Medici de-stabilizzati, disagi in vista nell'ospedale di Trani
Dal 31 marzo 10 unità in meno. Protestano i primari. Ruggiero Mennea: «Stanno scherzando col fuoco»
martedì 28 febbraio 2012
12.43
«Stanno scherzando col fuoco». Il consigliere regionale del Pd, Ruggiero Mennea non usa mezzi termini per descrivere quello che sta accadendo a 42 medici della Asl Bat, assunti, poi licenziati, poi riconvocati per essere reintegrati ma con l'impegno a rinunciare ad eventuali richieste di risarcimento danni, infine nuovamente sull'orlo del baratro a causa di un ripensamento.
La vicenda è quella dei 530 medici de-stabilizzati in tutta la Regione Puglia in seguito ad una pronuncia della Consulta. I primi ricorsi accolti dal giudice del lavoro, proprio nel territorio della Asl Bat, avevano indotto la Regione a ricorrere a procedure conciliative per scongiurare la possibilità che i risarcimenti dei danni richiesti dai medici, in sede di ricorso giudiziario contro il licenziamento, mandassero in crisi le casse regionali. «La Asl Bat - spiega Mennea - recependo l'invito dell'ex assessore regionale,Tommaso Fiore, del 21 dicembre scorso, ha subito attivato le procedure conciliative, sottoscrivendone 31 su 73. Poi le nevicate di inizio febbraio hanno provocato uno stop alle altre conciliazioni, ulteriormente rinviate negli ultimi giorni a causa, pare, di un ripensamento degli uffici regionali».
«Tutto questo è assurdo - tuona Mennea - intanto perché si vanno a discriminare 42 lavoratori rispetto ai 31 che hanno ottenuto il reintegro, aggiungendo la beffa al danno. E poi perché lo strumento della conciliazione è l'unico che garantisce il reintegro a tempo indeterminato e salva realmente la Regione da una valanga di sentenze (e di risarcimenti milionari) che potrebbero mettere in ginocchio la sanità regionale. Non riesco a capire quali siano le perplessità degli uffici regionali: ho sentito parlare di violazione del blocco delle assunzioni, ma questo è assolutamente falso, in quanto con la conciliazione il medico non viene assunto, ma solo reintegrato nel suo posto con il ripristino del contratto a tempo indeterminato originariamente sottoscritto. E poi non mi risulta che la nota del 21 dicembre scorso, firmata dall'allora assessore Fiore, sia mai stata revocata o sostituita da un documento del nuovo assessore di segno opposto».
Il 31 marzo prossimo scadranno le ulteriori proroghe ai contratti a tempo indeterminato concesse ai medici de-stabilizzati, senza che ci sia possibilità di proroghe ulteriori o nuove assunzioni, con la conseguenza della chiusura di molti reparti. A tal proposito, nel salone del San Nicola Pellegrino, i primari dei reparti del San Nicola Pellegrino che rischiano di perdere 10 medici da aprile (gastroenterologia, medicina interna, radiologia, ematologia e urologia) hanno voluto incontrare i giornalisti. «Non vogliamo polemizzare con nessuno - hanno detto - ma vogliamo solo sollevare l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che, se non si risolverà questa vicenda grottesca, da aprile i livelli di assistenza all'interno dell'ospedale di Trani verranno meno». L'unità più colpita è ematologia che rischia di perde 4 medici ed un biologo.
La vicenda è quella dei 530 medici de-stabilizzati in tutta la Regione Puglia in seguito ad una pronuncia della Consulta. I primi ricorsi accolti dal giudice del lavoro, proprio nel territorio della Asl Bat, avevano indotto la Regione a ricorrere a procedure conciliative per scongiurare la possibilità che i risarcimenti dei danni richiesti dai medici, in sede di ricorso giudiziario contro il licenziamento, mandassero in crisi le casse regionali. «La Asl Bat - spiega Mennea - recependo l'invito dell'ex assessore regionale,Tommaso Fiore, del 21 dicembre scorso, ha subito attivato le procedure conciliative, sottoscrivendone 31 su 73. Poi le nevicate di inizio febbraio hanno provocato uno stop alle altre conciliazioni, ulteriormente rinviate negli ultimi giorni a causa, pare, di un ripensamento degli uffici regionali».
«Tutto questo è assurdo - tuona Mennea - intanto perché si vanno a discriminare 42 lavoratori rispetto ai 31 che hanno ottenuto il reintegro, aggiungendo la beffa al danno. E poi perché lo strumento della conciliazione è l'unico che garantisce il reintegro a tempo indeterminato e salva realmente la Regione da una valanga di sentenze (e di risarcimenti milionari) che potrebbero mettere in ginocchio la sanità regionale. Non riesco a capire quali siano le perplessità degli uffici regionali: ho sentito parlare di violazione del blocco delle assunzioni, ma questo è assolutamente falso, in quanto con la conciliazione il medico non viene assunto, ma solo reintegrato nel suo posto con il ripristino del contratto a tempo indeterminato originariamente sottoscritto. E poi non mi risulta che la nota del 21 dicembre scorso, firmata dall'allora assessore Fiore, sia mai stata revocata o sostituita da un documento del nuovo assessore di segno opposto».
Il 31 marzo prossimo scadranno le ulteriori proroghe ai contratti a tempo indeterminato concesse ai medici de-stabilizzati, senza che ci sia possibilità di proroghe ulteriori o nuove assunzioni, con la conseguenza della chiusura di molti reparti. A tal proposito, nel salone del San Nicola Pellegrino, i primari dei reparti del San Nicola Pellegrino che rischiano di perdere 10 medici da aprile (gastroenterologia, medicina interna, radiologia, ematologia e urologia) hanno voluto incontrare i giornalisti. «Non vogliamo polemizzare con nessuno - hanno detto - ma vogliamo solo sollevare l'attenzione dell'opinione pubblica sul fatto che, se non si risolverà questa vicenda grottesca, da aprile i livelli di assistenza all'interno dell'ospedale di Trani verranno meno». L'unità più colpita è ematologia che rischia di perde 4 medici ed un biologo.