Nessuno parla del Castello Svevo, paura di Armida?

Solo Emanuele Tomasicchio si pronuncia sull'argomento

giovedì 29 ottobre 2015 7.23
A cura di Vincenzo Membola
«Parto dalla considerazione - esordisce il consigliere comunale di centrodestra, Emanuele Tomasicchio - che, nei limiti del decoro, ritengo sia sempre importante produrre degli utili attraverso un bene inestimabile del territorio come il Castello Svevo di Trani. Sulla questione posso pronunciarmi in maniera limitata, non avendo avuto modo di documentarmi sull'argomento, tranne ciò che è stato scritto in questi giorni sulla vostra testata. Ad ora, posso dirmi solidale ai problemi evidenziati. Ritengo, però, che l'opinione di un semplice consigliere comunale - aggiunge - in questo caso non basti. Dovrebbe essere il sindaco a pronunciarsi, a confrontarsi con le istituzioni, dal sovrintendente al direttore della struttura, sino all'azienda che ha ricevuto il servizio in appalto dal ministero, magari con il supporto di qualche parlamentare della zona. Bisognerebbe, in caso, dare un'occhiata - conclude - a cosa prevedere il contratto stipulato con coloro che si occupano della gestione del pubblico del monumento».

Sono queste le uniche parole giunte, ad ora, dall'intera classe politica tranese sul caso del Castello di Trani, che da oggi fino a domenica ospita Trani Sposi, fiera del matrimonio con un ticket di ingresso di soli 3 euro e gratuitamente domenica. Comportamento molto diverso rispetto a quello assunto (e poi in parte ritirato) nei confronti di una manifestazione culturale, I Dialoghi di Trani, a settembre quando addirittura si chiedeva un ticket da 6 euro. Motivo: la coesistenza della mostra Archimede che, invece, in coincidenza di Trani Sposi, è stata (opportunamente) sospesa.

A partire dal sindaco Amedeo Bottaro, con motivazioni diverse, tanti sono stati quelli che hanno declinato l'invito a pronunciarsi sulla questione, quasi "le carte alla mano" siano diventate la nuova occasione per evitare i terreni insidiosi, anche in campo amministrativo. Il primo cittadino, già moderato nei toni nella impetuosa conferenza stampa svoltasi lo scorso settembre in piazza re Manfredi, in cui si era appena celebrata la rottura (poi guarita) tra Dialoghi e Castello, predilige il basso profilo, con il probabile timore che le parole di un sindaco possano scombinare i delicati equilibri cittadini, in fase di riassestamento dopo lo scossone dello scorso dicembre. Ma tale lettura non vale per i tanti validi consiglieri comunali, impegnati, sulla carta, nel far recuperare a Trani il suo antico splendore. L'ipotesi più accreditata, per spiegare tutto questo silenzio, è che, nella settimana di Halloween, nessuno ha ritenuto opportuno mettersi contro i fantasmi del Castello, Armida in primis.