Meno treni per il sud, Tarantini non ci sta
«E' come se si decidesse di amputare un arto». Per il sindaco è il momento di farsi sentire
venerdì 13 gennaio 2012
10.23
Tutta la Puglia si scaglia contro Trenitalia. Pronti alla sommossa e ad un'azione legale collettiva contro i tagli dei treni da e per la Puglia, che penalizza tutto il sud. «Per un paese come l'Italia la ferrovia è come il sistema vascolare per l'organismo, se uno decidesse di limitare l'afflusso di sangue in un arto, soprattutto quello più lontano, ne determinerebbe la cancrena». Queste le parole al sito dell'Anci del primo cittadino di Trani, Giuseppe Tarantini, che per commentare la politica dei tagli che sta imponendo Trenitalia alle regioni del Sud trae spunto dalla sua professione di medico.
Le dichiarazioni di Tarantini sono state rilanciate dall'agenzia Asca: «Il rapporto pubblico - spiega il nostro primo cittadino - non è fatto soltanto di numeri, di biglietti e di convenienze, ma si deve partire da una visione più generale e complessiva del Paese. Nel momento in cui vengono prese decisioni come questa - aggiunge - è come se si decidesse di amputare un arto, dunque non c'è alcuna possibile giustificazione alla politica imposta da Trenitalia».
Per il sindaco è il momento di farsi sentire. «La decisione presa dalla società dei trasporti si ripercuote negativamente sui cittadini, con tagli ai servizi e con un aumento dei costi. Il mio Comune - prosegue - è una località turistica molto rinomata e soffre della diminuzione del traffico ferroviario, ma il problema non si limita soltanto a questo. La denuncia è anche un'altra e riguarda le condizioni dei treni, delle stazioni ferroviarie, della sicurezza. Trani è un centro di snodo per molti pendolari che partono a arrivano dalla nostra stazione, è una realtà che coinvolge oltre 50mila abitanti». «Il Governo deve 'ripensare questa strategia - conclude Tarantini - e chiediamo che si facciano investimenti, treni più veloci e a prezzi contenuti garantendo condizioni di viaggio dignitose per i viaggiatori del Sud come per quelli del Nord».
Le dichiarazioni di Tarantini sono state rilanciate dall'agenzia Asca: «Il rapporto pubblico - spiega il nostro primo cittadino - non è fatto soltanto di numeri, di biglietti e di convenienze, ma si deve partire da una visione più generale e complessiva del Paese. Nel momento in cui vengono prese decisioni come questa - aggiunge - è come se si decidesse di amputare un arto, dunque non c'è alcuna possibile giustificazione alla politica imposta da Trenitalia».
Per il sindaco è il momento di farsi sentire. «La decisione presa dalla società dei trasporti si ripercuote negativamente sui cittadini, con tagli ai servizi e con un aumento dei costi. Il mio Comune - prosegue - è una località turistica molto rinomata e soffre della diminuzione del traffico ferroviario, ma il problema non si limita soltanto a questo. La denuncia è anche un'altra e riguarda le condizioni dei treni, delle stazioni ferroviarie, della sicurezza. Trani è un centro di snodo per molti pendolari che partono a arrivano dalla nostra stazione, è una realtà che coinvolge oltre 50mila abitanti». «Il Governo deve 'ripensare questa strategia - conclude Tarantini - e chiediamo che si facciano investimenti, treni più veloci e a prezzi contenuti garantendo condizioni di viaggio dignitose per i viaggiatori del Sud come per quelli del Nord».