Morire giovani per meno di 4 euro all'ora
Il dramma di Barletta non è così distante da noi. Situazioni sovrapponibili a tante altre realtà esistenti in zona, Trani compresa
mercoledì 5 ottobre 2011
«Quella che è stata colpita è la parte più debole della società: donne che pur di portare a casa pochi euro all'ora sono disposte a lavorare per intere giornate a nero, in assenza di diritti e di sicurezza». A dirlo è il segretario generale della Cgil della Bat, Luigi Antonucci, dopo la tragedia di Barletta nella quale sono morte quattro operaie sepolte dalle macerie nel crollo della palazzina di via Roma. «Abbiamo fatto delle verifiche – prosegue Antonucci – e dalle nostre ricerche sembra che le donne lavorassero in nero e che l'azienda fosse completamente sconosciuta all'Inps. Purtroppo molte sono le lavoratrici che accettano situazioni analoghe perché guadagnare pochi euro al giorno serve comunque per mandare avanti la famiglia e per prendersi cura dei propri figli».
Situazioni come quella del laboratorio di via Roma, a Barletta, sono sovrapponibili a tante altre realtà esistenti in zona, Trani compresa. Antonucci lo sa bene: «Con la crisi del Tac, settore un tempo trainante dell'economia locale, molte grandi aziende hanno chiuso i battenti, sono rimaste solo tante piccole attività sconosciute all'Inps. Si tratta molto spesso di realtà a conduzione familiare e ubicate nei posti più impensabili: sottani, scantinati o locali a piano terra in edifici antichi, proprio come quello di via Roma. Conosciamo le lavoratrici del settore solo quando, una volta licenziate, vengono da noi a chiederci aiuto. Spesso ci raccontano di lavorare in condizioni difficili e quasi sempre in nero. Più le realtà sono piccole e più riescono a nascondersi e a sfuggire ai controlli».
Ora sarà la procura di Trani a chiarire le cause del crollo e le responsabilità di questa tragedia annunciata. «Si tratta ancora di morti bianche - conclude Antonucci - che avvengono sul nostro territorio, che ci addolorano da un lato e che ci riempiono di rabbia dall'altro perché morire oggi sul lavoro non è una fatalità ma il frutto di leggi non rispettate. Noi della Cgil spesso ci troviamo a denunciare carenze in materia di sicurezza, quasi sempre non veniamo ascoltati. Le uniche cose che ci chiediamo in questo momento sono: perché un maglificio ancora oggi è situato in pieno centro abitato, al pian terreno di una palazzina pericolante? I locali erano idonei per ospitare il laboratorio? Quante altre situazioni analoghe ci sono in tanti altri centri della nuova Provincia? E soprattutto, è possibile che si accendano i riflettori sulla piaga del lavoro nero e della mancanza di sicurezza solo quando viene versato del sangue innocente?».
Situazioni come quella del laboratorio di via Roma, a Barletta, sono sovrapponibili a tante altre realtà esistenti in zona, Trani compresa. Antonucci lo sa bene: «Con la crisi del Tac, settore un tempo trainante dell'economia locale, molte grandi aziende hanno chiuso i battenti, sono rimaste solo tante piccole attività sconosciute all'Inps. Si tratta molto spesso di realtà a conduzione familiare e ubicate nei posti più impensabili: sottani, scantinati o locali a piano terra in edifici antichi, proprio come quello di via Roma. Conosciamo le lavoratrici del settore solo quando, una volta licenziate, vengono da noi a chiederci aiuto. Spesso ci raccontano di lavorare in condizioni difficili e quasi sempre in nero. Più le realtà sono piccole e più riescono a nascondersi e a sfuggire ai controlli».
Ora sarà la procura di Trani a chiarire le cause del crollo e le responsabilità di questa tragedia annunciata. «Si tratta ancora di morti bianche - conclude Antonucci - che avvengono sul nostro territorio, che ci addolorano da un lato e che ci riempiono di rabbia dall'altro perché morire oggi sul lavoro non è una fatalità ma il frutto di leggi non rispettate. Noi della Cgil spesso ci troviamo a denunciare carenze in materia di sicurezza, quasi sempre non veniamo ascoltati. Le uniche cose che ci chiediamo in questo momento sono: perché un maglificio ancora oggi è situato in pieno centro abitato, al pian terreno di una palazzina pericolante? I locali erano idonei per ospitare il laboratorio? Quante altre situazioni analoghe ci sono in tanti altri centri della nuova Provincia? E soprattutto, è possibile che si accendano i riflettori sulla piaga del lavoro nero e della mancanza di sicurezza solo quando viene versato del sangue innocente?».
Le foto del crollo di via Roma pubblicate in questi giorni su TraniViva sono state realizzate dalla redazione del portale Barlettalife.it, testata giornalistica all'interno del nostro network di portali cittadini. Questa mattina il fotografo di BarlettaLife Tommaso Francavilla sarà ospite, insieme a Francesca Piazzolla, della trasmissione televisiva "I fatti vostri", in onda dalle 11.00 su Rai2 e condotto da Giancarlo Magalli. Tommaso Francavilla è autore di centinaia di foto scattate sul luogo della sciagura, pubblicate in tempo reale sul portale cittadino di Barletta e rilanciate poi da decine di testate locali e nazionali.