La vicenda di Sant'Antuono in Parlamento
L'On. Zazzera interpella il Ministro per i Beni e le Attività culturali
lunedì 25 maggio 2009
«La vicenda della chiesa di Sant'Antuono (sex.XII), concessa dall'Amministrazione Comunale a privati e trasformata in ristorante, sulla quale i Comunisti Italiani hanno fatto sentire a più riprese la loro veemente protesta, sbarca ora in Parlamento. Nei prossimi giorni sarà presentata al Ministro per i Beni e le Attività culturali un'interpellanza urgente sulla incresciosa vicenda che ha indignato non solo l'opinione pubblica, ma anche l'intera comunità religiosa della città di Trani, che ha espresso più volte aperto disappunto per una vicenda che offende il sentimento religioso e popolare e costituisce oltraggio per la storia ed il patrimonio culturale dell'intera comunità. Non va dimenticata, inoltre, la dura reprimenda nei confronti dell'Amministrazione e del Sindaco Tarantini, dell'Arcivescovo di Trani, mons. Giovan Battista Pichierri che dichiarò tra l'altro che "L'attuale uso della chiesa oltre che contra legem svilisce il patrimonio culturale-artistico-architettonico e la città di Trani perla della Puglia non può tollerare tale umiliazione. Invito pertanto chi di dovere a trovare una soluzione al problema." (l'intervento di S.E. ha varcato la soglia delle stanze che contano in Vaticano dove starebbero per essere iniziate azioni a tutela della stessa autorità ecclesiastica).
L'indignazione generale dell'intera città e della Curia per lo scempio perpetrato, ha varcato dunque i confini cittadini. La ferrea protesta politica dei Comunisti Italiani in primis, e di altri partiti di opposizione, ha messo a rumore anche il Parlamento, considerato anche il fatto che il Sindaco non ha potuto dare alla città e alla Curia una risposta concreta del suo operato, arrabattandosi inutilmente con citazioni storiche "datate" e prive di sostegno. Tarantini ha saputo appellarsi solo al fatto che la chiesa era in stato di abbandono. Situazione questa ancora più incresciosa poiché il tempio, da pochi anni restaurato con i soldi dei tranesi, è di proprietà comunale e spettava dunque proprio al governo cittadino custodirlo adeguatamente. Oltretutto Tarantini, tranne il periodo di commissariamento fra il suo primo e secondo mandato, se avesse voluto e fosse stato più attento al patrimonio artistico della città, senza ricorrere a grosse spese, avrebbe avuto tutto il tempo di far ripulire la chiesa e consegnarla alla pubblica fruizione o darla in uso agli Ortodossi che ne avevano fatta esplicita richiesta. Ma non è tutto, avrebbe potuto ascoltare due esponenti della maggioranza, Visibelli e Francesco De Noia, citati nell'Interpellanza, con quest'ultimo che avrebbe addirittura, sempre secondo il parlamentare firmatario dell'interpellanza, "scritto al consiglio dei Ministri per segnalare l'incresciosa vicenda".
L'interpellanza urgente, dopo aver evidenziato l'adozione contra legem del provvedimento (art.831 Codice Civile), gli interventi del Vescovo, dell'ex Dirigente Raimo (indicato come uno dei responsabili dal Sindaco e anche da Visibelli, ha rigettato ogni addebito), l'indignazione della popolazione per l'offesa al sentimento religioso e le critiche di taluni consiglieri di maggioranza, si rivolge al Ministro per sapere "se il Governo sia o meno a conoscenza di questa incresciosa vicenda, e se vi siano ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati; se non ritenga contraria alle leggi italiane in materia, la decisione di trasformare un luogo di culto non ancora sconsacrato in un ristorante, senza il previo assenso delle autorità ecclesiastiche, come stabilito dalla normativa vigente; se non ritenga la vicenda della chiesa di Sant'Antuono, offensiva per il sentimento religioso e popolare, per la storia, per il patrimonio artistico e culturale della città di Trani e se siano mai pervenuti al Ministero ed al Governo e quali riscontri abbiano avuto i numerosi esposti, le miriadi di segnalazioni e le aperte critiche, queste ultime inviate anche da parte di alcuni consiglieri della stessa maggioranza".
Anche se l'interpellanza urgente è dell'On. Zazzera, in pratica è come se fosse stata firmata da tutta la comunità tranese, indignata dallo "scempio compiuto dall'Amministrazione che dovrebbe chiedere scusa alla comunità dei fedeli e a tutta la città", come non esitò a gridare con estrema amarezza don Antonio Pasquadibisceglie, il sacerdote individuato come rettore della chiesa dall'Arcivescovo del tempo, Mons. Carata, all'atto della consacrazione del tempio avvenuta nel 1988. A seguito degli interventi del nostro partito, sono arrivati messaggi sibillini contenenti velate minacce, non certo provenienti dall'imprenditore, bravissimo a intuire la validità del posto per aprire un ristorante, e di questo nessuno può fargli colpa, ma sicuramente da determinati personaggi politici colti in evidente fallo.
