Piano di riordino sanitario, nuova bocciatura in commissione regionale
I consiglieri Marmo e Ventola contro il taglio di reparti e posti letto
giovedì 19 gennaio 2017
La delibera relativa al riordino ospedaliero e della rete emergenza urgenza, modificata rispetto al testo che aveva già ricevuto un esito negativo, non ha superato l'esame in Commissione sanità. Sei i voti contrari, tra i quali quelli di Cosimo Borraccino (Si) e Paolo Campo (Pd), oltre a i quattro commissari di opposizione Mario Conca e Marco Galante (M5S), Nino Marmo (Fi) e Luigi Manca (Cor). La delibera ha ottenuto i cinque voti favorevoli dei commissari di maggioranza. All'esito della votazione il presidente della Commissione sanità, Pino Romano, ha annunciato le dimissioni.
Non sono bastate le rassicurazioni del neo direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Giancarlo Ruscitti (che ha preso il posto di Giovanni Gorgoni) a convincere i commissari sul piano ospedaliero. Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) recentemente aggiornati, agli atti aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l'imprimatur dello stesso Dipartimento Salute e con l'impegno dello stesso Ruscitti a incontrare Direttore generali delle aziende sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress.
Tutto questo non è stato sufficiente. Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini, Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell'assistenza sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo (Pd). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni, il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione Pino Romano.
Su quanto accaduto nel pomeriggio è intervenuto l'assessore alla Sanità, Michele Emiliano, impegnato a Roma sulla questione Ilva. «Le esigenze localistiche, pur apprezzabili, non possono - ha detto - cambiare una legge nazionale che il nostro piano di riordino deve rispettare». Mentre il capogruppo del Partito Democratico, Michele Mazzarano, ha affermato che «il voto contrario dei due esponenti della maggioranza vanifica lo sforzo fatto in tanti mesi di lavoro». Duro attacco da parte delle opposizioni di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, dopo i rilievi mossi nel corso della seduta. In particolare da parte dei consiglieri regionali della Bat, Nino Marmo (Fi) e Francesco Ventola (Cor), molto critici sulle chiusure già attuate di reparti ed eccessiva riduzione dei posti letto. Senza contare la mancata progettazione del nuovo ospedale di Andria.
Non sono bastate le rassicurazioni del neo direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Giancarlo Ruscitti (che ha preso il posto di Giovanni Gorgoni) a convincere i commissari sul piano ospedaliero. Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) recentemente aggiornati, agli atti aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l'imprimatur dello stesso Dipartimento Salute e con l'impegno dello stesso Ruscitti a incontrare Direttore generali delle aziende sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress.
Tutto questo non è stato sufficiente. Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini, Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell'assistenza sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo (Pd). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni, il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione Pino Romano.
Su quanto accaduto nel pomeriggio è intervenuto l'assessore alla Sanità, Michele Emiliano, impegnato a Roma sulla questione Ilva. «Le esigenze localistiche, pur apprezzabili, non possono - ha detto - cambiare una legge nazionale che il nostro piano di riordino deve rispettare». Mentre il capogruppo del Partito Democratico, Michele Mazzarano, ha affermato che «il voto contrario dei due esponenti della maggioranza vanifica lo sforzo fatto in tanti mesi di lavoro». Duro attacco da parte delle opposizioni di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, dopo i rilievi mossi nel corso della seduta. In particolare da parte dei consiglieri regionali della Bat, Nino Marmo (Fi) e Francesco Ventola (Cor), molto critici sulle chiusure già attuate di reparti ed eccessiva riduzione dei posti letto. Senza contare la mancata progettazione del nuovo ospedale di Andria.