"Dissuasori mobili" rimossi, chiesto il processo per l'ex comandante della Polizia locale
L'accusa per il colonnello Modugno è di abuso d'ufficio
giovedì 12 gennaio 2017
14.20
Affidamenti diretti alla stessa azienda, frazionati in modo da aggirare l'obbligo di una gara che è necessaria per lavori di importo superiore ai 40mila euro. E' quanto avrebbe fatto l'ex comandante e dirigente della polizia municipale di Trani, il colonnello Antonio Modugno, nell'aprile 2014, per rimuovere 11 pilomat nel centro storico. Per questo rischia ora il processo con l'accusa di abuso d'ufficio continuato (contestatagli dalla pm Silvia Curione) e il 4 aprile dovrà comparire davanti al Gup del Tribunale di Trani.
Gli affidamenti per la rimozione e successiva reinstallazione dei dissuasori mobili sono stati tre, tutti a una società di Poggiorsini: il primo da 19.874 euro per rimuovere i 4 pilomat da piazza Sedile San Marco e reimpiantarli sul lungomare Chiarelli angolo via Elena Comneno; il secondo da 19.994 euro per toglierli da via Tiepolo e spostarli su via Statuti Marittini angolo piazza Plebiscito; il terzo da 19.983 euro per eliminarne altri tre da via Tiepolo e installarli su via Statuti Marittimi lato piazza Sedile San Marco. L'affidamento diretto (con il cosiddetto cottimo fiduciario) è previsto per importi inferiori a 40mila euro solo in caso di urgenza; altrimenti bisogna consultare almeno 5 operatori, cosa che non è stata appunto fatta in questo caso. Le fatture emesse dall'azienda non vennero peraltro pagate e la stessa fece causa al Comune per poter incassare il dovuto: la vicenda si è conclusa con un'ingiunzione di pagamento da 45mila euro per Palazzo di città.
I dissuasori regolarmente rimossi dall'azienda però non sono poi stati nemmeno reinstallati dove era previsto, ma probabilmente giacciono in qualche deposito del Comune.
Gli affidamenti per la rimozione e successiva reinstallazione dei dissuasori mobili sono stati tre, tutti a una società di Poggiorsini: il primo da 19.874 euro per rimuovere i 4 pilomat da piazza Sedile San Marco e reimpiantarli sul lungomare Chiarelli angolo via Elena Comneno; il secondo da 19.994 euro per toglierli da via Tiepolo e spostarli su via Statuti Marittini angolo piazza Plebiscito; il terzo da 19.983 euro per eliminarne altri tre da via Tiepolo e installarli su via Statuti Marittimi lato piazza Sedile San Marco. L'affidamento diretto (con il cosiddetto cottimo fiduciario) è previsto per importi inferiori a 40mila euro solo in caso di urgenza; altrimenti bisogna consultare almeno 5 operatori, cosa che non è stata appunto fatta in questo caso. Le fatture emesse dall'azienda non vennero peraltro pagate e la stessa fece causa al Comune per poter incassare il dovuto: la vicenda si è conclusa con un'ingiunzione di pagamento da 45mila euro per Palazzo di città.
I dissuasori regolarmente rimossi dall'azienda però non sono poi stati nemmeno reinstallati dove era previsto, ma probabilmente giacciono in qualche deposito del Comune.