Ospedali, nessuna chiusura senza le alternative
A San Luigi parlano di sanità i sindaci di Trani e Bisceglie. Il quadro prospettato da Rocco Canosa è tragico
giovedì 23 giugno 2011
Pinuccio Tarantini e Francesco Spina, sindaci di Trani e Bisceglie, parlano pubblicamente del futuro della sanità locale dell'ospedale unico. Lo fanno a San Luigi nell'incontro organizzato da alcune associazioni locali ed in particolare da Etica e politica che ha avuto l'enorme merito di aprire un dibattito serio sull'argomento chiamando in causa gli attori più importanti della vicenda: non solo i due primi cittadini, ma anche il direttore generale della Asl (Rocco Canosa) ed un componente della commissione regionale sulla sanità (Patrizio Mazza).
Il quadro prospettato da Canosa è tragico ed è figlio di un piano di rientro durissimo, caratterizzato da tagli e chiusure e dal blocco delle assunzioni. Tutti i piani attuativi locali presentati in Regione non sono stati accolti. Lo strumento di partecipazione dal basso, grande slancio di democrazia, ha mostrato alla fine della giostra tutti i suoi limiti, in quanto le proposte partorite dalle Asl non hanno trovato assolutamente rispondenza con le finanze regionali. E adesso c'è ancora da stringere la cinta. In questo contesto diventa difficile recepire anche le proposte di buon senso ed è al buon senso che fanno appello i due sindaci per difendere un progetto, quello dell'ospedale unico, messo in discussione dalle ultime dinamiche legislative.
A Trani presto si terrà un Consiglio comunale monotematico sul tema ospedale. Lo stesso farà Bisceglie. Il sindaco Francesco Spina non ci sta a perdere questo treno: «Con il piano sanitario regionale del 2008 la Regione ci ha chiesto una programmazione che partisse dalla base, dal territorio, attraverso la conferenza dei sindaci e l'approvazione del piano attuativo locale. Siamo stati i primi ad approvare quel documento, condiviso dai sindaci in rappresentanza di tutti i Comuni e di tutti i cittadini. Adesso la Regione ci dice che quel piano non va più bene e che Trani e Bisceglie rischiano di ritrovarsi senza ospedale e senza prospettive. Non ci stiamo. Noi siamo pronti ad una battaglia unitaria con Trani, che parta dalla base e dalle comunità locali. Ci sta bene ripensare ad una riconfigurazione del piano e ridiscutere la localizzazione delle strutture ospedaliere senza trascurare la possibilità di aprire al dialogo con altri Comuni. L'idea di un ospedale consortile è da considerare ma prima la Regione deve garantirci la certezza dei parametri entro cui possiamo muoverci».
Il sindaco di Trani ha rivendicato «la restituzione del potere di determinazione al direttore generale della Asl ed alla conferenza dei sindaci» ed ha ribadito che Trani non farà sconti: «Non faremo barricate, non faremo proteste plateali, né scioperi o contestazioni. Diciamo subito però che non daremo l'assenso ad alcuna chiusura se la Regione non ci dirà prima quali siano le alternative. Faremo la nostra opposizione con gli strumenti che la Regione ci ha dato e chiederemo conto per ogni decisione che verrà assunta». Anche Tarantini non ha escluso la possibilità di allargare la proposta di un'unica struttura anche ad altre città.
Il quadro prospettato da Canosa è tragico ed è figlio di un piano di rientro durissimo, caratterizzato da tagli e chiusure e dal blocco delle assunzioni. Tutti i piani attuativi locali presentati in Regione non sono stati accolti. Lo strumento di partecipazione dal basso, grande slancio di democrazia, ha mostrato alla fine della giostra tutti i suoi limiti, in quanto le proposte partorite dalle Asl non hanno trovato assolutamente rispondenza con le finanze regionali. E adesso c'è ancora da stringere la cinta. In questo contesto diventa difficile recepire anche le proposte di buon senso ed è al buon senso che fanno appello i due sindaci per difendere un progetto, quello dell'ospedale unico, messo in discussione dalle ultime dinamiche legislative.
A Trani presto si terrà un Consiglio comunale monotematico sul tema ospedale. Lo stesso farà Bisceglie. Il sindaco Francesco Spina non ci sta a perdere questo treno: «Con il piano sanitario regionale del 2008 la Regione ci ha chiesto una programmazione che partisse dalla base, dal territorio, attraverso la conferenza dei sindaci e l'approvazione del piano attuativo locale. Siamo stati i primi ad approvare quel documento, condiviso dai sindaci in rappresentanza di tutti i Comuni e di tutti i cittadini. Adesso la Regione ci dice che quel piano non va più bene e che Trani e Bisceglie rischiano di ritrovarsi senza ospedale e senza prospettive. Non ci stiamo. Noi siamo pronti ad una battaglia unitaria con Trani, che parta dalla base e dalle comunità locali. Ci sta bene ripensare ad una riconfigurazione del piano e ridiscutere la localizzazione delle strutture ospedaliere senza trascurare la possibilità di aprire al dialogo con altri Comuni. L'idea di un ospedale consortile è da considerare ma prima la Regione deve garantirci la certezza dei parametri entro cui possiamo muoverci».
Il sindaco di Trani ha rivendicato «la restituzione del potere di determinazione al direttore generale della Asl ed alla conferenza dei sindaci» ed ha ribadito che Trani non farà sconti: «Non faremo barricate, non faremo proteste plateali, né scioperi o contestazioni. Diciamo subito però che non daremo l'assenso ad alcuna chiusura se la Regione non ci dirà prima quali siano le alternative. Faremo la nostra opposizione con gli strumenti che la Regione ci ha dato e chiederemo conto per ogni decisione che verrà assunta». Anche Tarantini non ha escluso la possibilità di allargare la proposta di un'unica struttura anche ad altre città.