Lunedì la chiusura del ristorante Il Polletto: e Colonna si spegne un po' di più
Nelle parole di Francesco Piazzolla il suo tentativo di aver contribuito a illuminare una parte della Città che vive solo d'estate
sabato 29 ottobre 2022
Sono già alcune settimane che nella città sono stati affissi dei grandi manifesti 6x3 con un saluto plateale alla clientela da parte del proprietario e dello staff del ristorante "Il polletto", che da tre anni a questa parte aveva dato luce nuova a Colonna anche grazie all'area esterna a ridosso della baia del pescatore.
"I costi della ristorazione sono sempre più alti, tra bollette, materie prime di qualità, come quelle che abbiamo sempre utilizzato - sottolinea il proprietario Francesco Piazzolla - e difficoltà di reperire forza lavoro: ma non sono state solo queste le difficoltà incontrate".
Il problema più pesante è stato quello di sentirsi soli nello sforzo di animare una parte della Città che dovrebbe essere l'altro polo pulsante di Trani dal punto di vista attrattivo e turistico come Colonna e che invece, con la chiusura degli stabilimenti balneari, si spegne completamente: "Affrontare un altro inverno nella desolazione di un piazzale che - fatta eccezione per il Bistrot di fronte al mio ristorante, Mareluna, non ha alcun tipo di attrattiva se non quello di una affascinante passeggiata lungo il mare, davvero è un'impresa che non mi sento motivato ad affrontare ancora", ha aggiunto Piazzolla.
E già, perché se consideriamo le macerie della - un tempo gloriosa - Lampara e il locale della ex Terrazza sul mare, per il quale è stato chiesto dal Comune un canone di locazione decisamente molto alto, (60.000€ annui), davvero c'è di che sentirsi soli.
Piazzolla ci ha raccontato anche di aver dovuto combattere con alcuni ostacoli amministrativi, mentre c'è da considerare che insieme a i proprietari Mareluna sono sempre stati disponibili con passanti e turisti a che potessero usufruire dei servizi igienici che a Colonna sono inesistenti, nonostante i solleciti rivolti all'Amministrazione per il ripristino dei bagni abbandonati sotto la Terrazza sul Mare.
"Ho pedissequamente applicato tutte le regole che mi è stato detto di osservare mentre nessuna attenzione era rivolta alla situazione che ogni sera si verificava sulla spiaggia libera e sul gazebo a esclusivo utilizzo dei disabili accanto ai tavoli del mio ristorante: luoghi di barbecue, festini e bivacchi, che ogni notte diventavano un tappeto di spazzatura abitato fino al primo mattino da topi, per i quali abbiamo dovuto prendere provvedimenti a nostre spese".
Una mancanza di visione, per dirla in un'espressione sola e efficace, nella città decantata dal Washington Post come la meta ideale per l'autunno: le luci d'autunno infatti si spengono a Colonna, la penisola che è stato il primo luogo di insediamento degli uomini dell'età del bronzo e che oggi potrebbe essere un centro di gravità turistico in ogni stagione, con locali, attrazioni, eventi anche all'aperto.
Ma se anche l'unica bellezza artistica della zona, il Monastero, ha richiuso i suoi battenti dopo la straordinaria parentesi della mostra di Giovanni Raspini che ha attratto oltre 7000 persone in soli nove giorni, c'è da comprendere le ragioni di questa chiusura. Sdoganare l'idea di Trani come luogo prevalentemente estivo sembra davvero un'impresa impossibile. Peccato, davvero, perché l'eco della sua bellezza sta davvero girando il mondo.
"I costi della ristorazione sono sempre più alti, tra bollette, materie prime di qualità, come quelle che abbiamo sempre utilizzato - sottolinea il proprietario Francesco Piazzolla - e difficoltà di reperire forza lavoro: ma non sono state solo queste le difficoltà incontrate".
Il problema più pesante è stato quello di sentirsi soli nello sforzo di animare una parte della Città che dovrebbe essere l'altro polo pulsante di Trani dal punto di vista attrattivo e turistico come Colonna e che invece, con la chiusura degli stabilimenti balneari, si spegne completamente: "Affrontare un altro inverno nella desolazione di un piazzale che - fatta eccezione per il Bistrot di fronte al mio ristorante, Mareluna, non ha alcun tipo di attrattiva se non quello di una affascinante passeggiata lungo il mare, davvero è un'impresa che non mi sento motivato ad affrontare ancora", ha aggiunto Piazzolla.
E già, perché se consideriamo le macerie della - un tempo gloriosa - Lampara e il locale della ex Terrazza sul mare, per il quale è stato chiesto dal Comune un canone di locazione decisamente molto alto, (60.000€ annui), davvero c'è di che sentirsi soli.
Piazzolla ci ha raccontato anche di aver dovuto combattere con alcuni ostacoli amministrativi, mentre c'è da considerare che insieme a i proprietari Mareluna sono sempre stati disponibili con passanti e turisti a che potessero usufruire dei servizi igienici che a Colonna sono inesistenti, nonostante i solleciti rivolti all'Amministrazione per il ripristino dei bagni abbandonati sotto la Terrazza sul Mare.
"Ho pedissequamente applicato tutte le regole che mi è stato detto di osservare mentre nessuna attenzione era rivolta alla situazione che ogni sera si verificava sulla spiaggia libera e sul gazebo a esclusivo utilizzo dei disabili accanto ai tavoli del mio ristorante: luoghi di barbecue, festini e bivacchi, che ogni notte diventavano un tappeto di spazzatura abitato fino al primo mattino da topi, per i quali abbiamo dovuto prendere provvedimenti a nostre spese".
Una mancanza di visione, per dirla in un'espressione sola e efficace, nella città decantata dal Washington Post come la meta ideale per l'autunno: le luci d'autunno infatti si spengono a Colonna, la penisola che è stato il primo luogo di insediamento degli uomini dell'età del bronzo e che oggi potrebbe essere un centro di gravità turistico in ogni stagione, con locali, attrazioni, eventi anche all'aperto.
Ma se anche l'unica bellezza artistica della zona, il Monastero, ha richiuso i suoi battenti dopo la straordinaria parentesi della mostra di Giovanni Raspini che ha attratto oltre 7000 persone in soli nove giorni, c'è da comprendere le ragioni di questa chiusura. Sdoganare l'idea di Trani come luogo prevalentemente estivo sembra davvero un'impresa impossibile. Peccato, davvero, perché l'eco della sua bellezza sta davvero girando il mondo.