Ordinamenta maris, grande partecipazione di pubblico per il meeting del Club Unesco Trani
Ricostruita la storia delle prime leggi sul mare scritte 960 anni fa a Trani
lunedì 15 gennaio 2024
18.34
Il meeting organizzato dal Club per Unesco – Trani il 12 gennaio 2024, presso la Biblioteca Comunale, ha visto una grande partecipazione dei cittadini, ansiosi di apprendere qualcosa di più sulle prime leggi del mare scritte 960 anni fa, a Trani. Queste furono anche prime leggi scritte in Occidente, come ha precisato il prof. Andrea Lovato, 500 anni dopo il Digesto dell'imperatore Giustiniano.
È stata ricostruita la storia degli Statuti Marittimi di Trani. Essi furono trovati in appendice agli Statuta Firmanorum (gli Statuti di Fermo) stampati nel 1507 a Venezia. La scoperta fu dello studioso francese del diritto Jean-Marie Pardessus nel 1839. Sin dalla loro scoperta gli statuti hanno sollevato questioni tuttora irrisolte.
1. La datazione: gli Ordinamenta portano la data in latino di 1063, tuttavia il testo successivo non è riportato in latino (com'era in uso nei testi ufficiali dell'XI secolo) ma in lingua volgare con chiare influenze venete; ragion per cui la datazione riportata da alcuni studiosi è stata collocata nel 1263 o 1363.
Beltrani si oppose a questa interpretazione affermando che proprio nell'XI secolo Trani godeva di ampia autonomia amministrativa ed era al centro di fiorenti commerci con Venezia e l'Oriente.
Pertanto rappresentavano il tentativo di un ceto imprenditoriale vivace e ricco di una "repubblica marinara" [cfr Alessandro Vanoli, Trani in Onda] che così intendeva tutelare i propri interessi, conferendo certezza scritta ad un diritto consuetudinario orale. La prova definitiva sarebbe trovare sepolta in qualche archivio del mondo il testo originale in latino.
2. La mancanza di documenti e sentenze che indicano l'effettiva applicazione degli Ordinamenta nelle controversie legali di quell'epoca.
3. La loro pubblicazione seppure in appendice ad altro documento nel 1500, epoca di massima espansione politica ed economica della repubblica Veneta, continua ad avere un significato oscuro.
Come ben sottolineato dal prof Francesco Mastroberti le questioni irrisolte che aleggiano sull'autenticità degli Ordinamenta Maris di Trani meritano un approfondimento di studio. Anche perché essi per la prima volta nella storia della navigazione stabilivano un principio rivoluzionario: il marinaio non era più da considerarsi uno schiavo ma un lavoratore tutelato dal punto di vista previdenziale e contrattuale, con un contratto di assunzione stipulato davanti ai consoli del mare.
L'occasione di studio può essere l'iniziativa del Club per Unesco – Trani che ha deciso di affidare gli Statuti Marittimi al vaglio processuale per il riconoscimento di patrimonio Unesco.
Compito molto arduo che richiede il sostegno e la partecipazione di tutta la città.
I nostri Ordinamenta meritano tutto il nostro impegno perché sono la prova di quel "gigantismo visionario" che animava i tranesi nell'XI secolo, i quali seppero non solo tessere commerci marittimi e regolamentarli, ma anche progettare e realizzare una maestosa cattedrale sul mare.
Quell'antico spirito visionario così straordinario i cittadini attuali dovrebbero riscoprire e imitare.
È stata ricostruita la storia degli Statuti Marittimi di Trani. Essi furono trovati in appendice agli Statuta Firmanorum (gli Statuti di Fermo) stampati nel 1507 a Venezia. La scoperta fu dello studioso francese del diritto Jean-Marie Pardessus nel 1839. Sin dalla loro scoperta gli statuti hanno sollevato questioni tuttora irrisolte.
1. La datazione: gli Ordinamenta portano la data in latino di 1063, tuttavia il testo successivo non è riportato in latino (com'era in uso nei testi ufficiali dell'XI secolo) ma in lingua volgare con chiare influenze venete; ragion per cui la datazione riportata da alcuni studiosi è stata collocata nel 1263 o 1363.
Beltrani si oppose a questa interpretazione affermando che proprio nell'XI secolo Trani godeva di ampia autonomia amministrativa ed era al centro di fiorenti commerci con Venezia e l'Oriente.
Pertanto rappresentavano il tentativo di un ceto imprenditoriale vivace e ricco di una "repubblica marinara" [cfr Alessandro Vanoli, Trani in Onda] che così intendeva tutelare i propri interessi, conferendo certezza scritta ad un diritto consuetudinario orale. La prova definitiva sarebbe trovare sepolta in qualche archivio del mondo il testo originale in latino.
2. La mancanza di documenti e sentenze che indicano l'effettiva applicazione degli Ordinamenta nelle controversie legali di quell'epoca.
3. La loro pubblicazione seppure in appendice ad altro documento nel 1500, epoca di massima espansione politica ed economica della repubblica Veneta, continua ad avere un significato oscuro.
Come ben sottolineato dal prof Francesco Mastroberti le questioni irrisolte che aleggiano sull'autenticità degli Ordinamenta Maris di Trani meritano un approfondimento di studio. Anche perché essi per la prima volta nella storia della navigazione stabilivano un principio rivoluzionario: il marinaio non era più da considerarsi uno schiavo ma un lavoratore tutelato dal punto di vista previdenziale e contrattuale, con un contratto di assunzione stipulato davanti ai consoli del mare.
L'occasione di studio può essere l'iniziativa del Club per Unesco – Trani che ha deciso di affidare gli Statuti Marittimi al vaglio processuale per il riconoscimento di patrimonio Unesco.
Compito molto arduo che richiede il sostegno e la partecipazione di tutta la città.
I nostri Ordinamenta meritano tutto il nostro impegno perché sono la prova di quel "gigantismo visionario" che animava i tranesi nell'XI secolo, i quali seppero non solo tessere commerci marittimi e regolamentarli, ma anche progettare e realizzare una maestosa cattedrale sul mare.
Quell'antico spirito visionario così straordinario i cittadini attuali dovrebbero riscoprire e imitare.