Ospedale, i Repubblicani chiedono lo stop ai tagli
Da Cialdella un appello alla Asl per il pronto soccorso di Trani. «Per chiudere un ospedale è sufficiente svuotarlo, ed è quello che sta avvenendo»
venerdì 24 giugno 2011
In un documento, i Repubblicani, attraverso il segretario Vito Cialdella, chiedono a gran voce al direttore generale della Asl Bat, Rocco Canosa, che si impegni affinché siano eliminati i disagi negli ospedali di Trani e Bisceglie ed affinché venga assicurato il mantenimento degli attuali reparti, prevendo, laddove possibile, un potenziamento ed un miglioramento a cominciare dal pronto soccorso di Trani. «Sappiamo bene – scrive Cialdella - che le difficoltà per il completamento di quest'ultimo sono di natura contrattuale e giudiziaria e non dipendenti dalla volontà del direttore generale, ma ad un buon amministratore si chiede che sia bravo a trovare soluzioni diverse che permettano di superare le situazioni di stallo e fornire l'adeguato servizio. Il partito Repubblicano di Trani sarà vigile affinchè il nosocomio Trani-Bisceglie funzioni al meglio e non subisca amputazioni di sorta, preannunciando che per il bene dei cittadini è pronto a lottare duramente e in tutti i modi possibili e consentiti».
Sulla realizzazione di un ospedale unico Cialdella fa alcune considerazioni: «Riteniamo che ai cittadini poco importa della sterile polemica delle responsabilità pregresse sul piano regionale della sanità, ben sapendo che i due governatori, Fitto e Vendola, sono corresponsabili nel bene e nel male. Se errori ci sono stati in passato (e sicuramente sono stati tanti), poco interessa chi li ha commessi o chi ne ha il primato. Nel contempo ai cittadini poco importa la millimetrica localizzazione o lo sterile campanilismo del nome del nuovo ospedale, la preoccupazione invece è di poter disporre di una struttura facilmente raggiungibile e che offra la più ampia possibilità di curare chi ha la sfortuna di ammalarsi. Una cosa è certa: si continuerà a parlarne tanto, a lottare per avvicinare il più possibile alla propria città la nuova struttura ed a ritardare in tutti i modi la realizzazione della stessa, per cui si avranno tempi biblici per lo studio e la realizzazione».
Cialdella cita un passaggio del recente incontro che si è svolto a San Luigi: «Candidamente – dice - è stato affermato che per chiudere un ospedale è sufficiente svuotarlo, ed è proprio quello che sta avvenendo. Con la complicità del blocco delle assunzioni e quindi del relativo turnover, gli ospedali di Trani e Bisceglie sono sottoposti ad una drastica cura dimagrante del personale, per molti versi fisiologica, che sta portando all'impossibilità di mantenere aperti molti reparti. Il rischio concreto quindi è che non vengano assicurate, nel futuro prossimo, tutte le prestazioni, comprese quelle essenziali, con gravissime ripercussioni sui cittadini. Riteniamo che la gestione di un ospedale, che si occupa della cura e salvaguardia della salute, diritto costituzionalmente garantito, non possa essere strutturato come una qualsiasi azienda privata che deve fare utili. L'ospedale pubblico deve assolvere ad una funzione sociale del territorio anche se i costi sono elevati badando ad evitare inutili sprechi. Razionalizzare è sicuramente un dovere di chi amministra e se la soluzione sarà di avere grandi strutture che assolvano a tutte le esigenze ben venga la nuova eccellenza ovunque sia collocata purchè non penalizzi in nessun modo gli utenti a cui sarà destinata».
Sulla realizzazione di un ospedale unico Cialdella fa alcune considerazioni: «Riteniamo che ai cittadini poco importa della sterile polemica delle responsabilità pregresse sul piano regionale della sanità, ben sapendo che i due governatori, Fitto e Vendola, sono corresponsabili nel bene e nel male. Se errori ci sono stati in passato (e sicuramente sono stati tanti), poco interessa chi li ha commessi o chi ne ha il primato. Nel contempo ai cittadini poco importa la millimetrica localizzazione o lo sterile campanilismo del nome del nuovo ospedale, la preoccupazione invece è di poter disporre di una struttura facilmente raggiungibile e che offra la più ampia possibilità di curare chi ha la sfortuna di ammalarsi. Una cosa è certa: si continuerà a parlarne tanto, a lottare per avvicinare il più possibile alla propria città la nuova struttura ed a ritardare in tutti i modi la realizzazione della stessa, per cui si avranno tempi biblici per lo studio e la realizzazione».
Cialdella cita un passaggio del recente incontro che si è svolto a San Luigi: «Candidamente – dice - è stato affermato che per chiudere un ospedale è sufficiente svuotarlo, ed è proprio quello che sta avvenendo. Con la complicità del blocco delle assunzioni e quindi del relativo turnover, gli ospedali di Trani e Bisceglie sono sottoposti ad una drastica cura dimagrante del personale, per molti versi fisiologica, che sta portando all'impossibilità di mantenere aperti molti reparti. Il rischio concreto quindi è che non vengano assicurate, nel futuro prossimo, tutte le prestazioni, comprese quelle essenziali, con gravissime ripercussioni sui cittadini. Riteniamo che la gestione di un ospedale, che si occupa della cura e salvaguardia della salute, diritto costituzionalmente garantito, non possa essere strutturato come una qualsiasi azienda privata che deve fare utili. L'ospedale pubblico deve assolvere ad una funzione sociale del territorio anche se i costi sono elevati badando ad evitare inutili sprechi. Razionalizzare è sicuramente un dovere di chi amministra e se la soluzione sarà di avere grandi strutture che assolvano a tutte le esigenze ben venga la nuova eccellenza ovunque sia collocata purchè non penalizzi in nessun modo gli utenti a cui sarà destinata».