Nuova sede per AMET Trani, alcune riflessioni
Intervento congiunto di Mastromauro e Giangualano
martedì 26 maggio 2009
«In una Trani ormai sonnolenta e decadente, che si agita solo in prossimità di consultazioni elettorali ad opera dei soliti noti in cerca di voti, è passata inosservata la notizia relativa al bando di gara indetto dall'AMET per la ricerca di una nuova sede direzionale ed operativa. Chi non ha la fortuna di poter aderire al facile e riposante sonno collettivo, ma è portato dalla propria sensibilità civica ad analizzare quanto succede nella nostra Città e, comunque, a sentire la responsabilità di lasciare un mondo migliore per le nuove generazioni, non può far a meno di dare uno scrollo alle coscienze di coloro che ancora amano Trani nei fatti e non solo a parole.
Lasciamo stare la considerazione che un'Azienda sorta con referendum popolare del 1908, abbandoni la sede storica di Piazza Plebiscito senza sentire il popolo né tanto meno il Consiglio Comunale; sorvoliamo, altresì, che diversi provvedimenti, finalizzati all'acquisizione di una nuova sede, avevano portato prima all'acquisto di un grande edificio in Via Montegrappa (ex Di Corato) e, successivamente, alla vendita/permuta di un immobile (ex Enel) in Corso Imbriani, dimostrando una totale assenza di chiare idee di sviluppo e programmazione; ma non possiamo non soffermarci sull'ennesimo strafalcione, rappresentato dalla gara in atto.
L'AMET ricerca per la nuova sede un immobile che funga da "…luogo aggregativo per le diverse funzioni ed attività di pubblico interesse svolte…". Il bando, oltre ad una descrizione dettagliata di aree, impianti, criteri di valutazione, ecc.(esistono immobili con quelle caratteristiche?), preannuncia che il valore sarà contenuto entro i nove milioni di euro, che il finanziamento sarà effettuato attraverso la "locazione finanziaria" (cioè mediante leasing, notoriamente più costoso del mutuo), e che per ottenere tale leasing sarà bandita una successiva gara (beati i vincitori e gli eventuali intermediari che se l'aggiudicheranno!). Il responsabile del procedimento è individuato nella persona dell'Amministratore delegato, come se all'improvviso, con l'arrivo dell'estate, i dirigenti aziendali (responsabile appalti, responsabile affari generali, ecc.) di cui l'Azienda è largamente dotata, abbiano deciso di mettersi rapidamente in ferie; salvo, poi, a voler ipotizzare un loro contagio da influenza suina.
Ma questo prembolo è ancora niente rispetto alla grave carenza del bando: nella dettagliata richiesta di specifiche tecniche che deve possedere l'immobile manca la più importante (e sicuramente introvabile nel normale mercato immobiliare) caratteristica tecnica. Il territorio tranese è, infatti, inserito nell'elenco statale dei comuni a rischio sismico, con coefficiente di sismicità S=6. In tale contesto, le norme tecniche recepite per legge prevedono che gli immobili di pubblica utilità (o pubblico interesse come si è definita la stessa AMET nel bando di gara) abbiano una maggiorazione nel calcolo delle strutture portanti che si aggira da un minimo del 20% (scuole e similari) ad un massimo del 40% (sedi di vigili del fuoco, ospedali, ecc.). Ad abundantiam la stessa AMET è coinvolta nei piani di protezione civile locale in caso di calamità.
Se si possedesse un po' di competenza o, semplicemente, un po' di buon senso e memoria storica (sempre rifiutata) o, almeno, un po' di umiltà, si apprenderebbe che anche la parte nuova della sede di P.zza Plebiscito è stata realizzata in conformità a tali norme tecniche (caratteristica strutturale che renderà molto difficile ed estremamente oneroso il suo eventuale abbattimento).
