Lo scultore Antonio Bassi, ultimo segretario del Fascio di Trani

Tra i 54 ostaggi del 18 settembre 1943

martedì 16 settembre 2008
Uno dei meriti indiscussi della prima Giunta Tarantini è stato anche quello di aver ripristinato in Trani la memoria storica della città: esempio emblematico l'installazione al centro della città, nello stesso punto dove avvenne il tragico episodio del 18 settembre 1943 che poteva trasformarsi in una carneficina, della lapide recante i nomi dei 54 ostaggi così come erano stati riportati dal cancelliere arcivescovile mons. Altobello sulla lapide da lui fatta affiggere sulla facciata del Santuario dell'Apparizione in via Andria e benedetta dallo stesso mons. Petronelli nel primo anniversario dell'evento il 18 settembre '44. Leggendo quei 54 nomi (e non 50 come è stato sempre scritto) si scopre che tra gli ostaggi c'era lo stesso segretario del Fascio dell'epoca, lo scultore Antonio Bassi, che fu trascinato in piazza per subirne la stessa sorte. In quel tristissimo frangente il suo intervento presso il comandante tedesco fu assolutamente decisivo e determinante perché era l'unico dei quattro protagonisti a conoscere benissimo il tedesco ed a poter colloquiare col comandante tedesco.
Infatti, dal volume del prof. Di Palo "La cultura del ‘900 a Trani", leggiamo che Antonio Bassi fu scultore, nato a Trani nel 1889 (quindi quel 18 settembre aveva 54 anni) e morto nel 1965. "Scultore di impianto classico – prosegue il Di Palo nel suo testo- studiò a Roma e a Vienna, raggiungendo una discreta fama nella regione". Basti ricordare le sculture che egli ha lasciato a Trani: il Monumento ai Caduti nella Villa Comunale e nel Cimitero; la statua dell'Immacolata in piazza Libertà; la lapide ad Antonio Piccinni, e (ironia della sorte) anche quei medaglioni posti ai quattro angoli delle due fontane che si trovano proprio in quel punto in piazza della Repubblica attorno al monumento a Bovio. Avendo studiato a Vienna, nella capitale austriaca, dove per l'appunto si parla il tedesco, e per giunta nella stessa nazione di quel comandante tedesco che comandava il plotone di esecuzione e che tutti asseriscono essere di Salisburgo e di religione cattolica, il Bassi era l'unico in grado di farsi comprendere. Non solo, ma tutti sanno benissimo che all'epoca tra il Podestà ed il Segretario del Fascio c'era sempre stretta collaborazione, ed a Trani lo si vide anche quella mattina quando entrambi si batterono strenuamente per salvare la vita dei loro concittadini. Ma c'è di più: Antonio Bassi non chiese alcun privilegio per sé, pur essendo segretario del fascio e pur essendo l'unico che sapesse parlare in tedesco col comandante, per cui avrebbe anche potuto "accattivarselo" per salvarsi, ma non pensò mai minimamente di farlo. Con il podestà Pappolla rimase sino alla fine in quella piazza sino a quando non fu lasciato andar via l'ultimo degli ostaggi (mons. Petronelli era andato via dopo aver benedetto tutti e portando con sé il primicerio mons. Maggi che figura primo tra gli ostaggi) e dopo essersi accomiatati con una stretta di mano col comandante tedesco.
In quella occasione, soprattutto il Bassi, dimostrò di non essere affatto uomo di parte o di Partito, perché si preoccupò della salvezza di tutti gli ostaggi dimostrandosi primo nel dovere e nel sacrificio. Giustamente scrisse Raffaello Piracci: "Inchiniamoci riverenti alla memoria di Giuseppe Pappolla, Francesco Petronelli, Raffaele Perrone, Antonio Bassi". Ai loro nomi dobbiamo aggiungere anche quello di Isabella Terrafino in Quatera che insieme ad altre donne non esitò un attimo a recarsi in Arcivescovado per richiedere l'intervento dell'Arcivescovo. Senza dire che l'ultima parola spettò a quel comandante tedesco Friedrich Kurtz che Trani finalmente ha riportato sulla lapide di Piazza Repubblica con spirito di riconoscente gratitudine, giacchè senza il suo consenso quella giornata avrebbe avuto un tragico epilogo.

Franco Di Pinto

Foto di Antonio Bassi tratta dal volume di Raffaello Piracci (ed. Il Tranesiere). Il nome di Antonio Bassi inserito nella lapide sita nella centralissima Piazza Repubblica a Trani.