Le file alle Poste, l'ultimo supplizio dell'estate
Utenti stremati dalle lunghe code sotto il sole e la calura
sabato 1 agosto 2020
10.10
Mi rendo conto che Poste Italiane esegue ordini dall'alto e mette in pratica le misure anti Covid in quanto l'assembramento in luogo chiuso sarebbe potenzialmente ad alto rischio. Ma devo raccogliere e girare ai dirigenti il grido di sofferenza di tanti utenti stremati dalle file sotto il sole e la calura. Passo ogni giorno presso gli uffici e vedo queste file di persone con sguardo ormai perso nel vuoto o inesorabilmente a capo chino o attaccate alle pareti, laddove la fila lo permetta, in cerca di un lembo d'ombra, d'un refolo di vento.
Situazione ormai insostenibile. Bisogna trovare una soluzione. Dice: " Ci sono le prenotazioni online". Ma decine di utenti di età medio alta non sanno manco come si accende un Brondi modello base, che quando devono manovrarlo fanno come il nonno "zagno" di Heidi del famoso cartone sul web. Figuriamoci la prenotazione a colpo secco online.
Perché non istituire turni per lettera, in ordine alfabetico, dedicando ad ogni gruppo una fascia oraria, una mezza giornata, uno straccio di ancora di salvataggio, un lembo umido di frescura, potendo tornare, pochi, a gruppi, senza il supplizio da girone infernale dei poveretti in fila, nell'ufficio?
Se ci fosse stato Dante avrebbe creato un nuovo gruppo di dannati. Ma sti' poveracci, ancora in carne ed ossa e non ancora "anime prave", che cacchio hanno fatto di male? Che colpa devono espiare davanti alla porta d'ingresso delle Poste, laddove lasciare ogni speranza di sollievo dal caldo?
Che poi passeggio di sera davanti ai locali della "movida pro Covid" (mo' non se la prendessero i padroni dei locali, ché questa è sfumatura ironica...) e guardo come Dante e Virgilio messi insieme, le centinaia di ragazzi che, seppur all'aperto ok, stanno tutti attaccati col bicchiere in mano, stretti stretti come neo sardine impavide. Ma allora perché quelli sì, le neosardine intendo ed i poveracci a morire sotto il sole cocente che scortica capocchie e capocce?
Situazione ormai insostenibile. Bisogna trovare una soluzione. Dice: " Ci sono le prenotazioni online". Ma decine di utenti di età medio alta non sanno manco come si accende un Brondi modello base, che quando devono manovrarlo fanno come il nonno "zagno" di Heidi del famoso cartone sul web. Figuriamoci la prenotazione a colpo secco online.
Perché non istituire turni per lettera, in ordine alfabetico, dedicando ad ogni gruppo una fascia oraria, una mezza giornata, uno straccio di ancora di salvataggio, un lembo umido di frescura, potendo tornare, pochi, a gruppi, senza il supplizio da girone infernale dei poveretti in fila, nell'ufficio?
Se ci fosse stato Dante avrebbe creato un nuovo gruppo di dannati. Ma sti' poveracci, ancora in carne ed ossa e non ancora "anime prave", che cacchio hanno fatto di male? Che colpa devono espiare davanti alla porta d'ingresso delle Poste, laddove lasciare ogni speranza di sollievo dal caldo?
Che poi passeggio di sera davanti ai locali della "movida pro Covid" (mo' non se la prendessero i padroni dei locali, ché questa è sfumatura ironica...) e guardo come Dante e Virgilio messi insieme, le centinaia di ragazzi che, seppur all'aperto ok, stanno tutti attaccati col bicchiere in mano, stretti stretti come neo sardine impavide. Ma allora perché quelli sì, le neosardine intendo ed i poveracci a morire sotto il sole cocente che scortica capocchie e capocce?