Domanda da un centesimo di euro per la gente comune: esiste un soggetto che abbia già la disponibilità di un immobile progettato per essere destinato ad attività generiche (industriali o terziarie), ma costruito con la maggiorazione del cemento armato e delle fondazioni richieste per i servizi essenziali?
In attesa di risposta, forniamo la nostra: se esiste, sarà al momento sottoposto a procedura fallimentare ovvero ricoverato in qualche struttura di igiene mentale.»
Ing. Giuseppe Mastromauro
Dott. Francesco Giangualano
Lasciamo stare la considerazione che un'Azienda sorta con referendum popolare del 1908, abbandoni la sede storica di Piazza Plebiscito senza sentire il popolo né tanto meno il Consiglio Comunale; sorvoliamo, altresì, che diversi provvedimenti, finalizzati all'acquisizione di una nuova sede, avevano portato prima all'acquisto di un grande edificio in Via Montegrappa (ex Di Corato) e, successivamente, alla vendita/permuta di un immobile (ex Enel) in Corso Imbriani, dimostrando una totale assenza di chiare idee di sviluppo e programmazione; ma non possiamo non soffermarci sull'ennesimo strafalcione, rappresentato dalla gara in atto.
L'AMET ricerca per la nuova sede un immobile che funga da "…luogo aggregativo per le diverse funzioni ed attività di pubblico interesse svolte…". Il bando, oltre ad una descrizione dettagliata di aree, impianti, criteri di valutazione, ecc.(esistono immobili con quelle caratteristiche?), preannuncia che il valore sarà contenuto entro i nove milioni di euro, che il finanziamento sarà effettuato attraverso la "locazione finanziaria" (cioè mediante leasing, notoriamente più costoso del mutuo), e che per ottenere tale leasing sarà bandita una successiva gara (beati i vincitori e gli eventuali intermediari che se l'aggiudicheranno!). Il responsabile del procedimento è individuato nella persona dell'Amministratore delegato, come se all'improvviso, con l'arrivo dell'estate, i dirigenti aziendali (responsabile appalti, responsabile affari generali, ecc.) di cui l'Azienda è largamente dotata, abbiano deciso di mettersi rapidamente in ferie; salvo, poi, a voler ipotizzare un loro contagio da influenza suina.
Ma questo prembolo è ancora niente rispetto alla grave carenza del bando: nella dettagliata richiesta di specifiche tecniche che deve possedere l'immobile manca la più importante (e sicuramente introvabile nel normale mercato immobiliare) caratteristica tecnica. Il territorio tranese è, infatti, inserito nell'elenco statale dei comuni a rischio sismico, con coefficiente di sismicità S=6. In tale contesto, le norme tecniche recepite per legge prevedono che gli immobili di pubblica utilità (o pubblico interesse come si è definita la stessa AMET nel bando di gara) abbiano una maggiorazione nel calcolo delle strutture portanti che si aggira da un minimo del 20% (scuole e similari) ad un massimo del 40% (sedi di vigili del fuoco, ospedali, ecc.). Ad abundantiam la stessa AMET è coinvolta nei piani di protezione civile locale in caso di calamità.
Se si possedesse un po' di competenza o, semplicemente, un po' di buon senso e memoria storica (sempre rifiutata) o, almeno, un po' di umiltà, si apprenderebbe che anche la parte nuova della sede di P.zza Plebiscito è stata realizzata in conformità a tali norme tecniche (caratteristica strutturale che renderà molto difficile ed estremamente oneroso il suo eventuale abbattimento).
Domanda da un centesimo di euro per la gente comune: esiste un soggetto che abbia già la disponibilità di un immobile progettato per essere destinato ad attività generiche (industriali o terziarie), ma costruito con la maggiorazione del cemento armato e delle fondazioni richieste per i servizi essenziali?
In attesa di risposta, forniamo la nostra: se esiste, sarà al momento sottoposto a procedura fallimentare ovvero ricoverato in qualche struttura di igiene mentale.»
Ing. Giuseppe Mastromauro
Dott. Francesco Giangualano