Piazza XX Settembre: stazione di giorno, zona franca di notte
Rom, senzatetto e predatori sessuali la fauna tipica del luogo
mercoledì 27 agosto 2014
12.42
Se una notte d'estate un viaggiatore entrasse nella stazione di Trani, avrebbe bisogno di una guida esperta lungo l'itinerario faunistico offerto. Perché è un percorso di quel genere, non un ennesimo caso di incuria delle istituzioni. Ma rinviando le chiacchiere, è necessario focalizzare l'attenzione sull'habitat.
Il salone principale della fermata ferroviaria cittadina ospita, opportunamente nascoste dalla fontana di piazza XX Settembre, due famiglie rom piumone-munite che dormono beate. Peccato per l'ostacolo che ne nega la vista dalla strada, impedendo di farne un'immagine-simbolo del famigerato marketing territoriale continuamente inseguito. Proprio il luogo che ospita biglietteria e edicola è arricchito, dagli impropri guardiani, con un olezzo in bilico tra onirico e nauseabondo. Ed è giustappunto il bancone della biglietteria ad ospitare il primo senzatetto del giro turistico, il quale vive in pessime condizioni igienico-sanitarie (solo di due giorni fa l'intervento di Carabinieri e ambulanza teso a medicare una sua brutta ferita alla gamba).
La gabbia della sala d'attesa fa da cornice al secondo senzatetto, che solitamente riposa in maniera più organizzata e decorosa. Chiude il giro l'affaccio sui binari, in cui tre o più individui praticano abitualmente studi pratici approfonditi su sessualità, genere e fluidodinamica corporea.
Finita la visita guidata, ecco giunto il momento dei commenti e delle chiacchiere. Possibile che, tra le mille misure applicate in tutto il mondo, dalla più repressiva alla più accogliente, quella scelta dalla città di Trani per casi del genere sia l'indifferenza?
Ronco direbbe: «Avviso di chiamata per sindaco, assessori preposti, Forze dell'ordine e, magari, cittadinanza attiva». L'indifferenza è il peso morto della Storia, o qualcosa di simile.
Il salone principale della fermata ferroviaria cittadina ospita, opportunamente nascoste dalla fontana di piazza XX Settembre, due famiglie rom piumone-munite che dormono beate. Peccato per l'ostacolo che ne nega la vista dalla strada, impedendo di farne un'immagine-simbolo del famigerato marketing territoriale continuamente inseguito. Proprio il luogo che ospita biglietteria e edicola è arricchito, dagli impropri guardiani, con un olezzo in bilico tra onirico e nauseabondo. Ed è giustappunto il bancone della biglietteria ad ospitare il primo senzatetto del giro turistico, il quale vive in pessime condizioni igienico-sanitarie (solo di due giorni fa l'intervento di Carabinieri e ambulanza teso a medicare una sua brutta ferita alla gamba).
La gabbia della sala d'attesa fa da cornice al secondo senzatetto, che solitamente riposa in maniera più organizzata e decorosa. Chiude il giro l'affaccio sui binari, in cui tre o più individui praticano abitualmente studi pratici approfonditi su sessualità, genere e fluidodinamica corporea.
Finita la visita guidata, ecco giunto il momento dei commenti e delle chiacchiere. Possibile che, tra le mille misure applicate in tutto il mondo, dalla più repressiva alla più accogliente, quella scelta dalla città di Trani per casi del genere sia l'indifferenza?
Ronco direbbe: «Avviso di chiamata per sindaco, assessori preposti, Forze dell'ordine e, magari, cittadinanza attiva». L'indifferenza è il peso morto della Storia, o qualcosa di simile.