Panama Papers: il film che parla di truffe

Paradisi fiscali e società offshore nella pellicola disponibile su Netflix

mercoledì 20 novembre 2019 16.38
Pubblicato da Netflix sulla propria piattaforma il 18 ottobre 2019, il film Panama Papers, diretto da Steven Soderbergh, tocca uno dei temi più delicati ed importanti della finanza contemporanea: ovvero truffe legate alle società offshore.

Si tratta di uno dei maggiori tasti dolenti per chiunque si occupa di finanza: le società offshore allo stesso tempo sono la prima fonte di profitto di numerosi piccoli stati sparsi per gli oceani del pianeta e il motivo per cui le truffe finanziarie risultano essere costantemente all'ordine del giorno.

Se non fossero paradisi fiscali, infatti, posti come le Isole Marshall, i piccoli staterelli delle Antille, Panama, Singapore, etc., non potrebbero affidarsi ad altro che al turismo per riuscire a sopravvivere, essendo la loro superficie troppo poco estesa per garantire altre forme di sostentamento.

Società offshore: black list o meno?

Il problema con i paradisi fiscali, cosa che la pellicola mette bene in evidenza, è che molti di questi rifiutano di comunicare i dati relativi alle società che vengono registrate nel loro territorio. In questo modo le autorità finanziarie degli altri paesi hanno zero possibilità di realizzare controlli o altro. La Black list degli offshore, che ogni paese, Italia compresa, aggiorna ogni anno comprende tutti quei paradisi fiscali nei quali, fondamentalmente, l'evasione fiscale e il riciclo di denaro sono più che legali.

Proprio su questo si incentrano i Panama Papers, una raccolta digitale di 11,5 milioni di documenti per un totale di 2,6 terabyte di scartoffie su oltre 214.000 società offshore gestito dallo studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama. Messa in sicurezza di capitali, riciclo di denaro proveniente da truffe, mercati illegali e criminalità organizzata sono solo alcuni dei tanti vantaggi che le società offshore permettono, e tutto all'oscuro delle principali autorità sia internazionali che nazionali.

Lo scandalo

Lo scandalo scoppiò nell'aprile 2015, quando la Mossack Fonseca condivise tutto il proprio database di informazioni riservate con varie testate giornalistiche: la prima fu il giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, ma poi i files vennero passati ad oltre 100 testate in 80 paesi, dando luogo ad una lunga serie di scandali che hanno coinvolto oltre 140 personaggi famosi, tra politici, imprenditori e sportivi.

Si è trattata di una delle maggiori fughe di notizie dei nostri tempi, maggiore di quella di Wikileaks e seconda solo a quella per valore e importanza dei dati rivelati.

Le truffe continuano: il trading online

Se i Panama Papers hanno esposto numerosi personaggi eminenti e in vista, le truffe non per questo si sono arrestate. Il Consorzio Internazionale di Giornalismo Investigativo ha dedicato un'apposita sezione alle truffe legate a società offshore operanti nel settore degli investimenti, e in particolare nel trading online.

A far da prestanome sono sempre società offshore, per lo più registrate alle Isole Marshall o nelle Piccole Antille, società fantasma che la maggior parte delle volte non hanno nemmeno una vera e propria sede, ma che si occupano di mettere in sicurezza i profitti ricavati truffando tutti quegli investitori che si rivolgono a piattaforme fraudolente per le proprie operazioni. Spesso quando ce ne si accorge è ormai troppo tardi: le transazioni effettuate difficilmente sono recuperabili.

Le truffe nel trading online sono numerose e molte delle piattaforme pubblicizzate sono prive di certificazione, uno dei tanti sintomi di una truffa. Una società offshore, infatti, può tranquillamente bypassare tutte le certificazioni delle autorità competenti per operare proprio in quanto non è costretta a rendere noti i propri dati.

Chiunque fosse interessato al mondo degli investimenti farebbe bene a informarsi prima di lanciarsi nel settore. Se investire ti affascina vai su questo sito per scoprire le truffe e tutelati prima che sia troppo tardi.