Politica: ecco la verità dell'Udc.
Domenico Triminì: «Interrompo il silenzio stampa che mi ero imposto»
mercoledì 8 novembre 2006
«Ho inteso interrompere il silenzio stampa che mi ero proposto, per non creare ulteriore confusione a quella già esistente e per non favorire coloro i quali nella confusione riescono ad imporre il proprio ordine e le proprie verità, secondo metodiche riconducibili ad un antico e superato passato. E' orami insostenibile e inaccettabile, fermarsi lungo le vie cittadine per essere interrogato su vicende che non conosco e in merito alle quali di conseguenza non ho da offrire risposte. Non è mia intenzione iscrivermi "all'Associazione Vittime del Sig. Sindaco" , nè tantomeno mi sento responsabile per una disfatta politica, prima ancora che umana.
La coalizione di centro destra vince con meritato successo elettorale le amministrative del 2003, dopo aver per tre anni sostenuto con dignità e capacità il ruolo di opposizione decisa e determinante, tanto da favorire la fine anticipata dell'amministrazione di centro-sinistra. Tra i principi enunciati dalla Cd.L , in un accordo preelettorale sottoscritto e ratificato dal dott. Tarantini, emerge l'importanza di ricondurre la politica all'interno dei partiti, riconosciuti insostituibili per rimettere ordine in un sistema elettorale bipolare e maggioritario non ancora compiuto, dato il costante e continuo proliferare di liste civiche. Di questo peccato si è macchiato l'U.D.C..
Abbiamo assistito a proclami degni della peggiore propaganda politica, intrisi di populismo e demagogia della peggiore specie. - " Quando non avrò la mia maggioranza, quella eletta dal popolo, non esiterò un solo istante a rimettere il mandato". Chiedo a me stesso perché l'Amministrazione non abbia inteso interrompere il suo percorso dopo poco meno di un anno, quando ben quattro consiglieri di maggioranza (due di AN e due di F.I.) avevano manifestato la loro indisponibilità a "giocare a mosca cieca" tanto da costringere il Sindaco a venir meno alla sua parola elettorale e a cooptare con disinvoltura due consiglieri di opposizione, per ricostituire una risicata maggioranza.
E di questa transumanza, ritenne il capo dell'esecutivo interessare l'U.D.C.? Il programma elettorale – frattanto che magicamente si allargava e si stringeva a proprio piacimento - fu mai discusso e concordato con l'U.D.C., tanto da poterne esibire una copia sottoscritta dal responsabile del nostro partito? O forse è dato sapere perché si aprì e si chiuse la crisi con F.I., tanto da indurre il Sindaco a revocare quattro Assessori di quel partito per poi riconfermarli dopo cinque mesi ? Sono notorie le motivazioni delle continue crisi che si avvicendavano con altri partiti e con i consiglieri comunali, che nel frattempo avevano intrapreso migliore strada, fuoriuscendo dalle aggregazioni originarie nelle quali erano stati eletti? E le maggioranze a venti consiglieri che man mano si costituivano in previsione di qualche poltrona da assegnare, garantirono la piena votazione in Consiglio Comunale? MAI.
Bilanci di previsione, bilanci consuntivi, equilibri di bilancio, accordi di programma, vincoli cadutati, ecc. non hanno mai conosciuto una piena approvazione con venti voti. Eppure, nonostante tutto, L'U.D.C. ha continuato a sostenere il Sindaco per ben tre lunghi anni, partecipando a tutte le sedute di Consiglio e votando la fiducia, su tutti i provvedimenti proposti dall'Amministrazione, anche quelli che pervenivano in extremis, caratterizzati puntualmente dall'urgenza.
E allora, si domanderanno i cittadini più attenti, quali motivazioni hanno indotto il Sindaco a rassegnare le dimissioni, in considerazione che aveva superato anche lo scoglio dell'adozione del PUG? La vera motivazione non mi è dato conoscere. Sono però certo, le dimissioni sono una manifestazione di debolezza politica e non certo di forza.Personalmente dal 26 luglio 2006 non ho incontrato, nè interloquito con il Dott. Tarantini , pur cercando il colloquio, nè mi è dato sapere quali "ricatti" abbia potuto subire dal sottoscritto; questo anche perché egli stesso aveva limitato l'ennesima nuova maggioranza ai quindici consiglieri che avevano votato il PUG, senza consentirmi di partecipare ad alcuna riunione chiarificatrice.
