Ospedale Trani, più forti i sentori dello smantellamento
Marinaro (Fli) e Nenna (Fds) evidenziano la gravità della situazione. «Camminando per i reparti si avverte un'aria di delusione»
mercoledì 5 ottobre 2011
Si susseguono, sempre più insistenti, le voci che vorrebbero la chiusura quasi totale dell'ospedale di Trani. Secondo alcune indiscrezioni l'attuale struttura verrebbe destinata ad ospitare solo ambulatori. La Federazione della Sinistra, attraverso il suo segretario cittadino, Cosimo Nenna ribadisce il deciso no a questo scenario e si dice pronta ad una mobilitazione generale con il coinvolgimento di tutte le forze economiche e sociali. «Siamo pronti - dice Nenna - a scendere in piazza per difendere l'unica possibile, plausibile e logica soluzione, peraltro già favorevolmente esaminata in un'assemblea dagli operatori dei due nosocomi, e cioè quella dell'accorpamento delle due strutture sanitarie di Trani e di Bisceglie, con la conseguente realizzazione di due poli: quello chirurgico a Trani (essendoci il reparto di rianimazione), quello medico a Bisceglie».
La Federazione della sinistra auspica che le autorità competenti giungano alla determinazione finale di un'equa distribuzione sul territorio. «Non va dimenticato - spiega Nenna - il fatto importantissimo che vede il plesso ospedaliero di Trani nascere con questa precisa funzione sin dal primo giorno. Il nostro ospedale dispone da tempo di spazi, di sale operatorie attrezzate che attendono solo di essere messe a norma, mentre a Bisceglie andrebbero create ex novo. Si assiste invece ad una presa di posizione a dir poco assurda: pur di portare avanti il progetto Bisceglie si nasconde una sacrosanta verità ai cittadini, ossia la necessità della costruzione di una nuova palazzina adiacente il nosocomio che richiederà un esborso sostanzioso di denaro, non essendo l'attuale struttura assolutamente idonea ad accogliere tutti i reparti di un ospedale unico. Il che, con le norme federalistiche, graverà esclusivamente sulla comunità locale». La Federazione della Sinistra chiederà un incontro urgente alla direzione generale.
Sul tema ospedale interviene anche il consigliere Dino Marinaro (Fli): «Camminando per i reparti - scrive Marinaro - si avverte un'aria di delusione, di malcontento e ancor peggio di rassegnazione perché con insistenza circola la voce di una chiusura più imminente di quella che il peggior Nostradamus potesse prevedere. Sarà vero? Personalmente, vorrei sapere cosa hanno fatto in questi anni i politici di sinistra che tanto sbandierano amicizie altolocate in Regione e cosa intendono fare nell'immediato. Stesse domande vorrei rivolgerle ai politici di destra ed in particolare al sindaco, primo cavaliere, interessato all'argomento sia in quanto sindaco, sia come dottore e sia come cittadino. Noi ci chiediamo se è ancora giusto che il sindaco, ormai disinteressato alla vita amministrativa e comunque prossimo ad andar via, ci rappresenti nel tavolo della conferenza dei sindaci, oltretutto perché direttamente interessato alla vicenda in quanto dottore con incarico di facente funzione di primario di uno dei reparti più importanti del nostro nosocomio. Per strada la gente è davvero stanca di vedere continui scippi di posti letto e reparti a favore di Bisceglie e Barletta. Ciò che è stato fatto, finora non è stato assolutamente sufficiente. Dal canto nostro ci stiamo impegnando attivamente in Regione tramite i nostri riferimenti con riunioni quotidiane e interrogazioni all'assessore regionale affinché affronti questo tema in maniera concreto e diretto senza ledere obbligatoriamente il diritto all'assistenza sanitaria di una città come Trani. Se il tentativo burocratico andrà a vuoto siamo pronti a combattere attivamente con manifestazioni anche dure affinché il nostro diritto alla salute venga rispettato».
La Federazione della sinistra auspica che le autorità competenti giungano alla determinazione finale di un'equa distribuzione sul territorio. «Non va dimenticato - spiega Nenna - il fatto importantissimo che vede il plesso ospedaliero di Trani nascere con questa precisa funzione sin dal primo giorno. Il nostro ospedale dispone da tempo di spazi, di sale operatorie attrezzate che attendono solo di essere messe a norma, mentre a Bisceglie andrebbero create ex novo. Si assiste invece ad una presa di posizione a dir poco assurda: pur di portare avanti il progetto Bisceglie si nasconde una sacrosanta verità ai cittadini, ossia la necessità della costruzione di una nuova palazzina adiacente il nosocomio che richiederà un esborso sostanzioso di denaro, non essendo l'attuale struttura assolutamente idonea ad accogliere tutti i reparti di un ospedale unico. Il che, con le norme federalistiche, graverà esclusivamente sulla comunità locale». La Federazione della Sinistra chiederà un incontro urgente alla direzione generale.
Sul tema ospedale interviene anche il consigliere Dino Marinaro (Fli): «Camminando per i reparti - scrive Marinaro - si avverte un'aria di delusione, di malcontento e ancor peggio di rassegnazione perché con insistenza circola la voce di una chiusura più imminente di quella che il peggior Nostradamus potesse prevedere. Sarà vero? Personalmente, vorrei sapere cosa hanno fatto in questi anni i politici di sinistra che tanto sbandierano amicizie altolocate in Regione e cosa intendono fare nell'immediato. Stesse domande vorrei rivolgerle ai politici di destra ed in particolare al sindaco, primo cavaliere, interessato all'argomento sia in quanto sindaco, sia come dottore e sia come cittadino. Noi ci chiediamo se è ancora giusto che il sindaco, ormai disinteressato alla vita amministrativa e comunque prossimo ad andar via, ci rappresenti nel tavolo della conferenza dei sindaci, oltretutto perché direttamente interessato alla vicenda in quanto dottore con incarico di facente funzione di primario di uno dei reparti più importanti del nostro nosocomio. Per strada la gente è davvero stanca di vedere continui scippi di posti letto e reparti a favore di Bisceglie e Barletta. Ciò che è stato fatto, finora non è stato assolutamente sufficiente. Dal canto nostro ci stiamo impegnando attivamente in Regione tramite i nostri riferimenti con riunioni quotidiane e interrogazioni all'assessore regionale affinché affronti questo tema in maniera concreto e diretto senza ledere obbligatoriamente il diritto all'assistenza sanitaria di una città come Trani. Se il tentativo burocratico andrà a vuoto siamo pronti a combattere attivamente con manifestazioni anche dure affinché il nostro diritto alla salute venga rispettato».