Lando Buzzanca, Trani e la nostalgia di un teatro che non c'è più
La scomparsa del celebre attore siciliano ci riporta ai tempi in cui i grandi interpreti venivano a recitare in città
lunedì 19 dicembre 2022
11.00
Qui a Trani sono venuti i più grandi attori di cinema e teatro a calcare le tavole del palcoscenico in stagioni che avevano davvero poco da invidiare a quelle delle grandi città.
Riuscire a conquistare un abbonamento nella fila e nella posizione preferita non era facile perché era un vero assalto ad arrivare in tempo per poter scegliere tra quei quadratini sullo schema non ancora occupati dalle crocette.
La scomparsa di Lando Buzzanca ci riporta alla rappresentazione di una commedia di Feydau, prolifico autore francese di sceneggiature esilaranti, costruite su equivoci e malintesi, tradimenti e conquiste, che l'attore siciliano portò in scena nei primi anni ottanta nella nostra Città, "Sarto per signora".
Buzzanca è morto due giorni fa e non stiamo a riportare nè la sua ricchissima biografia artistica - dall'esordio con Pietro Germi alla popolarità con Risi, a ruoli finiti nello stereotipo e poi alla Rinascita con le fiction sulla Rai - nè le sue vicende tristi degli ultimi tempi, pubblicate e divulgate da tutti i media nazionali.
Ma per noi tranesi costituisce un'occasione di riflessione profonda quanto a quello che abbiamo e quello che ci manca. Un teatro vuoto è per l'anima di una collettività come un serbatoio di acqua asciutto; del teatro, inutile sottolinearlo, o forse sì, l'umanità ha avvertito il bisogno sin dagli esordi della civiltà. Sognare, riflettere, imparare, emozionarsi, divertirsi, estraniarsi dalla propria esistenza per poi, magari rivederla in modo diverso: il teatro è capace di questo e molto altro, risorsa sempre più indispensabile in un società che attinge dai social i suoi contenuti e dunque sempre più preoccupantemente superficiale.
In italia i teatri hanno ripreso a fare il tutto esaurito e anche i cinema pian piano si stanno tornando a riempire. E l'annuncio del ritorno del teatro in dialetto tranese con Enzo Guacci ha fatto il tutto esaurito per le quattro date previste, con grande entusiasmo della popolazione, dando la prova di un bisogno collettivo esaudito dopo tanti anni.
Sarebbe ora di riprendere seriamente a pensare di trovare una soluzione efficace per questo vuoto che aspetta da troppo tempo di essere colmato.
Il ricordo di Lando Buzzanca, tra i più grandi e versatili artisti italiani, tra cinema, televisione, teatro e varietà, ci impone questa riflessione. La caccia ai vip che passano, mangiano, postano due foto e vanno via sarebbe sostituita, com'era un tempo, da compagnie grandi e piccole che passando di qui lasciano invece arte, emozioni, cultura bella e piacevole per tutti i gusti come il teatro sa fare.
Riuscire a conquistare un abbonamento nella fila e nella posizione preferita non era facile perché era un vero assalto ad arrivare in tempo per poter scegliere tra quei quadratini sullo schema non ancora occupati dalle crocette.
La scomparsa di Lando Buzzanca ci riporta alla rappresentazione di una commedia di Feydau, prolifico autore francese di sceneggiature esilaranti, costruite su equivoci e malintesi, tradimenti e conquiste, che l'attore siciliano portò in scena nei primi anni ottanta nella nostra Città, "Sarto per signora".
Buzzanca è morto due giorni fa e non stiamo a riportare nè la sua ricchissima biografia artistica - dall'esordio con Pietro Germi alla popolarità con Risi, a ruoli finiti nello stereotipo e poi alla Rinascita con le fiction sulla Rai - nè le sue vicende tristi degli ultimi tempi, pubblicate e divulgate da tutti i media nazionali.
Ma per noi tranesi costituisce un'occasione di riflessione profonda quanto a quello che abbiamo e quello che ci manca. Un teatro vuoto è per l'anima di una collettività come un serbatoio di acqua asciutto; del teatro, inutile sottolinearlo, o forse sì, l'umanità ha avvertito il bisogno sin dagli esordi della civiltà. Sognare, riflettere, imparare, emozionarsi, divertirsi, estraniarsi dalla propria esistenza per poi, magari rivederla in modo diverso: il teatro è capace di questo e molto altro, risorsa sempre più indispensabile in un società che attinge dai social i suoi contenuti e dunque sempre più preoccupantemente superficiale.
In italia i teatri hanno ripreso a fare il tutto esaurito e anche i cinema pian piano si stanno tornando a riempire. E l'annuncio del ritorno del teatro in dialetto tranese con Enzo Guacci ha fatto il tutto esaurito per le quattro date previste, con grande entusiasmo della popolazione, dando la prova di un bisogno collettivo esaudito dopo tanti anni.
Sarebbe ora di riprendere seriamente a pensare di trovare una soluzione efficace per questo vuoto che aspetta da troppo tempo di essere colmato.
Il ricordo di Lando Buzzanca, tra i più grandi e versatili artisti italiani, tra cinema, televisione, teatro e varietà, ci impone questa riflessione. La caccia ai vip che passano, mangiano, postano due foto e vanno via sarebbe sostituita, com'era un tempo, da compagnie grandi e piccole che passando di qui lasciano invece arte, emozioni, cultura bella e piacevole per tutti i gusti come il teatro sa fare.