Processo Estati Tranesi, Savasta invoca 5 anni di reclusione per Tarantini
Chieste altre quattro condanne. La prossima udienza fissata per il 28 novembre
giovedì 7 novembre 2013
19.01
A conclusione del dibattimento sui cartelloni delle Estati Tranesi 2005 e 2006 sono cinque, per il pubblico ministero Antonio Savasta, gli imputati da condannare: l'ex sindaco Giuseppe Tarantini, il suo allora vice, nonché assessore al turismo, Mauro Scagliarini, l'ex assessore alle finanze Sergio De Feudis, l'ex presidente dell'Amet Alfonso Maria Mangione e l'ex presidente dell'Amiu Claudio Squiccimarro. Per gli altri nove imputati, che nel 2009 furono rinviati a giudizio dal gup Maria Grazia Caserta, il pm ha invece chiesto l'assoluzione. Sebbene il Tribunale di Trani non sia tenuto a seguire le istanze (qualunque esse siano) del pm, la richiesta di assoluzione costituisce, di fatto, un punto di vantaggio per gli ex assessori Savino De Toma, Giuseppe Laricchia, Giovanni Cozzoli, Giacomo Ceci, Filomena Lorizzo e Nicola Quinto; per l'ex presidente del consiglio comunale ed ex direttore generale del comune Carlo Laurora; per l'ex consigliere comunale Dino Marinaro e per l'ex presidente di Amet Iniziative Gestioni Speciali, Sabino Antonino. L'unico, quest'ultimo, tra gli ex presidenti delle tre municipalizzate, per cui il pm non ha chiesto la condanna. Poco prima della requisitoria, Antonino e Quinto hanno chiesto al Tribunale di rendere dichiarazioni spontanee per chiarire le rispettive posizioni.
Lunga la requisitoria di Savasta che alla fine ha invocato la pena di 5 anni di reclusione per Tarantini; di 1 anno e 6 mesi per Scagliarini e di 3 anni per Squiccimarro, Mangione e De Feudis. La prossima udienza del processo, in cui né il Comune né le municipalizzate si costituirono parte civile, si celebrerà il 28 novembre, quando si succederanno (forse sarà necessaria un'altra udienza prima della camera di consiglio e dunque della sentenza) le arringhe dei difensori dei 14 imputati coinvolti nell'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, che sfociò nella contestazione, a vario titolo, dei reati di "abuso d'ufficio, concussione e violazione del Decreto Legislativo 74/2000 al fine di evadere le imposte sui redditi e l'iva, indicando nella dichiarazione annuale relativa a queste imposte elementi passivi fittizi".
Secondo quanto contestò la Procura della Repubblica al termine delle indagini, per metter su i dispendiosi palinsesti delle "Estati Tranesi 2005 e 2006" si sarebbero commessi una serie di reati, a vari livelli ed in vari ambiti. Le casse comunali avrebbero sostenuto spese ben oltre le possibilità economiche del Comune, grazie a presunti illeciti meccanismi contabili che avrebbero interessato anche Amet ed Amiu. Coinvolta anche l'Aigs, che avrebbe avuto un ruolo apposito per la creazione di eventi ricreativi.
Il cartellone dell'estate 2005 costò 916mila euro; quello del 2006 oltre 730mila. Ed invece per quel capitolo il Comune nel 2005 aveva disponibilità per soli 171mila euro e nel 2006 per 300mila circa. Le municipalizzate sarebbero servite come strumento per evitare i limiti normativi delle casse comunali e rispettare così, ma solo sulla carta, il patto di stabilità. Escamotage con cui, però, si sarebbe impoverito il patrimonio delle municipalizzate controllate e già creditrici del Comune per altri causali. Gli inquirenti ipotizzarono anche presunte pressioni verso il CdA Amiu: sarebbe stato minacciato di "saltare" in caso di rifiuto dei finanziamenti alle estate tranesi.
Lunga la requisitoria di Savasta che alla fine ha invocato la pena di 5 anni di reclusione per Tarantini; di 1 anno e 6 mesi per Scagliarini e di 3 anni per Squiccimarro, Mangione e De Feudis. La prossima udienza del processo, in cui né il Comune né le municipalizzate si costituirono parte civile, si celebrerà il 28 novembre, quando si succederanno (forse sarà necessaria un'altra udienza prima della camera di consiglio e dunque della sentenza) le arringhe dei difensori dei 14 imputati coinvolti nell'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, che sfociò nella contestazione, a vario titolo, dei reati di "abuso d'ufficio, concussione e violazione del Decreto Legislativo 74/2000 al fine di evadere le imposte sui redditi e l'iva, indicando nella dichiarazione annuale relativa a queste imposte elementi passivi fittizi".
Secondo quanto contestò la Procura della Repubblica al termine delle indagini, per metter su i dispendiosi palinsesti delle "Estati Tranesi 2005 e 2006" si sarebbero commessi una serie di reati, a vari livelli ed in vari ambiti. Le casse comunali avrebbero sostenuto spese ben oltre le possibilità economiche del Comune, grazie a presunti illeciti meccanismi contabili che avrebbero interessato anche Amet ed Amiu. Coinvolta anche l'Aigs, che avrebbe avuto un ruolo apposito per la creazione di eventi ricreativi.
Il cartellone dell'estate 2005 costò 916mila euro; quello del 2006 oltre 730mila. Ed invece per quel capitolo il Comune nel 2005 aveva disponibilità per soli 171mila euro e nel 2006 per 300mila circa. Le municipalizzate sarebbero servite come strumento per evitare i limiti normativi delle casse comunali e rispettare così, ma solo sulla carta, il patto di stabilità. Escamotage con cui, però, si sarebbe impoverito il patrimonio delle municipalizzate controllate e già creditrici del Comune per altri causali. Gli inquirenti ipotizzarono anche presunte pressioni verso il CdA Amiu: sarebbe stato minacciato di "saltare" in caso di rifiuto dei finanziamenti alle estate tranesi.