Arrivati a questo punto, il PdCI, come già auspicato in precedenza anche attraverso i mass media non può che chiedere al Sindaco un moto di onesta intellettuale dimettendosi senza ulteriore indugio perché non ha più una maggioranza: un suo assessore, Tony D'Ambrosio ha sparato a zero sulla politica clientelare (parenti e amici, nani e ballerine) della maggioranza, il consigliere De Noia ha scritto al Consiglio dei Ministri per denunciare l'incresciosa vicenda della chiesa di Sant'Antuono, due assessori, Scoccimarro e Pappalettera hanno tagliato la corda anzitempo, altri due, ancora D'ambrosio e Valente sono in odore di licenziamento perché non graditi ai consiglieri del PDL, l'Amiu è senza consiglio di amministrazione da diversi mesi in spregio delle norme che regolano le società per azioni, la città è sempre più abbandonata e sporca, l'appalto per la sistemazione delle strade si è rivelato un flop (lo ha dichiarato lo stesso sindaco) con la probabile perdita di centinaia di migliaia di Euro, come pure quello per la sistemazione dei libri in biblioteca, senza contare il milione di Euro di contributi ministeriali sfumati per manifesta incapacità, il piano dei parcheggi farà scoppiare altre polemiche, come già si ventila anche a proposito dello stratosferico appalto dei T-red. Che altro ancora ci aspetta?»
Mario Schiralli
Ecco, di seguito, il testo dell'Interpellanza urgente dell'On.Zazzera inviatoci per e-mail.
Al Ministro per i Beni e le Attività culturali - Interpellanza urgente per sapere - premesso che:
L'indignazione generale dell'intera città e della Curia per lo scempio perpetrato, ha varcato dunque i confini cittadini. La ferrea protesta politica dei Comunisti Italiani in primis, e di altri partiti di opposizione, ha messo a rumore anche il Parlamento, considerato anche il fatto che il Sindaco non ha potuto dare alla città e alla Curia una risposta concreta del suo operato, arrabattandosi inutilmente con citazioni storiche "datate" e prive di sostegno. Tarantini ha saputo appellarsi solo al fatto che la chiesa era in stato di abbandono. Situazione questa ancora più incresciosa poiché il tempio, da pochi anni restaurato con i soldi dei tranesi, è di proprietà comunale e spettava dunque proprio al governo cittadino custodirlo adeguatamente. Oltretutto Tarantini, tranne il periodo di commissariamento fra il suo primo e secondo mandato, se avesse voluto e fosse stato più attento al patrimonio artistico della città, senza ricorrere a grosse spese, avrebbe avuto tutto il tempo di far ripulire la chiesa e consegnarla alla pubblica fruizione o darla in uso agli Ortodossi che ne avevano fatta esplicita richiesta. Ma non è tutto, avrebbe potuto ascoltare due esponenti della maggioranza, Visibelli e Francesco De Noia, citati nell'Interpellanza, con quest'ultimo che avrebbe addirittura, sempre secondo il parlamentare firmatario dell'interpellanza, "scritto al consiglio dei Ministri per segnalare l'incresciosa vicenda".
L'interpellanza urgente, dopo aver evidenziato l'adozione contra legem del provvedimento (art.831 Codice Civile), gli interventi del Vescovo, dell'ex Dirigente Raimo (indicato come uno dei responsabili dal Sindaco e anche da Visibelli, ha rigettato ogni addebito), l'indignazione della popolazione per l'offesa al sentimento religioso e le critiche di taluni consiglieri di maggioranza, si rivolge al Ministro per sapere "se il Governo sia o meno a conoscenza di questa incresciosa vicenda, e se vi siano ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati; se non ritenga contraria alle leggi italiane in materia, la decisione di trasformare un luogo di culto non ancora sconsacrato in un ristorante, senza il previo assenso delle autorità ecclesiastiche, come stabilito dalla normativa vigente; se non ritenga la vicenda della chiesa di Sant'Antuono, offensiva per il sentimento religioso e popolare, per la storia, per il patrimonio artistico e culturale della città di Trani e se siano mai pervenuti al Ministero ed al Governo e quali riscontri abbiano avuto i numerosi esposti, le miriadi di segnalazioni e le aperte critiche, queste ultime inviate anche da parte di alcuni consiglieri della stessa maggioranza".
Anche se l'interpellanza urgente è dell'On. Zazzera, in pratica è come se fosse stata firmata da tutta la comunità tranese, indignata dallo "scempio compiuto dall'Amministrazione che dovrebbe chiedere scusa alla comunità dei fedeli e a tutta la città", come non esitò a gridare con estrema amarezza don Antonio Pasquadibisceglie, il sacerdote individuato come rettore della chiesa dall'Arcivescovo del tempo, Mons. Carata, all'atto della consacrazione del tempio avvenuta nel 1988. A seguito degli interventi del nostro partito, sono arrivati messaggi sibillini contenenti velate minacce, non certo provenienti dall'imprenditore, bravissimo a intuire la validità del posto per aprire un ristorante, e di questo nessuno può fargli colpa, ma sicuramente da determinati personaggi politici colti in evidente fallo.
