Petrolio, la Regione stoppa 11 permessi di ricerca
L’assessore Nicastro: «Il nostro mare non si tocca». Erano state presentate da Northern Petroleum Ltd, Petroleum Geo Service e Spectrum Geo Ltd
martedì 9 luglio 2013
23.52
Su proposta dell'assessore regionale all'ambiente, Lorenzo Nicastro, la giunta regionale ha adottato una deliberazione che ribadisce la posizione contraria della Puglia nell'ambito dei procedimenti ministeriali di valutazione d'impatto ambientale che riguardano ben 11 permessi di ricerca di idrocarburi nel mare prospiciente il nostro territorio presentate da Northern Petroleum Ltd, Petroleum Geo Service e Spectrum Geo Ltd.
Il provvedimento scaturisce da un approfondito lavoro di analisi del comitato per la valutazione d'impatto ambientale regionale che ha inteso confermare il proprio parere negativo alle nuove richieste di espressione di parere provenienti dalla direzione generale per la valutazione ambientale del ministero competente.
«La commissione nazionale – dice Nicastro - ha evidenziato che le osservazioni riportate nei pareri della Regione Puglia afferiscono in buona parte alla successiva eventuale fase di coltivazione degli idrocarburi. In realtà scindere le due fasi appare una maniera per minimizzare i rischi, così come tendono a fare le aziende proponenti nel materiale progettuale trasmesso. La prospettiva deve essere ampia e, trattandosi di interventi i cui effetti si perpetuano in archi temporali piuttosto lunghi, non si può non considerare quali conseguenze avrebbe, sull'ambiente marino, lo sfruttamento che si ha in mente di autorizzare, tenuto conto che gli interventi riguardano la costa adriatica su vasta scala e a pochi metri dalla costa in zone ad alto valore turistico. Il nostro mare non deve essere violentato e non possiamo permettere che, per effetto di una parcellizzazione degli interventi, passino sotto silenzio i rischi, pesantissimi, che il nostro territorio e l'economia della nostra regione per molti aspetti basata su turismo, prodotti enogastronomici e paesaggio. Non possiamo condividere ed avallare una tale aggressione al nostro mare e, con tutti gli strumenti in nostro possesso, proseguiremo nella difesa del nostro patrimonio naturale».
Il provvedimento scaturisce da un approfondito lavoro di analisi del comitato per la valutazione d'impatto ambientale regionale che ha inteso confermare il proprio parere negativo alle nuove richieste di espressione di parere provenienti dalla direzione generale per la valutazione ambientale del ministero competente.
«La commissione nazionale – dice Nicastro - ha evidenziato che le osservazioni riportate nei pareri della Regione Puglia afferiscono in buona parte alla successiva eventuale fase di coltivazione degli idrocarburi. In realtà scindere le due fasi appare una maniera per minimizzare i rischi, così come tendono a fare le aziende proponenti nel materiale progettuale trasmesso. La prospettiva deve essere ampia e, trattandosi di interventi i cui effetti si perpetuano in archi temporali piuttosto lunghi, non si può non considerare quali conseguenze avrebbe, sull'ambiente marino, lo sfruttamento che si ha in mente di autorizzare, tenuto conto che gli interventi riguardano la costa adriatica su vasta scala e a pochi metri dalla costa in zone ad alto valore turistico. Il nostro mare non deve essere violentato e non possiamo permettere che, per effetto di una parcellizzazione degli interventi, passino sotto silenzio i rischi, pesantissimi, che il nostro territorio e l'economia della nostra regione per molti aspetti basata su turismo, prodotti enogastronomici e paesaggio. Non possiamo condividere ed avallare una tale aggressione al nostro mare e, con tutti gli strumenti in nostro possesso, proseguiremo nella difesa del nostro patrimonio naturale».