Philipp Dorstewitz: "Da Federico II l'ispirazione per un dialogo tra culture diverse"
In visita a Trani e Castel del Monte uno dei professori del Summit "G7 della filosofia" a Barletta
lunedì 10 giugno 2024
14.00
Il G7 si avvicina, con nuovi assetti a seguito dei recentissimi risultati elettorali in Europa: ma l'impronta di questo incontro dei "Grandi del mondo" dovrebbe essere ispirato ai risultati del Summit della filosofia - proprio collegato al G7 e avvenuto poco più di due settimane fa a Barletta - e al quale hanno preso parte storici e filosofi da tutto il mondo, autorevoli docenti di Università dall'America alla Cina, dalla Francia agli Emirati Arabi Uniti, passando per l'Ucraina, il Regno Unito, la Repubblica di Malta e ovviamente l'Italia.
La Dichiarazione di Barletta, concepita in due giorni di studio e approfondimento, è infatti un documento nato con l'intento di ispirare le decisioni dei grandi del mondo che stanno per giungere a Borgo Egnazia. Un legame profondo, quello tra gli intenti di dialogo e diplomazia del summit, e l'idea di governo di Federico II, la sua impronta profonda lasciata in Puglia, e quell' autoritratto impresso nella pietra che è Castel del Monte.
Tra i prestigiosi firmatari del documento - prodotto proprio in una sala del Castello di Barletta attigua al lapidario dove splende quel busto considerato l'effige dello Stupor Mundi - quella del professore tedesco Philipp Dorstewitz, docente di filosofia nell' American University of Ras Al Khaimah (Emirati Arabi Uniti) trattenutosi per alcuni giorni a visitare, oltre Barletta, anche Castel del Monte, Trani, Matera, Bari; e che ci ha raccontato, accanto al Trabucco ricostruito ai piedi del monastero di Colonna, le impressioni su questa esperienza particolarmente coinvolgente ma anche sul suo amore per la Puglia nella quale è tornato dopo trent' anni.
Professor Dorstewitz, in cosa consiste la Dichiarazione di Barletta? La filosofia e la storia hanno potuto trovare un incontro tra i rappresentanti di Università dislocate sull'intero pianeta?
"È stato un periodo meraviglioso quello che ho vissuto qui, ma è stato anche un lavoro molto impegnativo. Abbiamo avuto questo incontro a Barletta parlando dello stato attuale della filosofia e di come la filosofia possa influire sulla società e la politica contemporanee. Ci siamo concentrati su un argomento particolare, cioè "Come possiamo colmare i divari tra continenti, società e culture diverse" e abbiamo scoperto che è molto importante nel nostro tempo concentrarci sulla convivialità. L'idea è che dobbiamo in qualche modo unirci e questo argomento è ancora non affrontato in maniera esauriente, per cui è oltremodo prezioso confrontare i nostri studi e le nostre opinioni. Non dobbiamo limitarci a quanto avviene nelle proprie università di provenienza, ma dobbiamo guardare alle differenze che ci separano e imparare a comunicare tra stati".
Questo tipo di dialogo "accademico" può essere davvero propedeutico a un dialogo politico?
Assolutamente, ne siamo consapevoli: e ci rendiamo conto come generare comprensione e pace in un periodo con molti conflitti sia possibile, come noi abbiamo goduto del nostro confronto reciproco con idee e posizioni che provengono non solo dall'Europa ma davvero da tutti i continenti, comprendendo l'Asia le nazioni arabe l'Africa, anche luoghi che spesso consideriamo inaccessibili al dialogo. In quanto filosofi dobbiamo essere interpreti e traduttori delle esperienze di ciascun paese, ed è questa una delle cose più belle che porto con me da questa esperienza".
Professore, ha un senso particolare aver prodotto questa dichiarazione in una città come Barletta, in un territorio tra Trani e Castel del Monte, ma anche la Basilicata, dove l'impronta dell'imperatore Federico II è stata particolarmente significativa?
Sicuramente: ho avuto la preziosa opportunità di vedere i dintorni di Barletta, come Castel del Monte, Trani, Bari, ma anche Matera, ed è stato un periodo bellissimo, non semplicemente come un'esperienza turistica: infatti ho potuto riscontrare nelle mie visite molte delle questioni culturali con cui abbiamo lavorato durante questo meeting. Federico II, per esempio, era molto più disposto di molte persone di oggi a impegnarsi con altre culture. Ci sono diverse interpretazioni sulla figura di Federico II, ma penso che sia innegabile che fosse in grado di parlare e generare comprensione tra le persone (non come noi adesso!) e fare un passo avanti per apprezzare le molte forme che l'Umanità e la Cultura umana assumono. Ho visto questo tipo di cose in molti posti qui, ed è stato molto arricchente: e porterò tutto questo con me negli Emirati Arabi Uniti, dove sono uno straniero, ma dove questo tipo di comprensione è facilitato.
Aver conosciuto il professor Dorstewitz e altri docenti e pensatori di calibro internazionale, poter raccontare la storia di questi luoghi è stato un onore e un privilegio; ma anche una grande gioia avere la prova di quanto il valore della Provincia Barletta - Andria - Trani e l'area murgiana fino a Matera costituiscano un'esperienza molteplice per chi le visita, che va alla radice di un tempo capace di insegnare ancora molto per il futuro. Ma anche di accogliere con eccellenze tra le più prelibate al mondo: "Sono già stato 30 anni fa in Puglia e avevo parlato ai miei amici meraviglie enogastronomiche, tra olio, vino, formaggi, salumi, taralli, pane, di cui ho fatto una buona scorta...e spero di tornare davvero presto! " . E tra il super lusso del G7 di Borgo Egnazia e la sobrietà del Summit dei Filosofi a Barletta (chiamato appunto "G7 dei Filosofi"), l'auspicio è che i grandi maestri e i grandi potenti del mondo possano costruire davvero un futuro migliore. Proprio come quello che sognava il nostro Federico II.
