Pericolo crollo, quale destino per piazza Longobardi?
Con via Ognissanti bloccata, si teme l'isolamento. Pronte le azioni risarcitorie
martedì 21 aprile 2015
7.46
Circolazione in tilt a Trani, da sabato mattina, per il blocco di via Ognissanti, non percorribile da piazza Libertà fino a piazza Longobardi per il pericolo di crollo del palazzo del fondaco, ormai da un decennio in queste condizioni ma solo ora messo in sicurezza dalla Polizia Locale, a seguito di un'ordinanza redatta dall'ingegner Di Donna, dell'Area Lavori Pubblici, e voluta dal commissario prefettizio Maria Rita Iaculli. Viva preoccupazione traspare dai volti degli abitanti e dei commercianti della zona, che temono di essere "abbandonati" ad un isolamento inaspettato.
Sulla questione è intervenuto il presidente del comitato di quartiere "Ancora", Dino Lobascio: «Le problematiche legate a quel palazzo sono iniziate nel 2005. Dopo dieci anni, si è deciso di metterlo in sicurezza. Ma, nei giorni successivi, chi si è occupato di quantificare danni e pericolo concreto per la zona? Qui non si è visto nessuno». Le tempistiche sono il tema caldo di questi giorni, in attesa dell'assemblea condominiale prevista per domani, mercoledì 22 aprile, che potrebbe iniziare a dissipare qualche dubbio. «Quello di cui abbiamo necessità - prosegue Lobascio - è un piano chiaro di interventi, che ci dia date certe per il termine di questo disagio. Molti commercianti, soprattutto nel tratto compreso tra le due piazze, sono completamente isolati e potrebbero presentare al Comune il conto del mancato guadagno».
A destare perplessità, per Lobascio, anche i metodi della messa in sicurezza: «Come è stata valutata la distanza per il posizionamento delle transenne? Soprattutto in un palazzo contornato da un'impalcatura che, in caso di crollo, sarebbe la prima a cadere? Siamo davvero sicuri che i palazzi aderenti possano, a questo punto, ritenersi incolumi?». La messa in sicurezza non ha, quindi, tranquillizzato nessuno. Anzi, probabilmente, ha ulteriormente agitato le acque. Nessuna soluzione temporanea è, per ora, ipotizzabile: il centro storico diviso in due non piace a nessuno e da Palazzo di Città si attendono risposte certe al più presto.
Sulla questione è intervenuto il presidente del comitato di quartiere "Ancora", Dino Lobascio: «Le problematiche legate a quel palazzo sono iniziate nel 2005. Dopo dieci anni, si è deciso di metterlo in sicurezza. Ma, nei giorni successivi, chi si è occupato di quantificare danni e pericolo concreto per la zona? Qui non si è visto nessuno». Le tempistiche sono il tema caldo di questi giorni, in attesa dell'assemblea condominiale prevista per domani, mercoledì 22 aprile, che potrebbe iniziare a dissipare qualche dubbio. «Quello di cui abbiamo necessità - prosegue Lobascio - è un piano chiaro di interventi, che ci dia date certe per il termine di questo disagio. Molti commercianti, soprattutto nel tratto compreso tra le due piazze, sono completamente isolati e potrebbero presentare al Comune il conto del mancato guadagno».
A destare perplessità, per Lobascio, anche i metodi della messa in sicurezza: «Come è stata valutata la distanza per il posizionamento delle transenne? Soprattutto in un palazzo contornato da un'impalcatura che, in caso di crollo, sarebbe la prima a cadere? Siamo davvero sicuri che i palazzi aderenti possano, a questo punto, ritenersi incolumi?». La messa in sicurezza non ha, quindi, tranquillizzato nessuno. Anzi, probabilmente, ha ulteriormente agitato le acque. Nessuna soluzione temporanea è, per ora, ipotizzabile: il centro storico diviso in due non piace a nessuno e da Palazzo di Città si attendono risposte certe al più presto.