Monastero di Trani, quale futuro?

La giunta sta per approvare il progetto del museo. E oggi la ditta di pulizia è rimasta fuori.

mercoledì 21 gennaio 2009
La bizzarra provocazione lanciata su Traniweb dall'assessore Tony D'Ambrosio («Facciamo del Monastero una beauty farm») oltre ad un solenne coro di critiche, ha avuto, se non altro, il merito di aver riportato attenzione sul futuro della struttura.

Da una parte si è appreso che la Curia rivendica per sé una "congrua pars" del luogo (così come ha dichiarato Don Savino Giannotti in un'intervista rilasciata a "Il giornale di Trani"), dall'altra c'è la volontà dell'amministrazione di andare avanti nel progetto, finanziato attraverso un POR regionale, per l'allestimento di un museo nell'ala nord (l'approvazione sarà portata all'attenzione della giunta nella seduta di domani).

Ma quale sarà il futuro del Monastero? E, soprattutto: con quali mezzi l'amministrazione intende provvedere alla gestione? La domanda nasce spontanea dopo l'ultimo inconveniente che si è verificato questa mattina e che mette a nudo le criticità gestionali dell'immobile, affidato alla custodia di due dipendenti comunali, i quali, nei giorni di servizio, sono costretti ad andare a timbrare il cartellino al Comando di Polizia Municipale prima di recarsi sul posto di lavoro. Un tragitto non indifferente e che finisce con l'avere delle ricadute sugli orari di apertura del Monastero.

Ed oggi si è verificato un episodio che la dice lunga su come vadano le cose. Personale addetto alla pulizia si è presentato questa mattina, intorno alle 8.30, davanti al portone d'ingresso del Chiostro, trovandolo chiuso. Giro di telefonate per gli uffici, poi si è appreso che il custode in servizio, non avendo l'auto a disposizione, stava percorrendo a piedi il tragitto che andava dal Comando di PM al Monastero. Tempo di percorrenza apocalittico (aggiungeteci la pioggia) che spiega il perché nessuno poteva aprire agli addetti alla pulizia dei locali, tenuto conto che l'altro custode è in ferie. A quanto pare, il custode è arrivato sul posto di lavoro intorno alle 9, troppo tardi per arginare i malumori di Palazzo di Città.