La Dichiarazione di Barletta, concepita in due giorni di studio e approfondimento, è infatti un documento nato con l'intento di ispirare le decisioni dei grandi del mondo che stanno per giungere a Borgo Egnazia. Un legame profondo, quello tra gli intenti di dialogo e diplomazia del summit, e l'idea di governo di Federico II, la sua impronta profonda lasciata in Puglia, e quell' autoritratto impresso nella pietra che è Castel del Monte.
Tra i prestigiosi firmatari del documento - prodotto proprio in una sala del Castello di Barletta attigua al lapidario dove splende quel busto considerato l'effige dello Stupor Mundi - quella del professore tedesco Philipp Dorstewitz, docente di filosofia nell' American University of Ras Al Khaimah (Emirati Arabi Uniti) trattenutosi per alcuni giorni a visitare, oltre Barletta, anche Castel del Monte, Trani, Matera, Bari; e che ci ha raccontato, accanto al Trabucco ricostruito ai piedi del monastero di Colonna, le impressioni su questa esperienza particolarmente coinvolgente ma anche sul suo amore per la Puglia nella quale è tornato dopo trent' anni.
Professor Dorstewitz, in cosa consiste la Dichiarazione di Barletta? La filosofia e la storia hanno potuto trovare un incontro tra i rappresentanti di Università dislocate sull'intero pianeta?
"È stato un periodo meraviglioso quello che ho vissuto qui, ma è stato anche un lavoro molto impegnativo. Abbiamo avuto questo incontro a Barletta parlando dello stato attuale della filosofia e di come la filosofia possa influire sulla società e la politica contemporanee. Ci siamo concentrati su un argomento particolare, cioè "Come possiamo colmare i divari tra continenti, società e culture diverse" e abbiamo scoperto che è molto importante nel nostro tempo concentrarci sulla convivialità. L'idea è che dobbiamo in qualche modo unirci e questo argomento è ancora non affrontato in maniera esauriente, per cui è oltremodo prezioso confrontare i nostri studi e le nostre opinioni. Non dobbiamo limitarci a quanto avviene nelle proprie università di provenienza, ma dobbiamo guardare alle differenze che ci separano e imparare a comunicare tra stati".
Questo tipo di dialogo "accademico" può essere davvero propedeutico a un dialogo politico?
Assolutamente, ne siamo consapevoli: e ci rendiamo conto come generare comprensione e pace in un periodo con molti conflitti sia possibile, come noi abbiamo goduto del nostro confronto reciproco con idee e posizioni che provengono non solo dall'Europa ma davvero da tutti i continenti, comprendendo l'Asia le nazioni arabe l'Africa, anche luoghi che spesso consideriamo inaccessibili al dialogo. In quanto filosofi dobbiamo essere interpreti e traduttori delle esperienze di ciascun paese, ed è questa una delle cose più belle che porto con me da questa esperienza".
Professore, ha un senso particolare aver prodotto questa dichiarazione in una città come Barletta, in un territorio tra Trani e Castel del Monte, ma anche la Basilicata, dove l'impronta dell'imperatore Federico II è stata particolarmente significativa?
Sicuramente: ho avuto la preziosa opportunità di vedere i dintorni di Barletta, come Castel del Monte, Trani, Bari, ma anche Matera, ed è stato un periodo bellissimo, non semplicemente come un'esperienza turistica: infatti ho potuto riscontrare nelle mie visite molte delle questioni culturali con cui abbiamo lavorato durante questo meeting. Federico II, per esempio, era molto più disposto di molte persone di oggi a impegnarsi con altre culture. Ci sono diverse interpretazioni sulla figura di Federico II, ma penso che sia innegabile che fosse in grado di parlare e generare comprensione tra le persone (non come noi adesso!) e fare un passo avanti per apprezzare le molte forme che l'Umanità e la Cultura umana assumono. Ho visto questo tipo di cose in molti posti qui, ed è stato molto arricchente: e porterò tutto questo con me negli Emirati Arabi Uniti, dove sono uno straniero, ma dove questo tipo di comprensione è facilitato.
Aver conosciuto il professor Dorstewitz e altri docenti e pensatori di calibro internazionale, poter raccontare la storia di questi luoghi è stato un onore e un privilegio; ma anche una grande gioia avere la prova di quanto il valore della Provincia Barletta - Andria - Trani e l'area murgiana fino a Matera costituiscano un'esperienza molteplice per chi le visita, che va alla radice di un tempo capace di insegnare ancora molto per il futuro. Ma anche di accogliere con eccellenze tra le più prelibate al mondo: "Sono già stato 30 anni fa in Puglia e avevo parlato ai miei amici meraviglie enogastronomiche, tra olio, vino, formaggi, salumi, taralli, pane, di cui ho fatto una buona scorta...e spero di tornare davvero presto! " . E tra il super lusso del G7 di Borgo Egnazia e la sobrietà del Summit dei Filosofi a Barletta (chiamato appunto "G7 dei Filosofi"), l'auspicio è che i grandi maestri e i grandi potenti del mondo possano costruire davvero un futuro migliore. Proprio come quello che sognava il nostro Federico II.