Non ci sono fondi regionali per riqualificare le cave dismesse

Sì alle bonifiche, neanche un centesimo per le riconversioni

giovedì 4 febbraio 2010
Non ci sono fondi regionali per riqualificare le cave dismesse. Non ha prodotto esiti l'incontro che si è tenuto a Bari fra una delegazione di assessori comunali tranesi ed il dirigente all'ambiente della Regione Puglia. In bilancio ci sono poste per i contributi per il riempimento delle cave esaurite e per la riqualificazione delle aree urbane, neanche un centesimo per progetti più ambiziosi di riconversione dei tanti buchi sparsi sul nostro territorio. «E' un peccato – dice l'assessore Pina Chiarello - perché avevamo due idee da sviluppare legate alla realizzazione di un parco e di un anfiteatro».

Sì a percorsi di bonifica, no ai processi di valorizzazione paesaggistica ed al recupero dei siti per impieghi produttivi e culturali, a meno che non siano Comuni e privati a mettere mano al portafoglio, attraverso forme di partenariato decisamente poco attraenti. «Se ne riparlerà con altre modalità» dice la Chiarello, anche se la strada diventa tutta in salita.

Trasformare le cave pugliesi in parchi didattici ed in location per spettacoli è un progetto che affascina molti centri della Puglia. Di recente, un architetto romano aveva ipotizzato e proposto il restauro e la riqualificazione di sei cave storiche presenti nella Regione: quella di Canosa (in contrada Tufarelle), di Cursi, di San Marco in Lamis, di Spinazzola (indicata come possibile punto d'informazione e sosta del parco nazionale dell´Alta Murgia), di Maglie e di Altamura.