Patto territoriale, la quota 2015 costa a Trani più di 90mila euro
Liquidata la somma dovuta dal Comune in qualità di socio
mercoledì 27 aprile 2016
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Sebbene si sia parlato più volte dell'uscita dal Patto territoriale nord barese-ofantino, il Comune di Trani continua a farne parte dal 15 maggio 1998. Una iniziativa nata e sviluppatasi quando la Provincia di Barletta-Andria-Trani non era ancora legge (l'istituzione avvene solo nel 2004) e le città, che poi sono entrate nella Bat, decisero di allaersi con Corato (rimasta in Provincia di Bari) per poter avere uno strumento di progettazione di sviluppo locale e nuova occupazione.
Da allora molte cose sono cambiante. Ma ogni anno l'assemblea dei soci dell'Agenzia per l'occupazione e lo sviluppo stabilisce l'ammontare delle quote associative dovute da ciascuna amministrazione all'Agenzia del patto territoriale e il Comune di Trani ha dovuto versare al Patto la quota per il 2015: ben 91.312 euro. Una somma non indifferente, la cui liquidazione è stata disposta con determina del dirigente dell'area urbanistica nei giorni scorsi.
Scelta differente hanno fatto negli anni scorsi le città Margherita di Savoia, Trinitapoli e Canosa di Puglia, i cui Consigli comunali hanno deliberato per l'uscita dal Patto.
Da allora molte cose sono cambiante. Ma ogni anno l'assemblea dei soci dell'Agenzia per l'occupazione e lo sviluppo stabilisce l'ammontare delle quote associative dovute da ciascuna amministrazione all'Agenzia del patto territoriale e il Comune di Trani ha dovuto versare al Patto la quota per il 2015: ben 91.312 euro. Una somma non indifferente, la cui liquidazione è stata disposta con determina del dirigente dell'area urbanistica nei giorni scorsi.
Scelta differente hanno fatto negli anni scorsi le città Margherita di Savoia, Trinitapoli e Canosa di Puglia, i cui Consigli comunali hanno deliberato per l'uscita dal Patto.