Mobilitazione del personale giudiziario, si sciopera anche a Trani
Gli uffici del tribunale si fermano venerdì 5 febbraio
giovedì 4 febbraio 2010
Anche gli Uffici Giudiziari del Circondario di Trani si fermeranno il prossimo 5 febbraio per lo sciopero indetto dalle Organizzazioni Sindacali del personale giudiziario FP CGIL, UILPA, FLP e RdB CUB.
«Gli uffici giudiziari del paese versano in condizioni gravi - spiegano le organizzazioni sindacali - senza le persone che li facciano funzionare, senza risorse e senza progetti di modernizzazione che possano garantire una accelerazione dei tempi dei processi. Il Governo, invece di finanziare il settore con adeguati investimenti e risorse, ha proposto riforme come quella sul "processo breve" che, in queste condizioni, inevitabilmente determinerà l'estinzione dei processi penali, senza alcun miglioramento per l'efficienza del servizio. Il Ministro Alfano ha affermato durante la sua relazione alla Inaugurazione dell'anno giudiziario di aver firmato, dopo 10 anni, un accordo per la progressione professionale del personale. Ciò è falso: L''Amministrazione della Giustizia ha recentemente firmato con due OO.SS minoritarie (CISL e UNSA-SAG) una ipotesi di accordo sul Contratto Integrativo che sancisce un nuovo ordinamento professionale che viola il Contratto Nazionale e, separando le funzioni e demansionando il personale, porterà ad un ulteriore peggioramento del servizio e ad una divisione del lavoro che va contro ogni principio di buona organizzazione.
L'Amministrazione, dimostrando di avere in spregio la democrazia, ha rifiutato di aprire un confronto sulla proposta di accordo presentata dalle scriventi OO.SS, che rappresentano la maggioranza dei lavoratori e che è improntata all'efficienza del servizio e basata su un documento emanato dallo stesso Governo, ovvero l'allegato al dpef 2010/13, nel quale si afferma la necessità, per attuare le riforme in programma e quelle già avviate, di dare il giusto riconoscimento professionale al personale e di procedere a 3000 nuove assunzioni, per sopperire alle "gravi carenze di organico" e garantire la prosecuzione del servizio».
I lavoratori giudiziari venerdì 5 scioperano per chiedere all'Amministrazione di fare un passo indietro e di riaprire la trattativa ripartendo dalla proposta delle OO.SS maggioritarie. Chiedono inoltre risorse sufficienti al corretto funzionamento della giustizia, contestando i tagli indiscriminati; rivendicano il diritto al giusto riconoscimento professionale e una vera riqualificazione denunciando che in queste condizioni nessuna riforma determinerà l'accelerazione dei tempi dei processi e il buon andamento degli uffici giudiziari. Chiedono al Governo di prendere in considerazione le proposte contenute nel "Patto per la giustizia e per i cittadini", firmato a Roma lo scorso luglio con l'ANM, l'Oua, le Magistrature associate e i dirigenti.
«Gli uffici giudiziari del paese versano in condizioni gravi - spiegano le organizzazioni sindacali - senza le persone che li facciano funzionare, senza risorse e senza progetti di modernizzazione che possano garantire una accelerazione dei tempi dei processi. Il Governo, invece di finanziare il settore con adeguati investimenti e risorse, ha proposto riforme come quella sul "processo breve" che, in queste condizioni, inevitabilmente determinerà l'estinzione dei processi penali, senza alcun miglioramento per l'efficienza del servizio. Il Ministro Alfano ha affermato durante la sua relazione alla Inaugurazione dell'anno giudiziario di aver firmato, dopo 10 anni, un accordo per la progressione professionale del personale. Ciò è falso: L''Amministrazione della Giustizia ha recentemente firmato con due OO.SS minoritarie (CISL e UNSA-SAG) una ipotesi di accordo sul Contratto Integrativo che sancisce un nuovo ordinamento professionale che viola il Contratto Nazionale e, separando le funzioni e demansionando il personale, porterà ad un ulteriore peggioramento del servizio e ad una divisione del lavoro che va contro ogni principio di buona organizzazione.
L'Amministrazione, dimostrando di avere in spregio la democrazia, ha rifiutato di aprire un confronto sulla proposta di accordo presentata dalle scriventi OO.SS, che rappresentano la maggioranza dei lavoratori e che è improntata all'efficienza del servizio e basata su un documento emanato dallo stesso Governo, ovvero l'allegato al dpef 2010/13, nel quale si afferma la necessità, per attuare le riforme in programma e quelle già avviate, di dare il giusto riconoscimento professionale al personale e di procedere a 3000 nuove assunzioni, per sopperire alle "gravi carenze di organico" e garantire la prosecuzione del servizio».
I lavoratori giudiziari venerdì 5 scioperano per chiedere all'Amministrazione di fare un passo indietro e di riaprire la trattativa ripartendo dalla proposta delle OO.SS maggioritarie. Chiedono inoltre risorse sufficienti al corretto funzionamento della giustizia, contestando i tagli indiscriminati; rivendicano il diritto al giusto riconoscimento professionale e una vera riqualificazione denunciando che in queste condizioni nessuna riforma determinerà l'accelerazione dei tempi dei processi e il buon andamento degli uffici giudiziari. Chiedono al Governo di prendere in considerazione le proposte contenute nel "Patto per la giustizia e per i cittadini", firmato a Roma lo scorso luglio con l'ANM, l'Oua, le Magistrature associate e i dirigenti.