Patrizia Rossini racconta la violenza sulle donne
Nel suo ultimo libro "Punto e a capo...in nome dell'amore" la vita di Nina
martedì 9 dicembre 2014
7.36
Patrizia Rossini nasce a Bari nel 1961. Nel settembre del 1983 vince il concorso magistrale, cui aveva partecipato spinta da un'amica. Tre mesi dopo si laurea, con il massimo dei voti, in Pedagogia. Insegnante di scuola primaria per 24 anni, oggi è un dirigente scolastico e formatore in corsi di aggiornamento per docenti. Sempre molto impegnata nel sociale, è membro del comitato Komen Italia Onlus Bari e vicepresidente dell'Associazione Spesalfa. Nel 2008 ha pubblicato Travolta da uno tsunami che ha ricevuto il 1° premio al Concorso letterario "Poesie e pRosa" 2011; Teste per tutte le teste. Metodo didattico per apprendere l'uso della lingua italiana è del 2012. Scrive contributi per convegni e riviste didattiche.
"Punto e a capo...in nome dell'amore". In questo libro racconta la storia di Nina dall'età di sei anni fino all'età matura. La vita di Nina è costellata da varie forme di violenza perpetrate dagli uomini ai danni delle donne, di quelle violenze che non si percepiscono visivamente ma che, tuttavia, lasciano profondi segni nell'anima, che ti creano un vuoto profondo, un senso di disagio difficile da colmare. Scrivere una storia di violenze non è facile. è un argomento difficile da trattare perché porta sistematicamente tutti ad allontanarsi e a pensare che trattasi di "altro" da noi e che mai ci potrà riguardare. Eppure di violenze ormai si scrive e si parla giornalmente, ma si parla soprattutto di femminicidi. Fa più clamore. Si parla e si scrive ancora molto poco di quelle forme di violenza che vengono perpetrate nelle mura domestiche da mariti, compagni, fidanzati, da parenti e, quindi, di stupri e pedofilia, e proprio di queste violenze racconta l'autrice nel romanzo, con una scrittura lieve e morbida, accompagnando il lettore fino all'ultima riga.
"Punto e a capo...in nome dell'amore". In questo libro racconta la storia di Nina dall'età di sei anni fino all'età matura. La vita di Nina è costellata da varie forme di violenza perpetrate dagli uomini ai danni delle donne, di quelle violenze che non si percepiscono visivamente ma che, tuttavia, lasciano profondi segni nell'anima, che ti creano un vuoto profondo, un senso di disagio difficile da colmare. Scrivere una storia di violenze non è facile. è un argomento difficile da trattare perché porta sistematicamente tutti ad allontanarsi e a pensare che trattasi di "altro" da noi e che mai ci potrà riguardare. Eppure di violenze ormai si scrive e si parla giornalmente, ma si parla soprattutto di femminicidi. Fa più clamore. Si parla e si scrive ancora molto poco di quelle forme di violenza che vengono perpetrate nelle mura domestiche da mariti, compagni, fidanzati, da parenti e, quindi, di stupri e pedofilia, e proprio di queste violenze racconta l'autrice nel romanzo, con una scrittura lieve e morbida, accompagnando il lettore fino all'ultima riga.