La verità è che oramai era diventata pratica consuetudinaria ricorrere alla minaccia delle dimissioni. E' questa la vera ritorsione politica, tale da imbonire taluni al punto di sottomettersi pur di mantenere una poltrona in giunta o in qualche società. La motivata mia assenza dalla votazione del P.U.G. ha comportato la revoca dell'Assessore alle Finanze, Rag. Sergio de FEUDIS. Come vogliamo intendere tale decisione? Eppure sui palchi è stato enfatizzato, con passionale capacità oratoria, la encomiabile capacità dell'Amministrazione di non aumentare TARSU, ICI e di non aver introdotto addizionale comunale; salvo non si stesse parlando di un altro comune , chi era l'Assessore alle Finanze che ha saputo oltretutto garantire il patto di stabilità? Non era forse Sergio de Feudis ?
Ed il Sindaco, per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto in tre anni, cosa fa? Gli regala la revoca dell'incarico senza alcuna motivazione. La scelta scellerata di riconoscere una maggioranza di soli consiglieri comunali, dismettendo senza preavviso i partiti, artefici della gloriosa vittoria elettorale, doveva essere la reale motivazione per rassegnare le dimissioni, non il contrario. Non si può essere critici quando si è opposizione e contraddittori quanto si è maggioranza.
Nonostante tutto, in previsione della conclusione naturale del mandato elettorale, ci siamo prodigati attraverso gli organi di partito sia locale che provinciale, affinché si costituisse un tavolo permanente in grado di garantire il rilancio della coalizione. Completamente ignorati, se si esclude il tentativo esperito sul fil di lana, la stessa mattina dell'ultimo Consiglio Comunale. I buoni propositi e i migliori fini si sono frantumati lungo un cammino intriso di veleni, mancanza di dialogo ed incomprensioni che non ci appartengono.
Di tanto mi premeva informare i miei concittadini e concittadine, restando sin d'ora disponibile a un confronto diretto e pubblico per meglio chiarire le vicende che fin qui ho narrato.» Domenico Triminì già capogruppo U.D.C.
La coalizione di centro destra vince con meritato successo elettorale le amministrative del 2003, dopo aver per tre anni sostenuto con dignità e capacità il ruolo di opposizione decisa e determinante, tanto da favorire la fine anticipata dell'amministrazione di centro-sinistra. Tra i principi enunciati dalla Cd.L , in un accordo preelettorale sottoscritto e ratificato dal dott. Tarantini, emerge l'importanza di ricondurre la politica all'interno dei partiti, riconosciuti insostituibili per rimettere ordine in un sistema elettorale bipolare e maggioritario non ancora compiuto, dato il costante e continuo proliferare di liste civiche. Di questo peccato si è macchiato l'U.D.C..
Abbiamo assistito a proclami degni della peggiore propaganda politica, intrisi di populismo e demagogia della peggiore specie. - " Quando non avrò la mia maggioranza, quella eletta dal popolo, non esiterò un solo istante a rimettere il mandato". Chiedo a me stesso perché l'Amministrazione non abbia inteso interrompere il suo percorso dopo poco meno di un anno, quando ben quattro consiglieri di maggioranza (due di AN e due di F.I.) avevano manifestato la loro indisponibilità a "giocare a mosca cieca" tanto da costringere il Sindaco a venir meno alla sua parola elettorale e a cooptare con disinvoltura due consiglieri di opposizione, per ricostituire una risicata maggioranza.
