Non tutti i tifosi sono "teppisti", il racconto di un'assurda giornata in Stazione
La nostra esperienza contrastante con quanto emerge dal comunicato di Ferrovie
lunedì 20 ottobre 2014
10.29
Ha dell'incredibile quanto successo ieri in stazione a Trani. Una semplice trasferta, tornata possibile dopo cinque anni di divieto, organizzata con partenza in treno, si è trasformata in un "caso di Stato". Di chi siano le responsabilità sicuramente non sta a noi giornalisti stabilirlo ma probabilmente le tante voci si sono rincorse troppo frettolosamente, le informazioni sono passate di bocca in bocca in maniera forse un po' distorta.
Il nostro sarà solo un racconto di ciò a cui abbiamo assistito. All'arrivo in stazione, non abbiamo trovato risse, persone sanguinanti, ambulanze del 118 (che non sono proprio intervenute nel corso dell'intero pomeriggio), non abbiamo trovato gente sui binari ad occuparli e neanche danni visibili alla stazione ferroviaria e all'unico treno fermo all'interno di questa. Per questo motivo il duro comunicato del gruppo Ferrovie dello Stato ci ha un po' spiazzato, facendo forse una ricostruzione eccessiva dell'accaduto sulla base solo di quanto dichiarato dai responsabili della "Sicurezza aziendale" presenti sul posto.
Nell'immaginario collettivo il tifoso, o ultras che dir si voglia, viene spesso associato al "teppista", al facinoroso, al violento ma ieri in stazione a Trani nessuno di questi comportamenti è apparso davanti ai nostri occhi. La rabbia (se così vogliamo definire le urla o i cori rivolti verso i responsabili di Ferrovie dello Stato) è scattata solo quando i tifosi hanno iniziato a perdere la pazienza perché si sono sentiti presi in giro. Mandati prima a fare i biglietti per poter salire sul treno e poi bloccati in stazione per un motivo che tutt'ora rimane un mistero.
Le Forze dell'Ordine hanno tenuto sotto controllo la situazione, nessuno scontro con i tifosi, nessuna carica, nessuna sassaiola, anzi un agente di Polizia ha anche intimato ad uno dei dipendenti di Ferrovie di lasciar salire i tifosi sul treno proprio "per una questione di ordine pubblico". Ma niente, i tifosi tranesi sono rimasti in stazione a Trani, per ben più delle tre o quattro ore di cui parla il comunicato stampa di Ferrovie. Hanno cantato, sofferto per l'andamento della partita della quale avevano poche notizie confusionarie, e infine esultato comunque perché la loro squadra ha vinto anche se a loro non è stato permesso di seguirla.
Questa volta i tifosi "non violenti" hanno trovato l'appoggio delle Forze dell'Ordine e delle persone già a bordo del treno. Loro sì che sono vittime della giornata, rimaste bloccate a Trani senza assistenza, senza una spiegazione, senza che ce ne fosse un reale motivo. La conclusione migliore sta nelle parole di un utente di uno dei tanti forum dove sono scattati i commenti per quanto accaduto ieri a Trani che dice: "Il gruppo Ferrovie dello Stato non giustifica mai i propri continui disservizi...oggi, però, è pronto a puntare il dito su degli utenti che si son visti negare un diritto".
Il nostro sarà solo un racconto di ciò a cui abbiamo assistito. All'arrivo in stazione, non abbiamo trovato risse, persone sanguinanti, ambulanze del 118 (che non sono proprio intervenute nel corso dell'intero pomeriggio), non abbiamo trovato gente sui binari ad occuparli e neanche danni visibili alla stazione ferroviaria e all'unico treno fermo all'interno di questa. Per questo motivo il duro comunicato del gruppo Ferrovie dello Stato ci ha un po' spiazzato, facendo forse una ricostruzione eccessiva dell'accaduto sulla base solo di quanto dichiarato dai responsabili della "Sicurezza aziendale" presenti sul posto.
Nell'immaginario collettivo il tifoso, o ultras che dir si voglia, viene spesso associato al "teppista", al facinoroso, al violento ma ieri in stazione a Trani nessuno di questi comportamenti è apparso davanti ai nostri occhi. La rabbia (se così vogliamo definire le urla o i cori rivolti verso i responsabili di Ferrovie dello Stato) è scattata solo quando i tifosi hanno iniziato a perdere la pazienza perché si sono sentiti presi in giro. Mandati prima a fare i biglietti per poter salire sul treno e poi bloccati in stazione per un motivo che tutt'ora rimane un mistero.
Le Forze dell'Ordine hanno tenuto sotto controllo la situazione, nessuno scontro con i tifosi, nessuna carica, nessuna sassaiola, anzi un agente di Polizia ha anche intimato ad uno dei dipendenti di Ferrovie di lasciar salire i tifosi sul treno proprio "per una questione di ordine pubblico". Ma niente, i tifosi tranesi sono rimasti in stazione a Trani, per ben più delle tre o quattro ore di cui parla il comunicato stampa di Ferrovie. Hanno cantato, sofferto per l'andamento della partita della quale avevano poche notizie confusionarie, e infine esultato comunque perché la loro squadra ha vinto anche se a loro non è stato permesso di seguirla.
Questa volta i tifosi "non violenti" hanno trovato l'appoggio delle Forze dell'Ordine e delle persone già a bordo del treno. Loro sì che sono vittime della giornata, rimaste bloccate a Trani senza assistenza, senza una spiegazione, senza che ce ne fosse un reale motivo. La conclusione migliore sta nelle parole di un utente di uno dei tanti forum dove sono scattati i commenti per quanto accaduto ieri a Trani che dice: "Il gruppo Ferrovie dello Stato non giustifica mai i propri continui disservizi...oggi, però, è pronto a puntare il dito su degli utenti che si son visti negare un diritto".