Luna di Sabbia ricorda Pier Paolo Pasolini
Nel quarantennale della sua morte, in scena un recital di Ninni Vernola
lunedì 11 maggio 2015
11.48
La libreria Luna di sabbia ricorda il poeta delle Ceneri, Pier Paolo Pasolini, nel quarantennale della morte, con un recital dell'attore Ninnì Vernola dal titolo "Pasolini, prossimo nostro" in programma per giovedì 14 maggio a partire dalle 19.30. Introduce Vito Santoro
Si tratta di un lavoro incentrato sugli scritti luterani e corsari del Poeta delle Ceneri, quelli in cui – si pensi alla celebre Abiura dalla «Trilogia della vita» (giugno 1975) – Pasolini sottolineava come con l'accamparsi assoluto e totalitario dell'universo moderno del presente erano andati scomparendo, oltre alla sacralità del passato, anche il corpo («l'ultimo luogo in cui abitava la realtà») e quella poesia, che dava voce e vita al corpo stesso. Così nel momento in cui l'esito colonizzatore del nuovo Potere consumistico sembrava consistere ormai, biopoliticamente, nella «presa della morte sulla vita», e sembrava dare luogo ad una neo-borghesia come «forma razziale» dell'umanità intera, egli allora metteva in scena l'aspirazione a movimenti leggeri, straniati, 'mozartiani': metafora dell'illusione, angosciosamente livida e prometeica, di trasformare la morte in vita artificiale.
Si tratta di un lavoro incentrato sugli scritti luterani e corsari del Poeta delle Ceneri, quelli in cui – si pensi alla celebre Abiura dalla «Trilogia della vita» (giugno 1975) – Pasolini sottolineava come con l'accamparsi assoluto e totalitario dell'universo moderno del presente erano andati scomparendo, oltre alla sacralità del passato, anche il corpo («l'ultimo luogo in cui abitava la realtà») e quella poesia, che dava voce e vita al corpo stesso. Così nel momento in cui l'esito colonizzatore del nuovo Potere consumistico sembrava consistere ormai, biopoliticamente, nella «presa della morte sulla vita», e sembrava dare luogo ad una neo-borghesia come «forma razziale» dell'umanità intera, egli allora metteva in scena l'aspirazione a movimenti leggeri, straniati, 'mozartiani': metafora dell'illusione, angosciosamente livida e prometeica, di trasformare la morte in vita artificiale.