«Le Caterinette, favola di una Trani che non c'è più»

Schiralli: «Oggi siamo Cenerentola»

venerdì 26 novembre 2010
La prima puntata di Una vita fa di Rosa Barca produce un secondo intervento. Dopo le riflessioni di Franco Caffarella, è l'ex direttore della biblioteca Mario Schiralli a scrivere sulle Caterinette, tra passato, presente e futuro.

«Il primo amarcord della interessante rubrica di Rosa Barca Una vita fa, dedicata alle Caterinette tranesi, devo confessarlo, ha suscitato in me (e come me, penso, in tanti altri miei coetanei) un moto di nostalgia per quegli anni. Non solo per l'età anagrafica ben…diversa da quella attuale, ma soprattutto per la semplicità che contraddistingueva lo scorrere della vita di quegli anni. Si era appena venuti fuori dalla povertà del dopoguerra e si cominciava a respirare un pò di aria salubre, portata dal boom economico che ebbe notevoli riflessi anche su Trani grazie alla pietra.

Mi piace ritornare sulle Caterinette e aggiungere qualcosa che Raffaello Piracci non potè scrivere sul Tranesiere, perché lo aveva iniziato a pubblicare solo dal dicembre del 1959. Il festival delle Caterinette a Trani fu inventato e tenuto a battesimo, è proprio il caso di dirlo, niente popodimeno, per dirla alla Peppino-Pappagone De Filippo (anche lui imperversava, anno più anno meno, in quel periodo), dal sarto della dolce vita, quell'Emilio Schuberth (Napoli 1904-Roma 1972, nella foto con Gina Lollobrigida) considerato uno dei padri della moda Italiana, un maestro, un innovatore e un comunicatore che vestì le più belle dive del cinema.

Venuto a Trani per la prima edizione del Festival della moda, voluto dall'allora sindaco Francesco Paolo Mongelli, Schuberth girando per i laboratori delle sartorie tranesi (bene ha fatto Rosa Barca a ricordare la celeberrima Nina Simone che vestiva tutta la jet society della provincia e anche oltre), rimase affascinato dalle oscure lavoranti e propose loro, intuendone la bravura e la creatività, di pensare a presentare modelli creati da loro con il beneplacito dei titolari delle sartorie.

A questo punto non si può non ricordare la partecipazione in una delle edizioni del festival della moda (se ricordo bene si teneva nell'arena dei diecimila, oggi piazza Quercia) anche di Christian Dior che, subito dopo, organizzò nella sua Parigi una sfilata riservata esclusivamente agli abiti da sposa creati dalle suore Ventura, così chiamate dal nome della fondatrice, ma in realtà suore del Preziosissimo sangue, che curavano tante piccole orfanelle avviandole con il cucito, una volta maggiorenni, a poter vivere la loro vita con un lavoro (di quest'Ordine, Raffaello Piracci ne parla in uno dei suoi Quaderni). Fu tanto il successo parigino che Il settimanale Epoca dedicò un corposo inserto alla sfilata.

Avere un abito da sposa delle suore Ventura era un privilegio per pochi. Mia moglie poté beneficiarne, come regalo di nozze dell'allora madre superiora, suor Livia Ragno, dal fisico minuto ma con una vitalità senza pari, legata a mio padre da fraterna amicizia sin dagli anni della loro adolescenza.

Oggi il festival delle Caterinette, purtroppo, come ha ricordato l'allora mannequin Carmela Palumbo è solo un bel ricordo di quanto la città veniva amministrata con saggezza e parsimonia, imponendosi all'attenzione nazionale. Non a caso fu la prima città in Puglia non capoluogo di provincia ad avere la sua azienda autonoma di soggiorno e turismo (primo presidente l'avvocato Peppino De Feo) con decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

Oggi Trani è la cenerentola della provincia Bat. E fin quando impererà un certo tipo di politica, difficilmente ci sarà un lieto fine come nella favola di Cenerentola. Gli interessi genuini di una volta, spesi per far grande Trani e i tranesi, sono stati soppiantati da altri più sostanziosi e remunerativi, ma per pochi».

Mario Schiralli