Legge sugli appalti, la Cgil nelle piazze per raccogliere 300.000 firme

Marconi: «Occorre una proposta che tuteli i lavoratori e che eviti gli episodi di corruzione»

sabato 21 marzo 2015 6.50
A cura di Alessandra Vacca
Mantenimento dell'occupazione in caso di cambio di appalto, se si è in presenza della continuità del lavoro: è questo in sostanza che la Cgil chiede nella campagna per la tutela dei diritti dei lavoratori degli appalti (circa 3,5 milioni di persone). Per questa ragione, nella giornata di giovedì la Cgil è scesa nelle piazze di tutta Italia per una raccolta firme intitolata "Appalti, mettiamoci una firma sopra", per arrivare ad una proposta di legge di iniziativa popolare perché, spiegano dal sindacato, "i diritti non sono in appalto". Anche nella Bat sono stati allestiti diversi banchetti nelle principali città della provincia per raggiungere lo scopo: presentare in Parlamento entro fine aprile non meno di 300.000 firme, affinché si possa dare il via ad una proposta di legge d'iniziativa popolare sugli appalti pubblici e privati.

«L'obiettivo è tutelare e garantire i lavoratori nei campi di appalti e nei nuovi appalti – dichiara Massimo Marcone, segretario provinciale Cgil Bat -. Una legge assolutamente attuale in vista dei recenti casi di cronaca giudiziaria e anche alla luce dell'approvazione del Jobs Act. Una legge necessaria per evitare che l'introduzione della nuova normativa, che prevede la diminuzione di una serie di diritti per i nuovi appalti (vedi l'art.18 della Costituzione) possa avere riverbero negli appalti in filiera».

La proposta della Cgil si articola in tre punti: affermare una tutela reale dei trattamenti dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici e privati, messi in discussione da almeno tre provvedimenti legislativi in questi ultimi due anni; contrastare le pratiche di concorrenza sleale tra le imprese che non solo finiscono per ripercuotersi pesantemente sulle stesse condizioni di lavoro ma perseguono una logica di competitività fra imprese fondata sulla prevalenza del principio dei costi in alternativa alla qualità del lavoro e alle capacità imprenditoriali; consolidare ed estendere la clausola sociale riferita al mantenimento del posto di lavoro in caso di cambio di appalto affermando che, laddove cambia la titolarità dell'appalto ma si è in presenza della continuità del lavoro, è legittimo consolidare la continuità dei rapporti di lavoro in essere.

«Noi chiediamo – conclude Marcone - che vengano tutelati tutti i diritti contrattualmente garantiti. Per questo occorre una legge chiara sugli appalti e che eviti tutti gli episodi di evasione e di corruzione».