Ospedale, Avantario: «Si rispetti la vocazione della struttura»
Il consigliere Pd critico sullo spostamento del reparto di onco-ematologia a Barletta
giovedì 7 gennaio 2016
17.13
Un altro reparto dell'ospedale di Trani sta per essere trasferito e Carlo Avantario, consigliere comunale del Partito Democratico e presidente del Laboratorio Democratico Bat, con una nota, ha voluto far chiarezza sulla decisione presa dall'azienda sanitaria locale: «Ancora una volta si apprende a cose già decise, che una disposizione della Direzione della Asl Bat prevede il trasferimento di servizi da Trani in altre città. Questa volta è interessata l'Unita Operativa semplice a valenza dipartimentale di Oncoematologia, da Trani a Barletta. Le domande e i dubbi che si affacciano alla mente dei cittadini sono tanti: ma cosa è successo o cosa sta succedendo? Forse è una struttura incompatibile con quello "che è rimasto del nostro ospedale" e come tale deve essere "cassato", alla faccia del bagaglio di esperienza e professionalità accumulata negli anni? Se si osservassero attentamente "i numeri ", i cosiddetti indici, veri e propri indicatori del buon funzionamento della struttura di oncoematologia, si rimarrebbe stupiti dalla mole di lavoro che si produce e dai risultati raggiunti ad oggi».
«Questa struttura - continua l'ex sindaco tranese - è incompatibile con questa persistente ambivalenza nella erogazione di prestazioni sanitarie tra territorio e ospedale, ormai anacronistica? Assolutamente no, anzi, ben "si incastra" nel territorio ad erogare prestazioni sanitarie di alto livello professionale, in regime di day hospital – day service nell'ospedale territoriale di Trani, a servizio di tutta la Bat. Insomma, fermo restando le ragioni che non ci è dato conoscere, sembra assurdo che in un momento di difficoltà della sanità in genere e a Trani in particolare, anziché favorire un rafforzamento di tale struttura, se ne predilige invece il trasferimento. Il nostro ospedale ormai ha vocazione territoriale e sarebbe miope depauperalo di servizi che ben si collocano nell'ambito dell'ospedale territoriale appunto come il day hospital di oncoemetologia. Bisognerebbe invece rafforzarlo partendo dall'esistente e proiettarlo in un futuro ormai presente».
«In conclusione, mi pare necessario che la classe politica debba "governare" il cambiamento culturale che sta avvenendo in maniera inesorabile nella sanità, a volte in maniera illogica, e che il percorso in atto vada rafforzato con opportune progettualità, chiedendo certamente un incontro urgente con il Direttore generale che revochi questa disposizione e al quale si chieda almeno di essere informati, ma sarebbe opportuna anche la condivisione in merito a tutto ciò che riguarda il nostro ospedale, a cominciare dal nuovo Pronto soccorso, che doveva essere aperto entro il 31-12-15. Ulteriore riflessione alla base di tutti i ragionamenti: non dimentichiamo che il paziente deve essere al centro di tutto, che in questo caso non è un numero o un indicatore, ma una persona con un suo vissuto, con la sua dignità, sia nell'accoglienza che nelle cure. Il futuro è solidarietà ma anche responsabilità; la spesa sanitaria non va tagliata indiscriminatamente, ma va calibrata, perché a pagare sarebbero solo le classi sociali più deboli».
«Questa struttura - continua l'ex sindaco tranese - è incompatibile con questa persistente ambivalenza nella erogazione di prestazioni sanitarie tra territorio e ospedale, ormai anacronistica? Assolutamente no, anzi, ben "si incastra" nel territorio ad erogare prestazioni sanitarie di alto livello professionale, in regime di day hospital – day service nell'ospedale territoriale di Trani, a servizio di tutta la Bat. Insomma, fermo restando le ragioni che non ci è dato conoscere, sembra assurdo che in un momento di difficoltà della sanità in genere e a Trani in particolare, anziché favorire un rafforzamento di tale struttura, se ne predilige invece il trasferimento. Il nostro ospedale ormai ha vocazione territoriale e sarebbe miope depauperalo di servizi che ben si collocano nell'ambito dell'ospedale territoriale appunto come il day hospital di oncoemetologia. Bisognerebbe invece rafforzarlo partendo dall'esistente e proiettarlo in un futuro ormai presente».
«In conclusione, mi pare necessario che la classe politica debba "governare" il cambiamento culturale che sta avvenendo in maniera inesorabile nella sanità, a volte in maniera illogica, e che il percorso in atto vada rafforzato con opportune progettualità, chiedendo certamente un incontro urgente con il Direttore generale che revochi questa disposizione e al quale si chieda almeno di essere informati, ma sarebbe opportuna anche la condivisione in merito a tutto ciò che riguarda il nostro ospedale, a cominciare dal nuovo Pronto soccorso, che doveva essere aperto entro il 31-12-15. Ulteriore riflessione alla base di tutti i ragionamenti: non dimentichiamo che il paziente deve essere al centro di tutto, che in questo caso non è un numero o un indicatore, ma una persona con un suo vissuto, con la sua dignità, sia nell'accoglienza che nelle cure. Il futuro è solidarietà ma anche responsabilità; la spesa sanitaria non va tagliata indiscriminatamente, ma va calibrata, perché a pagare sarebbero solo le classi sociali più deboli».