Lorenzo Valeri tipografo a Trani nel Seicento
Incontro di Obiettivo Trani e Società di storia patria per la Puglia.
venerdì 11 marzo 2005
La Sezione di Trani della Società di storia patria per la Puglia e l'Associazione "Obiettivo Trani" organizzano per sabato 12 marzo alle ore 19,30 presso la Chiesa di San Luigi un incontro sul tema "Lorenzo Valeri tipografo a Trani nel Seicento". Riferirà sui risultati delle ricerche bibliografiche condotte nella Biblioteca Comunale di Trani, nella Nazionale di Bari e in numerose altre biblioteche italiane, il dott. Luciano Carcereri, bibliotecario alla Biblioteca Nazionale di Bari, insieme con le dottoresse Valeria Cormio, Emilia Nenna, Daniela Pellegrino. I relatori sono anche autori di un saggio sull'argomento pubblicato dalla rivista «Lares» nel 2002.
Giovanni Beltrani intitolava un articolo sul «Bollettino di cultura e bibliografia varia» L'arte della stampa fu introdotta in Puglia dalla sede di Trani proprio per sottolineare il ruolo svolto dal tipografo Lorenzo Valeri. Romano di origine, si trasferì stabilmente a Trani nel 1619, su sollecitazione dell'arcivescovo Diego Alvarez e qui operò, con trasferimenti temporanei anche in altri centri pugliesi e campani, fino al 1656.
L'attività di Valeri, che coltivava anche interessi letterari segnalati dalla produzione di alcune opere agiografiche scritte per la rappresentazione scenica, fu quanto mai ampia e articolata. Sono documentati rapporti di amicizia e comunanza di interessi con l'altro tipografo di rilievo attivo in Puglia nel Seicento, il borgognone Pietro Micheli, il quale soggiornò a Trani prima di andare ad aprire la tipografia a Bari e poi, più stabilmente, a Lecce. Nella bottega di Lorenzo Valeri si formarono altri giovani tipografi, tra cui bisogna ricordare il tranese Nicolò Francesco Russo, che esercitò la professione a Lecce in società con Pietro Micheli. La stessa figlia adottiva di Valeri, Anna, venne avviata al lavoro dell'impresa tipografica e data in moglie a Domenico Beltrano, nipote del tipografo calabrese attivo a Napoli Ottavio Beltrano.
Lo stretto legame di Lorenzo Valeri con la città di Trani è segnalato in particolare da un'opera, edita nel 1642, di cui è anche autore, Il Nicola Peregrino. In essa egli pone esplicitamente anche le proprie doti e capacità intellettuali e letterarie al servizio della tradizione popolare locale, ricercando - così in pratica si esprime nella dedica alla città di Trani - il riconoscimento e l'omologazione culturale da parte dei propri concittadini di adozione.
La prospera attività di Valeri è contrassegnata anche da una grande mobilità sul territorio, alla ricerca di commesse interessanti e di lavoro: si allontanò da Trani una prima volta nel 1627 per trasferirsi a Brindisi, dove era stato chiamato dall'arcivescovo Juan de Santisteban de Falces, per lavorare "in Archiepiscopali Palatio". A Brindisi Valeri ebbe modo di arricchire la tipografia acquisendo casse di caratteri tipografici e altro materiale decorativo appartenuti al copertinese Giovanni Bernardino Desa, la cui officina non operava più da tempo, essendo stato attivo alla fine del XVI secolo.
A Montefusco, località campana tra Avellino e Benevento, la tipografia Valeri è attiva nel 1636; dieci anni dopo il suo torchio stampa a Foggia e nel 1647 a Barletta. Conclude un accordo societario con il romano Francesco Zannetti attivo a Bari, ma la morte per peste pone fine alla sua vita nel 1656. Non cessa però l'attività della tipografia che continuerà ad operare con la denominazione "Eredi del Valeri" con alterne vicende e con un ulteriore temporaneo trasferimento a Melfi nel 1661. Nel 1719 il tranese Giuseppe Crudo rileverà l'impresa.
Un aspetto di rilievo dell'attività tipografica di Valeri è la stampa di opere in spagnolo, i cui autori sono perlopiù notabili del governatorato degli Asburgo di Spagna sui territori dell'Italia Meridionale. Molto interessante infine è la ricchezza dei materiali iconografici (silografie e calcografie) utilizzati nelle pubblicazioni. Valeri si avvale regolarmente della collaborazione di un artista bitontino, Francesco de Corduba, che disegna e incide per la tipografia frontespizi con dovizia di decori, la marca tipografica, nella quale è rappresentata l'idra dalle sette teste contornata dal motto "Supremo fine", e tavole calcografiche che rendono alcune edizioni delle vere preziosità.
