Potatura in piazza della Repubblica, per Tomasicchio uno «spettacolo devastante»
Il consigliere di centrodestra: «Quale criterio è stato adottato per l'affidamento dei lavori?»
venerdì 7 dicembre 2018
Sono rimasto profondamente colpito dai lavori di "potatura" che il Comune sta facendo eseguire in Piazza della Repubblica, uno dei simboli della nostra Città. Non essendo esperto in materia, mi sono rivolto a chi ne sa certamente più di me e le mie perplessità sembrano avere trovato conferma.
Sicché ho interrogato l'Amministrazione per capire alcune cose:
1) E' vero che lo spettacolo devastante cui stiamo assistendo in Piazza della Repubblica si sarebbe potuto evitare con una ricognizione puntuale degli alberi, al fine di evidenziare per ciascuno di essi le criticità strutturali, evitando così una indiscriminata capitozzatura di essi?
2) E' vero che, se eseguita in questo periodo dell'anno, in cui vi possono essere ritorni di caldo per poi avere rigide temperature. si corre il rischio non troppo remoto che la demolizione della chioma induca la pianta ad emettere nuovi germogli, i quali poi possono andare soggetti a disseccamento per le fredde temperature dell'imminente periodo invernale ?
3) E' vero, pertanto, che la demolizione della chioma, sempre che si rendesse necessaria, sarebbe stato più opportuno e prudente eseguirla a fine inverno inizio primavera piuttosto che ora ?
4) Non sarebbe stato più opportuno eliminare per il momento i rami o gli alberi che potevano costituire rischio per la pubblica incolumità, evitando una fine tanto ingloriosa, con la demolizione totale delle chiome?
5) E' vero che il taglio così perpetrato espone le rispettive ferite ad infiltrazioni di pioggia del periodo nonché a gelature , favorendo l'insorgenza di processi di marcescenza e disseccamento ?
6) E' vero che le modalità di esecuzione della potatura destano perplessità, in quanto molti tagli sembrerebbero effettuati con lacerazione dei tessuti sottostanti e comunque non obliqui, per cui non si favorirebbe lo scivolamento dell'acqua lungo il taglio? Oltretutto, non si riesce a cogliere il motivo per cui, se i lecci sono affetti da seccume quale esito di attacco della cocciniglia, come da relazione tecnica agronomica, si sia arrivati a far incancrenire la situazione sino a questo punto! Come mai, alle prime avvisaglie del problema, non si è pensato a far eseguire un trattamento anticocciniglia o, più genericamente, antiparassitario? E se il Comune ha un Direttore del Verde Pubblico, non si comprende per quale ragione puntualmente si richieda la consulenza esterna agronomica, per di più senza la rotazione del tecnico esterno incaricato, ma ricorrendo al medesimo agronomo già officiato in passato dal Comune.
7) La valutazione di stabilità degli alberi richiede una esperienza e formazione specifica: è stata verificata prima dell'affidamento dell'incarico ?
8 ) Inoltre, pare che, in casi come quello di Piazza della Repubblica, l'agronomo nella sua relazione tecnica dovrebbe stilare per ciascun albero la valutazione di stabilità secondo le linee e classi dettate dalla Società Italiana di Arboricoltura : ciò è stato fatto? Che metodo di valutazione è stato usato? Oppure ci si è limitati ad una generica valutazione applicabile a tutti gli alberi e non, come forse sarebbe stato necessario, ad una puntuale valutazione per singolo albero?
9) Chi sta seguendo i lavori di potatura. Vi è un direttore dei lavori?
10) Infine: quale criterio di trasparenza è stato adottato dal Comune per l'affidamento dei lavori ? Con quali motivazioni è stata scelta la ditta che sta eseguendo i lavori ? E per quali ragioni non si è sinora dato corso all'affidamento definitivo a chi ha vinto la gara di appalto aggiudicata addirittura l'otto agosto 2018 con un importo a base d'asta di ben 670.000 euro? Quali sono le ragioni di siffatti comportamenti? E' sempre questa l'Amministrazione delle competenze e della legalità?
- Emanuele Tomasicchio
Sicché ho interrogato l'Amministrazione per capire alcune cose:
1) E' vero che lo spettacolo devastante cui stiamo assistendo in Piazza della Repubblica si sarebbe potuto evitare con una ricognizione puntuale degli alberi, al fine di evidenziare per ciascuno di essi le criticità strutturali, evitando così una indiscriminata capitozzatura di essi?
2) E' vero che, se eseguita in questo periodo dell'anno, in cui vi possono essere ritorni di caldo per poi avere rigide temperature. si corre il rischio non troppo remoto che la demolizione della chioma induca la pianta ad emettere nuovi germogli, i quali poi possono andare soggetti a disseccamento per le fredde temperature dell'imminente periodo invernale ?
3) E' vero, pertanto, che la demolizione della chioma, sempre che si rendesse necessaria, sarebbe stato più opportuno e prudente eseguirla a fine inverno inizio primavera piuttosto che ora ?
4) Non sarebbe stato più opportuno eliminare per il momento i rami o gli alberi che potevano costituire rischio per la pubblica incolumità, evitando una fine tanto ingloriosa, con la demolizione totale delle chiome?
5) E' vero che il taglio così perpetrato espone le rispettive ferite ad infiltrazioni di pioggia del periodo nonché a gelature , favorendo l'insorgenza di processi di marcescenza e disseccamento ?
6) E' vero che le modalità di esecuzione della potatura destano perplessità, in quanto molti tagli sembrerebbero effettuati con lacerazione dei tessuti sottostanti e comunque non obliqui, per cui non si favorirebbe lo scivolamento dell'acqua lungo il taglio? Oltretutto, non si riesce a cogliere il motivo per cui, se i lecci sono affetti da seccume quale esito di attacco della cocciniglia, come da relazione tecnica agronomica, si sia arrivati a far incancrenire la situazione sino a questo punto! Come mai, alle prime avvisaglie del problema, non si è pensato a far eseguire un trattamento anticocciniglia o, più genericamente, antiparassitario? E se il Comune ha un Direttore del Verde Pubblico, non si comprende per quale ragione puntualmente si richieda la consulenza esterna agronomica, per di più senza la rotazione del tecnico esterno incaricato, ma ricorrendo al medesimo agronomo già officiato in passato dal Comune.
7) La valutazione di stabilità degli alberi richiede una esperienza e formazione specifica: è stata verificata prima dell'affidamento dell'incarico ?
8 ) Inoltre, pare che, in casi come quello di Piazza della Repubblica, l'agronomo nella sua relazione tecnica dovrebbe stilare per ciascun albero la valutazione di stabilità secondo le linee e classi dettate dalla Società Italiana di Arboricoltura : ciò è stato fatto? Che metodo di valutazione è stato usato? Oppure ci si è limitati ad una generica valutazione applicabile a tutti gli alberi e non, come forse sarebbe stato necessario, ad una puntuale valutazione per singolo albero?
9) Chi sta seguendo i lavori di potatura. Vi è un direttore dei lavori?
10) Infine: quale criterio di trasparenza è stato adottato dal Comune per l'affidamento dei lavori ? Con quali motivazioni è stata scelta la ditta che sta eseguendo i lavori ? E per quali ragioni non si è sinora dato corso all'affidamento definitivo a chi ha vinto la gara di appalto aggiudicata addirittura l'otto agosto 2018 con un importo a base d'asta di ben 670.000 euro? Quali sono le ragioni di siffatti comportamenti? E' sempre questa l'Amministrazione delle competenze e della legalità?
- Emanuele Tomasicchio