Per i 170 Oss del covid dopo il danno, la beffa: formatori di chi verrà assunto al loro posto?
Tra le ipotesi di recupero al vaglio del tavolo tecnico, alla base della protesta di questa mattina a Bisceglie
lunedì 25 gennaio 2021
10.59
Li hanno chiamati eroi, hanno fatto non semplicemente da operatori sanitari, da infermieri, ma anche da amici, da psicologi, da tramite prezioso e indispensabile tra i ricoverati per il covid e i loro cari; hanno consentito gli auguri di Natale, anche il saluto tra affetti che non si sarebbero più incontrati con le videochiamate o anche solo attraverso le parole per chi non aveva più neanche la forza di guardare un cellulare: hanno fatto anche da barbieri, da parrucchieri, non risparmiandosi in un'assistenza massacrante per le condizioni di pericolo, di sofferenza, di emergenza continua. E soprattutto per turni massacranti, vista la insufficienza di personale disponibile, quel personale mancante che oggi bussa all'assunzione a partire dal 31 gennaio in quanto vincitore di concorso.
I combattenti che invece statmattina realizzavano la protesta silenziosa davanti all'ospedale di Bisceglie si erano presentati nella primavera scorsa- in quanto idonei per titoli all'esercizio della professione- in una situazione che in Italia aveva l'aspetto dei carri armati che trasportavano i cadaveri e nel mondo l'immagine di un pianeta immobilizzato- in numero minore a quello effettivamente necessario, riempiendo i vuoti dei vincitori di concorso che ora dovrebbero a loro subentrare senza consentire che i primi possano raggiungere i trentasei mesi che consentano la stabilizzazione.
Il tavolo tecnico di giorni fa con Emliano , Lopalco, Caracciolo, ha sortito tra i risultati che questi operatori dovrebbero fare da formatori ai vincitrori di concorso che si erano rifiutati a vario titolo di prendere servizio, quasi ammettendo il potenziamento del sistema sanitario acquisito sul campo delle competenze di questo personale.
Sapevano tutti che il contratto era a tempo determinato fino al 31 gennaio, certo che lo sapevano. ma se le maglie della legge hanno conosciuto nuove dilatazioni in questo anno straordinario - nel senso autentico di fuori dall'ordinario - in tanti ambiti , non è comprensibile che ciò non debba avvenire anche in questo caso.
Ricordiamo per tutti il caso della giovane ricercatrice precaria che isolò per prima il coronavirus e che a seguito della scoperta ottenne un contratto a tempo indeterminato. Ma a fare sensazione e notizia del riconoscimento del valore delle persone che si prodigano ci vuole poco. Qui lo sforzo è sicuramente più grande ma sostenuto dai medici dei reparti infettivi dei presidi del territorio che oggi , sul luogo o a distanza, erano in quella protesta silenziosa e piena di dignità e amore per la professione dimostrata nei mesi trascorsi e nel momento attuale .
Medesima situazione è in questo momento nelle asl di Lecce, Taranto, Brindisi e probabilmente in tutta Italia. nelle prossime ore è previsto un nuovo tavolo tecnico, si auspica una soluzione che consenta di lavorare sia a chi ha vinto il concorso sia a chi si è prodigato senza sconti . Uno sconto sui mesi previsti per ottenere la stabilizzazione, chiamatelo premio, non sarebbe una elargizione a vuoto ma un arricchimento considerevole per l'intero comparto
I combattenti che invece statmattina realizzavano la protesta silenziosa davanti all'ospedale di Bisceglie si erano presentati nella primavera scorsa- in quanto idonei per titoli all'esercizio della professione- in una situazione che in Italia aveva l'aspetto dei carri armati che trasportavano i cadaveri e nel mondo l'immagine di un pianeta immobilizzato- in numero minore a quello effettivamente necessario, riempiendo i vuoti dei vincitori di concorso che ora dovrebbero a loro subentrare senza consentire che i primi possano raggiungere i trentasei mesi che consentano la stabilizzazione.
Il tavolo tecnico di giorni fa con Emliano , Lopalco, Caracciolo, ha sortito tra i risultati che questi operatori dovrebbero fare da formatori ai vincitrori di concorso che si erano rifiutati a vario titolo di prendere servizio, quasi ammettendo il potenziamento del sistema sanitario acquisito sul campo delle competenze di questo personale.
Sapevano tutti che il contratto era a tempo determinato fino al 31 gennaio, certo che lo sapevano. ma se le maglie della legge hanno conosciuto nuove dilatazioni in questo anno straordinario - nel senso autentico di fuori dall'ordinario - in tanti ambiti , non è comprensibile che ciò non debba avvenire anche in questo caso.
Ricordiamo per tutti il caso della giovane ricercatrice precaria che isolò per prima il coronavirus e che a seguito della scoperta ottenne un contratto a tempo indeterminato. Ma a fare sensazione e notizia del riconoscimento del valore delle persone che si prodigano ci vuole poco. Qui lo sforzo è sicuramente più grande ma sostenuto dai medici dei reparti infettivi dei presidi del territorio che oggi , sul luogo o a distanza, erano in quella protesta silenziosa e piena di dignità e amore per la professione dimostrata nei mesi trascorsi e nel momento attuale .
Medesima situazione è in questo momento nelle asl di Lecce, Taranto, Brindisi e probabilmente in tutta Italia. nelle prossime ore è previsto un nuovo tavolo tecnico, si auspica una soluzione che consenta di lavorare sia a chi ha vinto il concorso sia a chi si è prodigato senza sconti . Uno sconto sui mesi previsti per ottenere la stabilizzazione, chiamatelo premio, non sarebbe una elargizione a vuoto ma un arricchimento considerevole per l'intero comparto