Arrivati a questo punto, il PdCI, come già auspicato in precedenza anche attraverso i mass media non può che chiedere al Sindaco un moto di onesta intellettuale dimettendosi senza ulteriore indugio perché non ha più una maggioranza: un suo assessore, Tony D'Ambrosio ha sparato a zero sulla politica clientelare (parenti e amici, nani e ballerine) della maggioranza, il consigliere De Noia ha scritto al Consiglio dei Ministri per denunciare l'incresciosa vicenda della chiesa di Sant'Antuono, due assessori, Scoccimarro e Pappalettera hanno tagliato la corda anzitempo, altri due, ancora D'ambrosio e Valente sono in odore di licenziamento perché non graditi ai consiglieri del PDL, l'Amiu è senza consiglio di amministrazione da diversi mesi in spregio delle norme che regolano le società per azioni, la città è sempre più abbandonata e sporca, l'appalto per la sistemazione delle strade si è rivelato un flop (lo ha dichiarato lo stesso sindaco) con la probabile perdita di centinaia di migliaia di Euro, come pure quello per la sistemazione dei libri in biblioteca, senza contare il milione di Euro di contributi ministeriali sfumati per manifesta incapacità, il piano dei parcheggi farà scoppiare altre polemiche, come già si ventila anche a proposito dello stratosferico appalto dei T-red. Che altro ancora ci aspetta?»
Mario Schiralli
Ecco, di seguito, il testo dell'Interpellanza urgente dell'On.Zazzera inviatoci per e-mail.
Al Ministro per i Beni e le Attività culturali - Interpellanza urgente per sapere - premesso che:
- a norma dell'art. 831 del Codice Civile, le chiese non possono essere sottratte alla loro destinazione, anche per effetto di alienazione finché la destinazione stessa non sia cessata secondo leggi in materia. Ora soltanto l'autorità competente, nel caso particolare l'autorità ecclesiastica, può fare cessare la destinazione. Il diritto di proprietà di una chiesa può consentire l'esercizio di determinate attività qualora non si pongano in contrasto con il fine di culto.
- nella città pugliese di Trani, nonostante non sia mai stata sconsacrata dalle autorità ecclesiastiche, la Chiesa di Sant'Antuono è stata trasformata in un ristorante;
- il Vescovo di Trani, monsignor Giovan Battista Pichierri ha dichiarato pubblicamente che: "L'attuale uso della chiesa oltre che contra legem svilisce il patrimonio culturale-artistico-architettonico e la città di Trani "perla della Puglia" non può tollerare tale umiliazione. Invito pertanto chi di dovere a trovare una soluzione al problema."
- il sig. Giovanni Raimo, dirigente della ripartizione finanziaria del Comune, dal 2004 al 2006, ha dichiarato non solo che: "Non appena giunto a Trani a fine aprile 2004, trovai una deliberazione di indirizzo della Giunta, adottata una quindicina di giorni prima del mio arrivo, con la quale si incaricava il dirigente della III ripartizione di reperire nuove risorse per far fronte alla pesante situazione debitoria del Comune." ma anche che: "Furono individuate alcune strutture che potevano portare soldi alle casse comunali e, tra queste, la piattaforma galleggiante (che però presentava grosse difficoltà relative alla sicurezza per l'uso che se ne sarebbe potuto fare) e la chiesa di Sant'Antuono."
- la stessa popolazione della città di Trani ha espresso più volte aperto disappunto per una vicenda che offende il sentimento religioso e popolare e costituisce oltraggio per la storia ed il patrimonio culturale dell'intera comunità;
- Legambiente ha manifestato il proprio dissenso nei confronti della decisione dell'amministrazione comunale tranese, inviando due esposti alla Soprintendenza e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
- aperte critiche sono state manifestate anche da membri della stessa maggioranza che guida il Comune di Trani e precisamente dai consiglieri Roberto Visibelli e Francesco De Noia. Quest'ultimo ha scritto al consiglio dei Ministri per segnalare l'incresciosa vicenda;
- se sia a conoscenza dei fatti come sopraesposti;
- se vi siano ulteriori circostanze di cui voglia mettere al corrente la Camera dei deputati;
- se non ritenga contraria alle leggi italiane in materia, la decisione di trasformare un luogo di culto non ancora sconsacrato in un ristorante, senza il previo assenso delle autorità ecclesiastiche, come stabilito dalla normativa vigente;
- se non ritenga la vicenda della chiesa di Sant'Antuono, offensiva per il sentimento religioso e popolare, per la storia, per il patrimonio artistico e culturale della città di Trani;
- se siano mai pervenuti al Ministero ed al Governo e quali riscontri abbiano avuto gli esposti e le segnalazioni sopracitati