La vitamina D: quali vantaggi?
Una nuova pagina della rubrica "Salute d'asporto" del biologo Labianca
domenica 27 settembre 2020
La principale fonte di vitamina D per l'uomo non è negli alimenti, ma nella propria pelle mediante la sintesi endogena della previtamina D3 che avviene nei cheratinociti stimolati dai raggi UVB a partire da un derivato del colesterolo, il deidrocolesterolo. La vitamina D3 viene poi idrossilata a livello epatico e a livello renale per diventare la forma biologicamente attiva detta calcitriolo.
Ricordiamo che circa l'80% del fabbisogno di vitamina D è autoprodotto a livello della pelle esposta alla radiazione solare ad opera dei raggi UVB che trasformano un derivato del colesterolo in provitamina D3. L'eventuale integrazione di vitamina D possibile anche con alimenti fortificati, andrebbe valutata caso per caso. I valori di vitamina D nel sangue, così come il profilo lipidomico completo degli acidi grassi nelle membrane dei globuli rossi, possono essere importanti marker da utilizzare per orientare un corretto profilo nutrizionale o di integrazione alimentare.
Il sole emette uno spettro molto ampio di onde elettromagnetiche suddivise a seconda della loro lunghezza d'onda. Quelle che hanno una maggior attività biologica ricadono nell'ultravioletto (100-400 nm), nel visibile (400-760 nm) e nell'infrarosso (760 – 1.400 nm). La conoscenza di questa suddivisione ha permesso di studiare selettivamente gli effetti delle varie lunghezze d'onda, trovando che alcune di esse – in particolare gli infrarossi – stimolano reazioni cellulari protettive verso i danni indotti dai raggi U.V. e un miglioramento della risposta immunologica. Poiché l'esposizione ai raggi U.V. induce stress radicalico e infiammazione cutanea che causano, tra le altre cose, anche il fotoinvecchiamento, appare utile incrementare la protezione interna delle componenti cellulari suscettibili a danni quali in DNA, i lipidi e le proteine di membrana. Per questo motivo è importante intervenire con un'alimentazione adeguata, in particolare per quanto riguarda i micronutrienti antiossidanti particolarmente utili per la pelle, quali le vitamine E, C ed A e gli antiossidanti quali i polifenoli.
L'attivazione di molecole pro-infiammatorie indotta dai raggi U.V, può essere modulata degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) Omega 3 (n-3) e l'azione antinfiammatoria viene esplicata a livello della produzione di prostaglandine derivate dagli acidi grassi di membrana. Sempre a vantaggio degli n-3 è noto un loro di inibizione della foto-immunosoppressione da esposizione al sole e quindi anche sulla prevenzione dei tumori della pelle. In pratica ciò si traduce in una dieta ricca di alimenti colorati come la frutta e la verdura di stagione e che porremo in modo prioritario nel nostro carrello della spesa. A seguire poi i cereali preferibilmente integrali (riso, orzo, farro, ecc.) e i loro derivati (pane, pasta), la frutta secca e, tra i cibi animali, i prodotti della pesca, le uova, i formaggi magri e, in misura minore, infine la carne.
Ricordiamo che circa l'80% del fabbisogno di vitamina D è autoprodotto a livello della pelle esposta alla radiazione solare ad opera dei raggi UVB che trasformano un derivato del colesterolo in provitamina D3. L'eventuale integrazione di vitamina D possibile anche con alimenti fortificati, andrebbe valutata caso per caso. I valori di vitamina D nel sangue, così come il profilo lipidomico completo degli acidi grassi nelle membrane dei globuli rossi, possono essere importanti marker da utilizzare per orientare un corretto profilo nutrizionale o di integrazione alimentare.
Il sole emette uno spettro molto ampio di onde elettromagnetiche suddivise a seconda della loro lunghezza d'onda. Quelle che hanno una maggior attività biologica ricadono nell'ultravioletto (100-400 nm), nel visibile (400-760 nm) e nell'infrarosso (760 – 1.400 nm). La conoscenza di questa suddivisione ha permesso di studiare selettivamente gli effetti delle varie lunghezze d'onda, trovando che alcune di esse – in particolare gli infrarossi – stimolano reazioni cellulari protettive verso i danni indotti dai raggi U.V. e un miglioramento della risposta immunologica. Poiché l'esposizione ai raggi U.V. induce stress radicalico e infiammazione cutanea che causano, tra le altre cose, anche il fotoinvecchiamento, appare utile incrementare la protezione interna delle componenti cellulari suscettibili a danni quali in DNA, i lipidi e le proteine di membrana. Per questo motivo è importante intervenire con un'alimentazione adeguata, in particolare per quanto riguarda i micronutrienti antiossidanti particolarmente utili per la pelle, quali le vitamine E, C ed A e gli antiossidanti quali i polifenoli.
L'attivazione di molecole pro-infiammatorie indotta dai raggi U.V, può essere modulata degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) Omega 3 (n-3) e l'azione antinfiammatoria viene esplicata a livello della produzione di prostaglandine derivate dagli acidi grassi di membrana. Sempre a vantaggio degli n-3 è noto un loro di inibizione della foto-immunosoppressione da esposizione al sole e quindi anche sulla prevenzione dei tumori della pelle. In pratica ciò si traduce in una dieta ricca di alimenti colorati come la frutta e la verdura di stagione e che porremo in modo prioritario nel nostro carrello della spesa. A seguire poi i cereali preferibilmente integrali (riso, orzo, farro, ecc.) e i loro derivati (pane, pasta), la frutta secca e, tra i cibi animali, i prodotti della pesca, le uova, i formaggi magri e, in misura minore, infine la carne.