E di questa transumanza, ritenne il capo dell'esecutivo interessare l'U.D.C.? Il programma elettorale – frattanto che magicamente si allargava e si stringeva a proprio piacimento - fu mai discusso e concordato con l'U.D.C., tanto da poterne esibire una copia sottoscritta dal responsabile del nostro partito? O forse è dato sapere perché si aprì e si chiuse la crisi con F.I., tanto da indurre il Sindaco a revocare quattro Assessori di quel partito per poi riconfermarli dopo cinque mesi ? Sono notorie le motivazioni delle continue crisi che si avvicendavano con altri partiti e con i consiglieri comunali, che nel frattempo avevano intrapreso migliore strada, fuoriuscendo dalle aggregazioni originarie nelle quali erano stati eletti? E le maggioranze a venti consiglieri che man mano si costituivano in previsione di qualche poltrona da assegnare, garantirono la piena votazione in Consiglio Comunale? MAI.
Bilanci di previsione, bilanci consuntivi, equilibri di bilancio, accordi di programma, vincoli cadutati, ecc. non hanno mai conosciuto una piena approvazione con venti voti. Eppure, nonostante tutto, L'U.D.C. ha continuato a sostenere il Sindaco per ben tre lunghi anni, partecipando a tutte le sedute di Consiglio e votando la fiducia, su tutti i provvedimenti proposti dall'Amministrazione, anche quelli che pervenivano in extremis, caratterizzati puntualmente dall'urgenza.
E allora, si domanderanno i cittadini più attenti, quali motivazioni hanno indotto il Sindaco a rassegnare le dimissioni, in considerazione che aveva superato anche lo scoglio dell'adozione del PUG? La vera motivazione non mi è dato conoscere. Sono però certo, le dimissioni sono una manifestazione di debolezza politica e non certo di forza.Personalmente dal 26 luglio 2006 non ho incontrato, nè interloquito con il Dott. Tarantini , pur cercando il colloquio, nè mi è dato sapere quali "ricatti" abbia potuto subire dal sottoscritto; questo anche perché egli stesso aveva limitato l'ennesima nuova maggioranza ai quindici consiglieri che avevano votato il PUG, senza consentirmi di partecipare ad alcuna riunione chiarificatrice.
La verità è che oramai era diventata pratica consuetudinaria ricorrere alla minaccia delle dimissioni. E' questa la vera ritorsione politica, tale da imbonire taluni al punto di sottomettersi pur di mantenere una poltrona in giunta o in qualche società. La motivata mia assenza dalla votazione del P.U.G. ha comportato la revoca dell'Assessore alle Finanze, Rag. Sergio de FEUDIS. Come vogliamo intendere tale decisione? Eppure sui palchi è stato enfatizzato, con passionale capacità oratoria, la encomiabile capacità dell'Amministrazione di non aumentare TARSU, ICI e di non aver introdotto addizionale comunale; salvo non si stesse parlando di un altro comune , chi era l'Assessore alle Finanze che ha saputo oltretutto garantire il patto di stabilità? Non era forse Sergio de Feudis ?
Ed il Sindaco, per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto in tre anni, cosa fa? Gli regala la revoca dell'incarico senza alcuna motivazione. La scelta scellerata di riconoscere una maggioranza di soli consiglieri comunali, dismettendo senza preavviso i partiti, artefici della gloriosa vittoria elettorale, doveva essere la reale motivazione per rassegnare le dimissioni, non il contrario. Non si può essere critici quando si è opposizione e contraddittori quanto si è maggioranza.
Nonostante tutto, in previsione della conclusione naturale del mandato elettorale, ci siamo prodigati attraverso gli organi di partito sia locale che provinciale, affinché si costituisse un tavolo permanente in grado di garantire il rilancio della coalizione. Completamente ignorati, se si esclude il tentativo esperito sul fil di lana, la stessa mattina dell'ultimo Consiglio Comunale. I buoni propositi e i migliori fini si sono frantumati lungo un cammino intriso di veleni, mancanza di dialogo ed incomprensioni che non ci appartengono.
Di tanto mi premeva informare i miei concittadini e concittadine, restando sin d'ora disponibile a un confronto diretto e pubblico per meglio chiarire le vicende che fin qui ho narrato.» Domenico Triminì già capogruppo U.D.C.