Presentata la richiesta di finanziamento per l’ultimo lotto di lavori del lungomare est

Il direttore generale è ottimista.

mercoledì 21 novembre 2007
La Direzione generale del Comune di Trani comunica che nei giorni scorsa è stata presentata in Regione la richiesta di finanziamento per l'ultimo lotto di lavori per la totale fruizione del litorale est fra Trani e Bisceglie. Il tratto in questione, con la curva che congiunge il lungomare Mongelli alla seconda spiaggia, lo scorso anno fu al centro di un'aspra polemica fra Comune ed Ente regionale. La città di Trani fu infatti esclusa dalla graduatoria regionale per accedere ai finanziamenti. A distanza di 12 mesi la città si ricandida nuovamente e con maggiore fiducia. Il direttore generale del Comune di Trani, Carlo Laurora, è ottimista: «Sono convinto che gli equivoci dello scorso anno siano ormai alle spalle. Siamo determinati ad ottenere il finanziamento di 4 milioni di euro che ci consentirebbe di ultimare i lavori sul lungomare est e di restituire alla città dei tratti di costa finora inaccessibili. Con la Regione siamo pronti a confrontarci e a dialogare, sperando di non ricvere sgradite sorprese come è accaduto in precedenza».

Il tratto di costa oggetto del finanziamento, a causa dell'azione meteomarina, è stato soggetto, negli anni passati, a forti e diversificati fenomeni di erosione, crolli localizzati e decompressione dei versanti, una fenomenologia che ha posto in grave crisi la tenuta della costa a sud della città, comunque altamente popolata d'estate. Il progetto redatto dall'ufficio tecnico comunale prevede il recupero della falesia, la realizzazione della strada (pedonale) sovrastante, la realizzazione di scarpate meno acclivi, con la setacciatura del materiale di risulta per il recupero di eventuali reperti archeologici. La prima zona di questo tratto costiero è caratterizzata dalla presenza di alcuni depositi tirreniani, particolarmente importanti dal punto di vista geologico, in quanto unici depositi in emersione in tutto il bacino del Mediterraneo.



La Soprintendenza archeologica ha evidenziato la necessità di consentire la piena visione della superficie della falesia e di predisporre interventi non invasivi, escludendo la possibilità di compiere opere di consolidamento che possano alterare le possibilità di studio e campionatura del deposito. Il progetto comunale tiene conto di questo ed è stato studiato per migliorare l'assetto statico del terreno e diminuire il ruscellamento delle acque meteoriche e, quindi, l'erosione. L'intervento progettato prevede la protezione del paramento verticale della falesia, previo disgaggio delle pareti instabili tramite protezioni in superficie in supporto alla vegetazione spontanea che verrà messa a dimora. «Non sono previsti effetti sulle aree naturali protette - spiega Laurora - anche perché l'intervento risulta essere circoscritto alla falesia costiera e lontano da aree di valenza ambientale. La tipologia degli interventi è stata pensata tenendo presente le caratteristiche geostruttrali e morfologiche dei versanti nel rispetto delle valenze archeologiche e geologiche esistenti, in particolare delle formazioni tirreniane che rappresentano per la città un valore aggiunto per l'alto interesse scientifico e archeologico da esse derivanti».