Piccinelli dà i giudizi ai candidati presidente della Bat
Il guru del divertimento, ospite de La Lampara, gioca con Traniweb
domenica 26 aprile 2009
E' tornato a Trani dopo alcuni anni di assenza. Roberto Piccinelli, giornalista, scrittore e anticipatore di mode e tendenze sociali, "sociologo del piacere" ed autore dell'annuale Guida al Piacere e al Divertimento, è stato ospite de La Lampara dove ha presentato lo Psycho-Dinner in compagnia della psicologa e psicoterapeuta Lucia Chiarion.
Piccinelli non ha perso tempo ed ha approfittato delle poche ore di soggiorno tranese per visitare una città che conosce come le sue tasche, avendola anche inserita fra le 5 più in di tutta l'Italia: «L'ho trovata bene – dice – anche se il traffico è un po' più incasinato, soprattutto nella zona del porto e con la pista ciclabile. Il porto è sempre lo stesso, bellissimo, ma ho notato nuovi locali, una luce diversa sotto i caratteristici archi, una brasserie bellissima e tante idee nuove. Non ho visto il ristorante nel Fortino, conto di farlo prima della partenza, mi incuriosisce molto».
Traniweb ha voluto scherzare con il guru del divertimento. Fra una portata e l'altra della cena sociale, abbiamo chiesto a Piccinelli di commentare volti e slogan dei quattro candidati alla presidenza della provincia di Trani, Andria e Barletta. Togliendo i simboli, naturalmente: immagini e parole, affidate all'insandacabile giudizio di un esperto della comunicazione e del comunicare. Piccinelli ha accettato divertito.
Scelta a caso, si comincia con Francesco Salerno: «Lo slogan è banale, riflette la concezione di una persona fortemente legata al passato. Non credo che i giovani lo votino».
Sotto col secondo, De Feudis: «Non so quanta gente possa capire il giochino della matita spuntata. C'è troppa presunzione anche nello slogan. Chi è? L'Oracolo di Delfi?».
Il severo giudizio del sociologo non risparmia neanche Francesco Ventola: «L'uomo della Provincia? C'era già l'uomo ragno, non scopre nulla di nuovo. Il volto è quello di una brava persona anche se si vede che ha fatto 60mila scatti prima di azzeccare quello giusto. Il suo messaggio non dice niente: cosa vuol fare? Qual è la sua idea?».
A salvarsi è solo Pina Marmo. «Finalmente un candidato propositivo. Non parlo della frase, generica come le altre. Mi piace l'idea del disegno, il concetto di flusso, questi cavi tutti aggrovigliati e tesi che corrono verso di lei. E' l'unico candidato che ha deciso di non mettersi al centro del messaggio: bene. E anche la montatura degli occhiali denota sprazzi di giovanilismo. Promossa».
Il gioco finisce qui. Il guru ha parlato.
Piccinelli non ha perso tempo ed ha approfittato delle poche ore di soggiorno tranese per visitare una città che conosce come le sue tasche, avendola anche inserita fra le 5 più in di tutta l'Italia: «L'ho trovata bene – dice – anche se il traffico è un po' più incasinato, soprattutto nella zona del porto e con la pista ciclabile. Il porto è sempre lo stesso, bellissimo, ma ho notato nuovi locali, una luce diversa sotto i caratteristici archi, una brasserie bellissima e tante idee nuove. Non ho visto il ristorante nel Fortino, conto di farlo prima della partenza, mi incuriosisce molto».
Traniweb ha voluto scherzare con il guru del divertimento. Fra una portata e l'altra della cena sociale, abbiamo chiesto a Piccinelli di commentare volti e slogan dei quattro candidati alla presidenza della provincia di Trani, Andria e Barletta. Togliendo i simboli, naturalmente: immagini e parole, affidate all'insandacabile giudizio di un esperto della comunicazione e del comunicare. Piccinelli ha accettato divertito.
Scelta a caso, si comincia con Francesco Salerno: «Lo slogan è banale, riflette la concezione di una persona fortemente legata al passato. Non credo che i giovani lo votino».
Sotto col secondo, De Feudis: «Non so quanta gente possa capire il giochino della matita spuntata. C'è troppa presunzione anche nello slogan. Chi è? L'Oracolo di Delfi?».
Il severo giudizio del sociologo non risparmia neanche Francesco Ventola: «L'uomo della Provincia? C'era già l'uomo ragno, non scopre nulla di nuovo. Il volto è quello di una brava persona anche se si vede che ha fatto 60mila scatti prima di azzeccare quello giusto. Il suo messaggio non dice niente: cosa vuol fare? Qual è la sua idea?».
A salvarsi è solo Pina Marmo. «Finalmente un candidato propositivo. Non parlo della frase, generica come le altre. Mi piace l'idea del disegno, il concetto di flusso, questi cavi tutti aggrovigliati e tesi che corrono verso di lei. E' l'unico candidato che ha deciso di non mettersi al centro del messaggio: bene. E anche la montatura degli occhiali denota sprazzi di giovanilismo. Promossa».
Il gioco finisce qui. Il guru ha parlato.