Mangione: «Elgasud non è un flop ma una grande sfida»
Il presidente della multiutility risponde ad un articolo de La Gazzetta
martedì 27 maggio 2008
«Mi rendo conto che per un giornale un titolo cosiddetto di "acchiappo" sia più allettante e più di impatto su un lettore ma, quello apparso in questi giorni sulle pagine della Cronaca di Bari de "La Gazzetta del Mezzogiorno" dall'inequivocabile attacco "Energia, flop della Elgasud" sia eccessivo, fuorviante e fonte di disorientamento per la gestione in essere, con effetti negativi per i contratti potenziali oltre che per quelli conclusi, nei confronti di una società, la prima nel Sud, in grado di vendere energia in modo moderno come sta già avvenendo nel resto d'Italia e d'Europa. Ma le novità e le sfide spesso vengono viste ingiustamente con diffidenza diventando facili bersagli per chi vorrebbe, anacronisticamente, fermare il tempo.
Da Presidente di Elgasud mi preme chiarire che la annunciata disponibilità ( poi ritirata nel corso della giornata del 20 cm) a rimettere il mandato da parte dell'Amministratore Delegato dott. Madaro, peraltro mai ufficializzate in Elgasud ma bensì in Pugliaenergy, è scaturita da divergenze o forse, più semplicemente, da una diversità di vedute in merito alla definizione degli obiettivi di budget del 2008 ed in particolare in relazione alla distribuzione dei volumi di vendita da ripartire sui territori di competenza dei comuni di Bari e Trani oltre che ad alcune voci quali i costi dei servizi forniti dai soci partner inserite nel budget di spesa. Dunque, è doveroso chiarire, che la scelta è stata dettata solo da questi fattori e non già dai "deludenti" risultati economici rispetto alle attese, come invece riportato nell'articolo.
Indubbiamente l'andamento del 2007 non si è allineato con gli obiettivi previsti nel "Business Plan" quinquennale dell'azienda e questo sia per un ritardo nella partenza delle attività rispetto ai tempi canonici scanditi dalle campagne di vendita dell' energia, sia per difficoltà insorte nello sviluppo dell'iniziativa nelle città di Bari e Trani. Buona parte dell'anno 2007 in effetti è servita per la messa a punto dei complessi processi di avviamento della multiutility e, nonostante tutto, si è riusciti nella seconda parte dell'anno ad acquisire un certo numero di clienti di rilevante importanza, sia in Puglia che in Basilicata, per quanto riguarda l'energia elettrica. Inoltre si è provveduto anche ad imbastire la campagna di vendita di ottobre volta a concretizzare un portafoglio clienti per il 2008.
Ma, soprattutto, non si è sbloccata la situazione dei mercati di Bari e Trani, che sottoposti ai vincoli di "territorialità" dell'accordo, dovevano apportare sopratutto inizialmente linfa vitale alla società neonata. La conclusione è che i risultati del 2007, 5 Gwh fatturati oltre a 80 Gwh acquisiti tra ottobre e dicembre per l'energia elettrica, pur determinando un ritardo rispetto al primo budget, rappresentano un patrimonio discreto e soprattutto un importante segnale di grande potenzialità. Tenendo conto che Elgasud ha operato solo con le risorse commerciali "nuove" messe in campo e su un territorio regionale nel quale è stata considerata come un qualsiasi operatore agente sul mercato, il risultato va considerato di tutto rispetto e l'anno 2007 valutato come l'anno di avviamento necessario per oliare i meccanismi del processo di vendita ed imbastire il piano di marketing per gli anni a venire.
Nel 2008 le aspettative, e di conseguenza il budget, sono state definite in modo che, sbloccate le difficoltà descritte, la società poteva già portarsi in utile. Voglio ricordare che l'iniziativa della società di vendita si è orientata ai clienti business e retail non a caso: per un nuovo marchio, in fatti, è più facile la presa su clienti abituati a percepire maggiormente la redditività di un contratto di approvvigionamento e che hanno sicuramente meno remore a cambiare operatore a fronte di un servizio remunerativo e di alta qualità.
Anche questo caso spiega come l'apporto del territorio possa risultare determinante in quanto le grandi utenze delle due regioni dovrebbero per prime accogliere gli stimoli di fare "rete " accettando e, perché no, privilegiando una società, la prima al Sud, in grado di vendere energia in modo moderno utilizzando risorse e competenze locali oltre a privilegiare l'economia dei conti aziendali. Insomma la scelta non era causale ma programmata sul Business plan e in futuro, grazie all'apporto delle società e alle organizzazioni di vendita locali sul "posto" , si sarebbe sviluppato anche il mercato residenziale non altrettanto remunerativo se non sui grossi numeri.