In sintesi l'attività di Lorenzo Valeri in Puglia si sviluppa dal 1622 (anno in cui compaiono le prime pubblicazioni tranesi con il suo nome) al 1656. Nell'arco di 35 anni produce circa settanta edizioni (tante sono quelle fino ad oggi individuate), ma l'attività di riordino dei fondi antichi delle biblioteche potrebbe riportarne alla luce altre.
Giovanni Beltrani intitolava un articolo sul «Bollettino di cultura e bibliografia varia» L'arte della stampa fu introdotta in Puglia dalla sede di Trani proprio per sottolineare il ruolo svolto dal tipografo Lorenzo Valeri. Romano di origine, si trasferì stabilmente a Trani nel 1619, su sollecitazione dell'arcivescovo Diego Alvarez e qui operò, con trasferimenti temporanei anche in altri centri pugliesi e campani, fino al 1656.
L'attività di Valeri, che coltivava anche interessi letterari segnalati dalla produzione di alcune opere agiografiche scritte per la rappresentazione scenica, fu quanto mai ampia e articolata. Sono documentati rapporti di amicizia e comunanza di interessi con l'altro tipografo di rilievo attivo in Puglia nel Seicento, il borgognone Pietro Micheli, il quale soggiornò a Trani prima di andare ad aprire la tipografia a Bari e poi, più stabilmente, a Lecce. Nella bottega di Lorenzo Valeri si formarono altri giovani tipografi, tra cui bisogna ricordare il tranese Nicolò Francesco Russo, che esercitò la professione a Lecce in società con Pietro Micheli. La stessa figlia adottiva di Valeri, Anna, venne avviata al lavoro dell'impresa tipografica e data in moglie a Domenico Beltrano, nipote del tipografo calabrese attivo a Napoli Ottavio Beltrano.
Lo stretto legame di Lorenzo Valeri con la città di Trani è segnalato in particolare da un'opera, edita nel 1642, di cui è anche autore, Il Nicola Peregrino. In essa egli pone esplicitamente anche le proprie doti e capacità intellettuali e letterarie al servizio della tradizione popolare locale, ricercando - così in pratica si esprime nella dedica alla città di Trani - il riconoscimento e l'omologazione culturale da parte dei propri concittadini di adozione.
La prospera attività di Valeri è contrassegnata anche da una grande mobilità sul territorio, alla ricerca di commesse interessanti e di lavoro: si allontanò da Trani una prima volta nel 1627 per trasferirsi a Brindisi, dove era stato chiamato dall'arcivescovo Juan de Santisteban de Falces, per lavorare "in Archiepiscopali Palatio". A Brindisi Valeri ebbe modo di arricchire la tipografia acquisendo casse di caratteri tipografici e altro materiale decorativo appartenuti al copertinese Giovanni Bernardino Desa, la cui officina non operava più da tempo, essendo stato attivo alla fine del XVI secolo.
A Montefusco, località campana tra Avellino e Benevento, la tipografia Valeri è attiva nel 1636; dieci anni dopo il suo torchio stampa a Foggia e nel 1647 a Barletta. Conclude un accordo societario con il romano Francesco Zannetti attivo a Bari, ma la morte per peste pone fine alla sua vita nel 1656. Non cessa però l'attività della tipografia che continuerà ad operare con la denominazione "Eredi del Valeri" con alterne vicende e con un ulteriore temporaneo trasferimento a Melfi nel 1661. Nel 1719 il tranese Giuseppe Crudo rileverà l'impresa.
Un aspetto di rilievo dell'attività tipografica di Valeri è la stampa di opere in spagnolo, i cui autori sono perlopiù notabili del governatorato degli Asburgo di Spagna sui territori dell'Italia Meridionale. Molto interessante infine è la ricchezza dei materiali iconografici (silografie e calcografie) utilizzati nelle pubblicazioni. Valeri si avvale regolarmente della collaborazione di un artista bitontino, Francesco de Corduba, che disegna e incide per la tipografia frontespizi con dovizia di decori, la marca tipografica, nella quale è rappresentata l'idra dalle sette teste contornata dal motto "Supremo fine", e tavole calcografiche che rendono alcune edizioni delle vere preziosità.
In sintesi l'attività di Lorenzo Valeri in Puglia si sviluppa dal 1622 (anno in cui compaiono le prime pubblicazioni tranesi con il suo nome) al 1656. Nell'arco di 35 anni produce circa settanta edizioni (tante sono quelle fino ad oggi individuate), ma l'attività di riordino dei fondi antichi delle biblioteche potrebbe riportarne alla luce altre.