaso è affascinante e con parole semplici, possibili a chi conosce nel profondo ciò di cui parla, ci fa capire come per l'origine dello studio e della riflessione biologica si debba guardare a questo gigante - sulle cui spalle si poggia dunque tanta parte della ricerca scientifica e medica - dell'antichità del mondo arabo, un mondo che aveva affascinato Federico II non a caso: tutta la scienza, sia a Oriente che a Occidente, ha guardato ad Avicenna e ai suoi scritti sugli animali e sulle piante, perché tanto gli animali, tanto le piante servono ai medici sia come studio del corpo organico sia come studio delle proprietà delle erbe che possono curare diverse patologie.
E dopo tanto girovagare in Europa nel mondo quindi hai scelto comunque una cattedra italiana, come quella in cui probabilmente ti fermerai. Banale chiedere perché?
"Non è banale... ma semplicemente perché credo che, dopo aver studiato ed essermi formato in Italia, sia importante restituire all'Italia quello che mi ha dato contribuendo - nel mio piccolo - al dibattito scientifico, a diffondere la riflessione su temi così cruciali, considerati di nicchia (se pensiamo che le cattedre di filosofia araba in Italia sono solo cinque!).
E Tommaso, dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, fa anche un regalo a noi della redazione di Traniviva rivelandoci che siamo il suo ponte privilegiato per le notizie che riguardano la sua città della quale ha nostalgia e per la quale nutre grande amore. Città che a sua volta non può che essere orgogliosa di lui, del suo lavoro e del prestigio che sta portando nel campo di una ricerca che è scientifica e umanistica allo stesso tempo. La più preziosa, quella che guarda al passato per riuscire a cavalcare il futuro, "come nani sulle spalle di giganti" come Avicenna: guarda caso, un'espressione che nacque da un talmudista medievale vissuto proprio a Trani, Isaiah Ben Malì.
Posto nel limbo tra gli spiriti magni da Dante Alighieri, Avicenna affascina da secoli studiosi e accademici; e tra questi proprio Tommaso Alpina, giovane ricercatore di Trani, laureatosi alla Scuola Normale di Pisa dove ha svolto anche il perfezionamento (dottorato), e che dopo esperienze all'estero in Giordania, Inghilterra, Francia e poi ancora alla Scuola Normale, è partito per Monaco, nell'Università con la quale ha un contratto di ricerca fino al prossimo settembre.
Una serie di esperienze e di studi intorno a questo personaggio, sulla cui opera si poggia ancora oggi la ricerca scientifica, che hanno indotto Tommaso a provare a mettersi in gioco in uno di questi schemi di Finanziamento di Alta Qualificazione ("Marie Sklodowska-Curie Global Fellowship", si chiamano) davvero difficili e competitivi da ottenere, (su 7042 proposte progettuali ne sono state finanziate solo 142, tra cui quella di Tommaso) non solo perché sono altamente finanziati ma perché, dopo due anni in una nazione extra europea, consentono di potersi fermare con un contratto stabile nell'università prescelta per l'ultimo anno, nel suo caso l'Italia e l'Università di Pavia: come dire, un piede già proiettato su una cattedra e soprattutto la possibilità di continuare a dedicarsi ai propri studi e farsene maestro a sua volta.
Perché quello che dedicano questi giovani allo studio con sacrificio, rinuncia e dedizione è frutto vero di passione, amore per il sapere, per la ricerca e il progresso.
Il progetto selezionato, "AREB – The Arabic Roots of European Biology", di durata triennale, sarà ospitato dal Dipartimento di Studi Umanistici e avviato nell'autunno 2023 sotto la supervisione della Prof.ssa Gabriella Zuccolin (che insegna a Pavia Storia della filosofia medievale).
Tommaso si occuperà appunto di Avicenna ed è un fiume in piena quando parla di Avicenna e del suo ruolo nella cultura universale: "
"La filosofia araba è un ponte imprescindibile per comprendere il pensiero filosofico europeo. Nella maggior parte dei casi, ben prima di essere tradotte direttamente in latino, le opere greche sono state tradotte prima in arabo e dall'arabo al latino. La lingua e la cultura arabe sono quindi il filtro attraverso cui la filosofia e la scienza greche sono giunte nell'occidente latino, rielaborate in maniera originale!"
E Avicenna? come mai è lui al centro dei tuoi studi?
Mi interessa come nasce la biologia e Avicenna costituisce un punto di svolta importante: è un filosofo ma è anche un medico, e, secondo me, è stata proprio questa interazione tra filosofia e medicina nella riflessione sulla natura dell'essere vivente il motivo per cui credo il mio progetto sia stato finanziato. Avicenna in virtù dei suoi studi e delle sue conoscenze, ha creato un nuovo modello mettendo insieme filosofia, medicina e teologia per spiegare come funziona il corpo vivente e lo ha realizzato con i suoi scritti, oltre che di medicina e filosofia, appunto di botanica e di zoologia".
Il racconto di Tommaso è affascinante e con parole semplici, possibili a chi conosce nel profondo ciò di cui parla, ci fa capire come per l'origine dello studio e della riflessione biologica si debba guardare a questo gigante - sulle cui spalle si poggia dunque tanta parte della ricerca scientifica e medica - dell'antichità del mondo arabo, un mondo che aveva affascinato Federico II non a caso: tutta la scienza, sia a Oriente che a Occidente, ha guardato ad Avicenna e ai suoi scritti sugli animali e sulle piante, perché tanto gli animali, tanto le piante servono ai medici sia come studio del corpo organico sia come studio delle proprietà delle erbe che possono curare diverse patologie.
E dopo tanto girovagare in Europa nel mondo quindi hai scelto comunque una cattedra italiana, come quella in cui probabilmente ti fermerai. Banale chiedere perché?
"Non è banale... ma semplicemente perché credo che, dopo aver studiato ed essermi formato in Italia, sia importante restituire all'Italia quello che mi ha dato contribuendo - nel mio piccolo - al dibattito scientifico, a diffondere la riflessione su temi così cruciali, considerati di nicchia (se pensiamo che le cattedre di filosofia araba in Italia sono solo cinque!).
E Tommaso, dalla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco, fa anche un regalo a noi della redazione di Traniviva rivelandoci che siamo il suo ponte privilegiato per le notizie che riguardano la sua città della quale ha nostalgia e per la quale nutre grande amore. Città che a sua volta non può che essere orgogliosa di lui, del suo lavoro e del prestigio che sta portando nel campo di una ricerca che è scientifica e umanistica allo stesso tempo. La più preziosa, quella che guarda al passato per riuscire a cavalcare il futuro, "come nani sulle spalle di giganti" come Avicenna: guarda caso, un'espressione che nacque da un talmudista medievale vissuto proprio a Trani, Isaiah Ben Malì.