Infine un'ultima precisazione sui costi che hanno ridotto i margini rispetto al fatturato: si tratta solo di costi vivi indispensabili, tutte le società già impiantate di questo tipo hanno adottato la politica dell'assorbire, quanto più è possibile al proprio interno, i costi operativi tenendo conto dell'effetto di scala soprattutto per i primi anni di avviamento della società. In conclusione, Elgasud non è un flop ma una grande sfida. Una realtà che continuerà ad operare a prescindere dal diverso interesse che ciascun territorio locale vorrà in qualche misura esprimere.»
Dott. Alfonso Maria Mangione
Da Presidente di Elgasud mi preme chiarire che la annunciata disponibilità ( poi ritirata nel corso della giornata del 20 cm) a rimettere il mandato da parte dell'Amministratore Delegato dott. Madaro, peraltro mai ufficializzate in Elgasud ma bensì in Pugliaenergy, è scaturita da divergenze o forse, più semplicemente, da una diversità di vedute in merito alla definizione degli obiettivi di budget del 2008 ed in particolare in relazione alla distribuzione dei volumi di vendita da ripartire sui territori di competenza dei comuni di Bari e Trani oltre che ad alcune voci quali i costi dei servizi forniti dai soci partner inserite nel budget di spesa. Dunque, è doveroso chiarire, che la scelta è stata dettata solo da questi fattori e non già dai "deludenti" risultati economici rispetto alle attese, come invece riportato nell'articolo.
Indubbiamente l'andamento del 2007 non si è allineato con gli obiettivi previsti nel "Business Plan" quinquennale dell'azienda e questo sia per un ritardo nella partenza delle attività rispetto ai tempi canonici scanditi dalle campagne di vendita dell' energia, sia per difficoltà insorte nello sviluppo dell'iniziativa nelle città di Bari e Trani. Buona parte dell'anno 2007 in effetti è servita per la messa a punto dei complessi processi di avviamento della multiutility e, nonostante tutto, si è riusciti nella seconda parte dell'anno ad acquisire un certo numero di clienti di rilevante importanza, sia in Puglia che in Basilicata, per quanto riguarda l'energia elettrica. Inoltre si è provveduto anche ad imbastire la campagna di vendita di ottobre volta a concretizzare un portafoglio clienti per il 2008.
Ma, soprattutto, non si è sbloccata la situazione dei mercati di Bari e Trani, che sottoposti ai vincoli di "territorialità" dell'accordo, dovevano apportare sopratutto inizialmente linfa vitale alla società neonata. La conclusione è che i risultati del 2007, 5 Gwh fatturati oltre a 80 Gwh acquisiti tra ottobre e dicembre per l'energia elettrica, pur determinando un ritardo rispetto al primo budget, rappresentano un patrimonio discreto e soprattutto un importante segnale di grande potenzialità. Tenendo conto che Elgasud ha operato solo con le risorse commerciali "nuove" messe in campo e su un territorio regionale nel quale è stata considerata come un qualsiasi operatore agente sul mercato, il risultato va considerato di tutto rispetto e l'anno 2007 valutato come l'anno di avviamento necessario per oliare i meccanismi del processo di vendita ed imbastire il piano di marketing per gli anni a venire.
Nel 2008 le aspettative, e di conseguenza il budget, sono state definite in modo che, sbloccate le difficoltà descritte, la società poteva già portarsi in utile. Voglio ricordare che l'iniziativa della società di vendita si è orientata ai clienti business e retail non a caso: per un nuovo marchio, in fatti, è più facile la presa su clienti abituati a percepire maggiormente la redditività di un contratto di approvvigionamento e che hanno sicuramente meno remore a cambiare operatore a fronte di un servizio remunerativo e di alta qualità.
Anche questo caso spiega come l'apporto del territorio possa risultare determinante in quanto le grandi utenze delle due regioni dovrebbero per prime accogliere gli stimoli di fare "rete " accettando e, perché no, privilegiando una società, la prima al Sud, in grado di vendere energia in modo moderno utilizzando risorse e competenze locali oltre a privilegiare l'economia dei conti aziendali. Insomma la scelta non era causale ma programmata sul Business plan e in futuro, grazie all'apporto delle società e alle organizzazioni di vendita locali sul "posto" , si sarebbe sviluppato anche il mercato residenziale non altrettanto remunerativo se non sui grossi numeri.
Infine un'ultima precisazione sui costi che hanno ridotto i margini rispetto al fatturato: si tratta solo di costi vivi indispensabili, tutte le società già impiantate di questo tipo hanno adottato la politica dell'assorbire, quanto più è possibile al proprio interno, i costi operativi tenendo conto dell'effetto di scala soprattutto per i primi anni di avviamento della società. In conclusione, Elgasud non è un flop ma una grande sfida. Una realtà che continuerà ad operare a prescindere dal diverso interesse che ciascun territorio locale vorrà in qualche misura esprimere.»
Dott. Alfonso Maria Mangione